Giovedì, 23 Gennaio 2014 | Scritto da: didattica

Quando si parla di musica, non sempre sono considerate le innumerevoli valenze educative di cui è portatrice e che coinvolgono moltissimi ambiti dell’apprendimento ma anche quelli del vivere in comunità in modo attivo e responsabile. Roberto Beccaria, Francesco Bertone e Maria Teresa Milano nel loro libro “Musica, maestra!” (Ed. Sonda) hanno voluto proporre un percorso pensato per ascoltare, conoscere e abitare la musica.

Roberto Beccaria,dopo il conservatorio che gli ha fornito il bagaglio di tecnica esecutiva e compositiva per la direzione corale, è diventato docente di musica contribuendo così a portare la cultura musicale nella scuola, componente dei Trelilu, svolge l’attività concertistica e giurato in concorsi corali. Francesco Bertone, diplomato in contrabbasso nel 1991, affascinato dal basso elettrico, ha iniziato l’attività professionale. Ha suonato con Gian Maria Testa, Trelilu, Banda Osiris, Giorgio Conte, molti jazzisti ed ensemble classici e in allestimenti teatral-musicali. Ha collaborato a diverse incisioni discografiche e nel 2006 ha pubblicato Aritmiaritmetica (Videoradio), di cui è autore e solista. Maria Teresa Milano dopo un percorso classico col pianoforte, ha studiato tecnica vocale. Laureata in Filologia ebraica, ho conseguito il dottorato di ricerca in Ebraistica e dopo un corso di specializzazione in Israele su La musica della Shoah con il prof. David Bloch, ha creato progetti culturali e percorsi per scuole e istituzioni, in cui la musica diventa linguaggio e mezzo di trasmissione universale di contenuti. Autrice di saggi e performance teatral-musicali, canta in diverse formazioni.

Il libro – suddiviso in tre parti: ascoltare, cantare e conoscere – è stato presentato attraverso un percorso seminariale/laboratoriale il 15 maggio 2014 presso la Scuola Secondaria di Primo Grado di S. Damiano d’Asti. L’incontro rientra all’interno del calendario degli incontri “RECUPERI –AMO” organizzato dal Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese – I. C. di San Damiano d’Asti.  (LINK AI BRANI DA ASCOLTARE: http://www.sonda.it/musica-maestra-brani-da-ascoltare/)

L’introduzione dell’incontro è stata affidata a Maria Teresa Milano che ha proposto una riflessione su ciò che è la musica in un quotidiano che offre una grande possibilità di fruizione, dovuta alla diffusione di supporti di ultima generazione. Purtroppo ciò non ha determinato un miglioramento generalizzato in questo campo perché, parallelamente, tutto ciò non ha favorito una vera educazione musicale inserita in una più globale “educazione al bello” finalizzata ad uno sviluppo completo dell’individuo. Per questo la musica, che dovrebbe essere uno strumento di aggregazione, viene vista sovente come un mezzo per raggiungere il successo e la notorietà anche grazie a diversi programmi televisivi che la propongono in questa ottica. Infatti, è aumentato il numero di chi frequenta corsi musicali di stumento o di canto ma, parallelamente, non sono cresciute le competenze in questo campo.

Compito della scuola di base non dovrebbe essere quello di coltivare eccellenze in campo musicale ma permettere a bambini e ragazzi di star bene dentro la musica e di far nascere l’amore e la curiosità per i diversi generi musicali. Tutto ciò è possibile anche senza il supporto di attrezzature specifiche o di una preparazione superspecialistica da parte degli insegnanti, in particolar modo quelli delle scuole dell’infanzia e primaria. In quest’ottica la musica non dovrebbe essere più utilizzata per proporre dei contenuti in modo parallelo e sussidiario alle altre materie ma diventare uno strumento di conoscenza trasversale alle altre discipline.

L’ascolto, di cui ha parlato Roberto Beccaria, va proprio in questa direzione perché è alla base di ogni comunicazione, musicale o non, e si educa già francesco bertonedalla più tenera età. Si ascolta per piacere, per imparare, per distinguere… ma l’ascolto richiede pazienza, rispetto, spirito critico. L’ascolto – anche con mezzi molto semplici – permette la produzione, può essere associata o no all’immagine, permette di fare dei paragoni, di cogliere somiglianze e differenze, stimola la logica e la creatività. A dimostrazione di tutto questo si sono svolte delle brevi attività laboratoriali con l’utilizzo di mezzi poveri.

L’utilizzo di materiali di recupero è un altro modo per fare musica partendo da oggetti destinati al bidone dell’immondizia o reinventandone altri di uso comune. Francesco Bertone, partendo da vanghe, tappi di alluminio, vaschette di polistirolo, racchette da ping pong e molti, molti altri, ha presentato un ricchissimo repertorio (ed era solo una parte) di tutto ciò che di musicale si può costruire partendo dallla fantasia. Una galleria di oggetti stravaganti, pieni d’inventiva e di creatività che hanno anche la prerogativa, in questi tempi di crisi, di farci comprendere che non sempre ciò che costa di più è migliore di ciò che possiamo costruirci da soli salvaguardando anche l’ambiente.

Musica che coinvolge, educa, insegna e smuove risorse nascoste e rispolvera la buona vecchia l’arte di arrangiarsi, ma può essere anche veicolo per comprendere la diversità intesa come risorsa e non come colpa. La musica, come ha spiegato Maria Teresa Milano, può essere un veicolo per comprendere il razzismo e le discriminazioni nel presente e nel passato, una risorsa davvero grande che dovrebbe essere messa a disposizione davvero di tutti.

Nel prossimo incontro, che si terrà a Cisterna d’Asti il 14 febbraio 2014, sarà presentato il libro Orsi, spose e carnevali di Paolo Ferruccio Cuniberti che sarà presente. Ingresso libero.

Giovanna Cravanzola

Sezione: formazione
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