Domenica, 31 Marzo 2013 | Scritto da: didattica

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MENZOGNA E MANIPOLAZIONE MEDIATICA

Sabato 6 aprile, il castello di Cisterna, in collaborazione con il gruppo culturale Oron Oronta e l’AIMC di Asti, per gli incontri promossi da CITTATTIVA. POLO PER L’ASTIGIANO E L’ALBESE, ha ospitato un interessante dibattito sulla menzogna e la manipolazione mediatica. Lo spunto è stato offerto dalla presentazione del libro di Franca D’Agostini, “Menzogna” edito da Bolla Boringhieri, autrice che si può definire un’esperta del concetto di verità, poiché ha scritto molte opere in merito.

La tesi dominante ruota intorno al concetto secondo cui la nostra epoca ha svalutato la verità: seppur si sostenga, forse per consolarci, che la verità trionfa sempre, l’esperienza ci dimostra il contrario. Il potere della ragione si è diffuso, portando con sé un aumento dei saperi che complica la verifica della verità, spesso delegata ad altri. Ricorrendo a vari esempi, tratti dall’esperienza sociale e politica italiana, la D’Agostini sottolinea il declino culturale del nostro Paese e intende far in modo che il lettore diventi “epistemicamente più esigente”, ossia in grado di smascherare i mentitori professionali, distogliendoli dal loro compito o, almeno, costringerli ad adottare strategie più sottili.

Per comprendere meglio quanto sostenuto, occorre domandarsi che cosa siano verità e menzogna e dove si collochino le loro origini. Entrambe si fondano sul linguaggio, ma nella mente umana nasce prima la menzogna, quando ci viene detto qualcosa sorge immediatamente il sospetto se si tratti della verità. Per lo studioso americano Daniel Stern, quando il bambino inizia a parlare, intorno ai 18 mesi, crea un cuneo tra ciò che prova con i sensi e ciò che riferisce mediante le parole, tra il Sé e il Falso Sé; proprio quest’ultimo è indispensabile a ciascuno di noi: nella convivenza civile è necessario mentire.

L’autrice tratteggia perciò un catalogo delle menzogne, oltre a quella semplice (consiste nel dire il falso) ne esistono varie tipologie ad esempio la menzogna di vaghezza (si basa sulla natura sfumata del falso) e la menzogna di distorsione (evidenzia certi aspetti, tralasciandone altri). Recentemente scomparso, Enzo Jannacci, nella canzone “Se me lo dicevo prima” riprende una formula che ripetiamo in molte occasioni per giustificarci, ma che lascia intravedere la mancanza di verità in modo lampante.

Freud ne “Il Motto di spirito” teorizza che solo quando si scherza si può dire tutto, anche la verità, che normalmente viene taciuta.

Il confine tra menzogna e manipolazione è davvero sottile; manipolare significa lavorare sulle credenze altrui in modo da indurre comportamenti che possono diventare dannosi per lo stesso individuo che se ne avvale o per gli altri. Si parte con una pre menzogna, costruendo una realtà fittizia su cui far agire il falso e si chiude con un’ ecomenzogna: un intero gruppo di persone o una nazione, vivono in una situazione costruita e falsa.

Lion Feuchtwanger nel suo testo “Odisseo e i maiali” immagina un proseguimento dell’Odissea e racconta che Ulisse,dopo 7 anni dal ritorno, ormai sessantenne, con le spalle curve e i capelli bianchi, torna sull’isola dei Feaci, il re Alcinoo gli organizza un grande banchetto a cui partecipa anche l’aedo Omero, che racconta le varie peripezie vissute dal protagonista, che nel ripercorrerle si emoziona, tranne in un caso, quando Circe trasforma lui e i suoi compagni in maiali. Ulisse ammette di aver mentito, l’unico compagno che tornerà alle sembianze umane rimpiangerà il rotolarsi nel fango e il grugnire libero dal dubbio. Appresa la verità, Omero dichiara che continuerà a raccontare l’episodio come aveva sempre fatto: molti uomini preferiscono sguazzare nel fango piuttosto che conoscere e soffrire.

Dall’analisi della D’Agostini emerge una visone drammatica, la strategia manipolatoria permea la nostre relazioni con gli altri e soprattutto con i mezzi di comunicazione di massa. Giornali, radio, Tv e web da strumenti per divulgare sono diventati qualcosa di cui diffidare, sta a noi provare quantomeno a trasformarli in occasione per esercitare la nostra facoltà critica e tentare di discernere il vero dal falso, per non rinunciare alla dignità e libertà che tanto faticosamente abbiamo conquistato.

Elena Cerruti

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