”IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO DI SAN DAMIANO D’ASTI: QUALI TRASFORMAZIONI E QUALE FUTURO?
SECONDO APPUNTAMENTO”
10^ INCONTRO POLO CITTATTIVA PER L’ASTIGIANO E L’ALBESE PER L’A.S. ‘14/’15
La registrazione dell’incontro è scaricabile alla pagina:
http://www.scuolealmuseo.it/registrazioni/biogas/biogas_genn15.mp3
A nove mesi dal primo appuntamento, mercoledì 21 marzo 2015 – presso il teatrino parrocchiale “Beppe Olivetti” di Cisterna d’Asti - il Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese ha organizzato – in collaborazione con il Museo Arti e Mestieri di un Tempo e al Comune di Cisterna d’Asti - un secondo incontro pubblico in relazione alle possibili trasformazioni dell’ impianto di Compostaggio di S. Damiano d’Asti. Era presente il Consiglio di Amministrazione dell’azienda Gaia, sindaci, vicesindaci, amministratori dei comuni interessati, l’assessore provinciale Luca Quaglia e numerosi abitanti. La serata è stata introdotta da Tiziana Mo che ha ripercorso con i presenti le tappe che hanno preceduto l’iniziativa informativa che, per l’appunto, ha avuto lo scopo di portare a conoscenza della popolazione le proposte di modifica dell’ impianto e, ovviamente, le loro motivazioni. Nella precedente riunione, infatti, si era siglato con l’azienda l’intento comune di portare a conoscenza dei cittadini tutti gli sviluppi del progetto. Proprio per questo, nelle scorse settimane, l’azienda stessa aveva contattato l’ing. Gabriele Gerbi, in qualità di portavoce degli organizzatori dell’ incontro, per informarlo delle novità sopraggiunte. Subito dopo, ha preso la parola il Presidente di Gaia Spa, l’ ing. Luigi Visconti che, prima di entrare nel merito della questione, ha voluto sottolineare fortemente che l’azienda è di proprietà di tutti i cittadini astigiani in quanto tutti i comuni ne sono proprietari. Per questo motivo, è possibile attuare solo ciò che viene votato dagli azionisti e cioè dai sindaci interessati. Pertanto sono state e saranno attuate soltanto quelle azioni che vadano a favore delle comunità coinvolte anche se, ovviamente, il trattamento dei rifiuti, per sua natura, determina delle difficoltà. Ha poi resi noti i principali obiettivi dell’azienda che sono, in primo luogo, quelli di evitare l’aggravio dei costi per la popolazione ed il peggioramento dell’ impatto ambientale. In questo periodo si sta modificando, in generale, l’assetto delle società come Gaia ed è indispensabile cercare di avvicinare un partner solido. Si è preparato quindi un piano industriale generale dell’azienda, simile al precedente presentato nel marzo 2014 ma, con la modifica in impianto a biogas, si è prevista la produzione di biometano (anche per il trasporto) che, in questo momento, gode di più incentivi e determina un minor impatto ambientale. Ha preso poi la parola l’ing. Fischetti che ha presentato il progetto sottolineando il fatto che verrà considerato una bozza fino a quando non saranno reperite le risorse necessarie e, soprattutto, l’assenso dei sindaci all’ingresso di un partner e all’approvazione del progetto finale. La proposta prevede, per l’appunto, la riconversione dell’ impianto di Lesche Carbonera in uno per la produzione di biogas con i prodotti della lavorazione dei rifiuti umidi di tipo domestico che non determinerebbe, secondo l’ing., impatto ambientale. È stato ulteriormente sottolineato che uno degli obiettivi è promuovere la trasparenza con i cittadini ed accogliere le proposte più vantaggiose. Il nuovo progetto vorrebbe: ammodernare l’impianto, garantire un miglioramento dell’impatto ambientale attuale insieme alla salubrità dei luoghi di lavoro per i dipendenti, contenere i costi ed aumentare i ricavi anche in virtù di un aumento dei rifiuti umidi conferiti e una diminuzione dei costi sia energetici che derivanti dallo smaltimento dei percolati. Obiettivo di partenza, in ogni caso, è la necessità di rinnovare l’impianto che, ormai, risulta obsoleto. Inoltre gli altri obiettivi sono: isolare la lavorazione e la parte attiva del processo, incrementare la produttività, produrre energia e biometano ma anche evitare sfruttamento di nuovo suolo. Le modifiche, inoltre, permetterebbero la riorganizzazione e l’adeguamento del processo di compostaggio, la revisione del sistema di trattamento dell’area, l’utilizzo del processo anaerobico, la riduzione degli odori sgradevoli, di evitare incidenti durante il transito dei mezzi autorizzati al conferimento. Il progetto generale è composto da tre parti che potranno essere attuate anche in modo indipendente e prevedono, per ciascuno, costi e tempi diversi per l’attuazione.
L’ing. Gerbi, che si occupa della progettazione di impianti a biogas, partendo comunque dal presupposto che le azioni che portano a considerare i rifiuti come una risorsa sono comunque positivi, ha sollevato alcuni interrogativi in merito alla provenienza dei rifiuti da trattare e anche rispetto alla loro qualità e al fatto che le maggiori entrate finanziarie sarebbero comunque determinate dalla lavorazione di una quantità molto più grande di rifiuti. Ha ribadito inoltre che, nel progettare impianti come quello in questione, occorre essere estremamente lungimiranti al fine di evitare problematiche sia nel breve ma anche nel lungo periodo. Nel rispondere a questi interrogativi, i responsabili di Gaia hanno sottolineato che il progetto è stato studiato per poter usufruire della massima potenzialità a fronte di alcune considerazioni. La prima riguarda la richiesta di impianti di lavorazione sia in Piemonte che in regioni limitrofe. Ovviamente la presenza di impurità – dovuta sempre ad un cattivo compostaggio domestico – determina la necessità di un maggior sforzo per eliminarle ma già oggi accade. Inoltre si è ingrandito il progetto al fine di attirare dei finanziatori (a cui viene richiesta, oltre ovviamente il supporto economico, la disponibilità di un termovalorizzatore) massimizzando al massimo la proposta. L’ing. Visconti ha però sottolineato che l’investitore eventuale non parteciperà nello specifico solo al piano relativo all’impianto sandamianese ma, globalmente, a tutto il piano relativo all’azienda e, eventualmente, potrebbe anche non essere interessato alle modifiche indicate che, comunque, dovrebbero essere votate dalla maggioranza composta al 55% dai sindaci mentre il 45% sarebbero le quote destinate al socio esterno. Nel suo intervento l’assessore Quaglia ha portato le perplessità della Provincia in relazione, ad esempio, alla situazione della strada provinciale attigua all’ impianto che, già attualmente, versa in condizioni precarie e che non potrebbe sostenere ulteriormente il traffico di veicoli pesanti. Altra incognita è relativa all’impatto ambientale che non potrebbe, assolutamente, aggravare una situazione che, nel corso degli anni, è già stata molto pensante per gli abitanti delle zone limitrofe e non solo. A questo proposito, numerosi sono stati gli interventi da parte del Sindaco Caliendo di S. Damiano (che ha reso noto che la sua amministrazione ha già dato mandato ad un ingegnere ambientale per ulteriori approfondimenti), Tealdi di Ferrere, Franco di Cantarana, dell’ing. Gerbi e di numerosi abitanti delle zone interessate. Il Sindaco di Cantarana si è dichiarata molto interessata alla nomina di un esperto come a S. Damiano ed ha proposto agli altri amministratori locali di unirsi all’ iniziativa.
Numerosissimi sono stati gli altri interrogativi ai quali è stata data risposta dai responsabili della ditta in relazione ai vantaggi per la popolazione, ai dubbi sulla tempistica, i costi e la presenza di soci esterni e ai vantaggi che otterrebbero gli stessi ma anche sull’effettiva riduzione delle emissioni odorose ed i pericoli per la salute dei cittadini in relazione alla produzione di biogas. I dirigenti della ditta hanno sottolineato la mancanza di scarti pericolosi, rispetto al rischio di inquinamento delle falde, hanno ricordato la presenza di sette pozzi di monitoraggio attualmente già operanti e presenti. In relazione ai pericoli derivanti dal biogas, i dati in loro possesso si riferiscono a quello prodotto da biomasse di tipo diverso. Rispetto alle emissioni odorose, sicuramente sarebbero inferiori ma, attualmente, non è possibile quantificare in modo preciso la riduzione. Si è però reso noto che, il progetto, è stato prodotto dopo aver verificato numerosi altri impianti già funzionanti in Italia. La presenza di azionisti esterni, invece, si rende necessaria al fine di non gravare ulteriormente su comuni e cittadini aumentando, nel primo caso, il capitale e, nel secondo, le tariffe. Infatti, allo stato attuale, pur essendo in pareggio di bilancio, l’azienda non detiene fondi sufficienti per rimodernare, nello specifico, l’impianto di Lesche Carbonera che, come già ribatito, è un’operazione assolutamente necessaria.
L’azienda, però, si è resa e si renderà disponibile per qualsiasi incontro e proposta in quanto non ha alcun interesse a produrre degli effetti che danneggino l’ambiente e la salute della popolazione. Al termine dell’incontro, davvero molto partecipato nonostante la breve nevicata, Tiziana Mo ha ringraziato i presenti annunciando che, nei prossimi mesi, ci saranno sicuramente altri incontri organizzati dal Polo Cittattiva e dal Museo ed ha invitato gli amministratori a proporre anche nei loro comuni altre serate informative sull’argomento.
Infatti, molti e complessi sono gli aspetti che devono essere considerati: la mancanza di fondi strettamente connessa a quella di non aumentare le tariffe unita alla necessità di smaltire i rifiuti tutelando, però, l’ambiente e la salute dei cittadini… a cui non può essere data una risposta facile.
Giovanna Cravanzola