“LA RAGAZZA CON LA FISARMONICA. DALL’ORCHESTRA DI AUSCHWITZ ALLA MUSICA RAP”
14^ INCONTRO DEL POLO CITTATTIVA PER L’ASTIGIANO E L’ALBESE PER L’A.S. ‘12/’13
La storia di un viaggio nel tempo alla ricerca della pace, proprio così si potrebbe descrivere la vita di Esther Béjerano l’eterna ragazza che è stata una degli elementi dell’orchestra di Auschwitz. La sua vicenda è raccontata nel libro “La ragazza con la fisarmonica. Dall’orchestra di Auschwitz alla musica rap”, (ed Seb27) curato dalla giornalista Antonella Romeo e da Elena Valsania che ha curato il documentario (allegato in versione dvd al testo) “Esther che suonava la fisarmonica nell’orchestra di Auschwitz”. Il volume è stato presentato venerdì 1 marzo 2013 presso il Salone Comunale di Montà alla presenza delle curatrici. L’incontro è stato organizzato dal Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese, dal Comune di Cisterna e dall’Associazione Franco Casetta. La serata è stata introdotta da Giovanna Morone, docente presso il Liceo Scientifico di Alba. Il libro e il documentario hanno preso l’avvio dal viaggio che Ester Bejérano ha compiuto in italia nel 2011. Le curatrici non relegano la testimonianza di Ester solo alla Shoah ma restituiscono il messaggio di pace di una donna forte che, nonostante tutto, è ancora piena di speranza nel futuro e nella vita.
Ester Bejérano nasce nel 1924 da una famiglia di origine ebraica amante della musica. Dopo qualche tempo trascorso ai lavori forzati in Germania, è deportata nel campo di Auschwitz, dove il suo carattere forte e la conoscenza della musica le consentono di entrare a fa parte dell’orchestra e di salvarsi. Chi suonava ad Auschwitz sapeva che scopo di quella musica, in massima parte, era di accompagnare alla morte chi arrivava al campo. In seguito sarà trasferita a Ravensbrück, dove lavorerà come manodopera schiava per la Siemens. Sempre per altre circostanze fortunate, riesce a sfuggire con altre ragazze dalla colonna che sta procedendo nella marcia della morte. Una volta liberata, parte per la Palestina dove conosce quello che diventerà suo marito. Intanto la musica fa sempre da sottofondo alla sua vita. Purtroppo i suoi ideali di pace si scontrano con la dura realtà che porterà alla nascita di Israele. Allora decide, nel 1960, di tornare con il marito e i figli in Germania anche se la decisione si rivela molto difficile. Ovviamente non torna nella sua città ma ad Amburgo dove, nonostante il tempo passato, continua a ricordare quanto subito circondata da persone indifferenti che nella maggior parte dei casi ignorano persino il motivo del suo tatuaggio sul braccio. Sono anni duri ma, nonostante tutto, fonda con altri ex deportati l’Auschwitz Komitee Deutschland ma continua anche a cantare e a fare musica. Fa parte del gruppo Coincidenze creato dalla figlia Edna (anche lei cantante) e, da qualche anno, del gruppo rap Microphone Mafia con un repertorio rivisitato di canti yiddih, di protesta, di denuncia sociale, partigiani. Il suo scopo, a ottantotto anni, è raccontare ai giovani che vivere insieme è possibile e che la pace è una coperta che può davvero riparare tutti i popoli senza distinzioni.
Il libro nella prima parte è la trascrizione integrale di appunti che Ester aveva scritto molti anni fa e che non erano mai stati pubblicati. Nella seconda parte la Romeo indaga gli aspetti della vita e dei pensieri degli ultimi venti anni circa. La scrittura della Bejérano è sobria ed essenziale e rappresenta una delle rare voci femminili sopravvissute che raccontano. Tutta la pubblicazione è ricca di note e approfondimenti che la rendono un testo didattico.
La regista, Elena Valsania, ha saputo dosare con sapienza le parti narrate in tedesco (con sottotitoli fruibilissimi) ai documenti filmati originali che hanno la capacità di focalizzare l’attenzione sia sulla parte autobiografica sia su quella riguardante il periodo storico di riferimento. Un film che, allo stesso tempo, racconta e aiuta a capire anche ciò che non è chiaramente detto, davvero un bel lavoro frutto del lungo impegno delle due curatrici.
Fanno riflettere alcune parole di Ester quando dice ai ragazzi, specialmente tedeschi, che incontra “Non avete nessuna colpa per quello che è stato, ma vi rendete colpevoli se non volete sapere nulla di quel passato”. Un messaggio che tutti dovremmo sentire rivolto anche a noi in un mondo che, troppo spesso, dimentica ciò che non dovrebbe essere dimenticato.
Il prossimo incontro si terrà per la Commemorazione della Battaglia di Cisterna e S. Stefano Roero. Come sempre il calendario collegato è ricco di appuntamenti. Si partirà sabato 9 marzo 2013 a Cisterna d’Asti – alle ore 10,00 - con l’inaugurazione presso il Municipio della mostra “Non dimenticar le mie parole” a cura dell’Associazione Franco Casetta, seguirà la Commemorazione Ufficiale e la benedizione in Piazza Rino Rossino. Alla manifestazione prenderanno parte gli alunni delle Scuole dell’Infanzia e Primaria di Cisterna con “Risvegliamo la speranza: parole per un mondo migliore”. Si proseguirà lunedì 11 marzo 2013 alle ore 21,00, presso il Museo Arti e Mestieri di un tempo con la proiezione del documentario “Cisterna - popolazione e partigiani - la battaglia della nostra gente. Ricostruzione della battaglia di Cisterna e di Santo Stefano Roero, 6, 7 e 8 marzo 1945, attraverso la voce dei testimoni” realizzato da Laura Mo e Mario Benotto. Interverrà Mario Renosio dell’Israt.
Sabato 16 marzo 2013 alle ore 16,30 – presso il Museo Arti e Mestieri Asti – sarà presentato “Il libro delle Etichette e del Bosco della Costituzione” (ed. Israt) realizzato dai bambini delle Scuole dell’ Infanzia e Primaria di Cisterna.
Giovanna Cravanzola