Venerdì, 13 Marzo 2015 | Scritto da: didattica

RACCONTARE LA STORIA DEGLI INDIVIDUI NELLA STORIA

FAUSTINO NOVARA: UN EROE DELLA RESISTENZA

18^ INCONTRO POLO CITTATTIVA PER L’ASTIGIANO E L’ALBESE PER L’A.S. ‘14/’15

Lunedì 9 marzo 2015, presso il Teatrino Parrocchiale “B. Olivetti”, si è svolto l’incontro “Raccontare la storia degli individui nella storia - Faustino Novara: un eroe della Resistenza” ultimo incontro del ricchissimo calendario delle iniziative relative alla  Commemorazione della Battaglia di Cisterna e S. Stefano Roero organizzate dal Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese (I.C. di San Damiano d’Asti) con il Comune - Museo Arti e Mestieri, l’ Israt, le Parrocchie di Cisterna e Valle S. Matteo e l’Associazione Franco Casetta di Canale.

Ma chi era Faustino Novara e quali sono le ragioni che hanno spinto a realizzare questo lavoro?

A rispondere Mario Benotto, appassionato di storia locale ed autore del documentario presentato: “Faustino Novara era nato a Cisterna d’Asti, per la precisione in fraz. Valle S. Matteo però, in giovane età, con la famiglia aveva dovuto trasferirsi in un altro paese. Una volta adulto, per una serie di vicende, aveva scelto di unirsi alla lotta partigiana pagando a caro prezzo questa decisione.

Infatti, durante un’ operazione di controllo del territorio ai primi di settembre, era stato catturato e imprigionato per un mese nel carcere di Asti. Inizialmente si era sperato nella possibilità di salvargli la vita attraverso uno scambio di prigionieri ma, all’ultimo momento, venne decisa la sua esecuzione un mese dopo la cattura. Probabilmente si trattò di una rappresaglia che aveva uno scopo “educativo” per gli altri ribelli della zona. La sua fu una morte orribile: venne impiccato con un gancio da macellaio ad un balcone di Casa Vigna che venne scelta per la sua posizione al centro di un crocevia di strade. Non fu possibile rimuovere il suo corpo per ben tre giorni. Questa storia, mi aveva sempre colpito soprattutto perché relativa ad un partigiano che si mosse nel territorio in cui vivevo. Così, nel 2011, il lavoro ha avuto la sua conclusione. Ho potuto contare su molti contributi. Ad esempio, a Cantarana, c’era ancora uno dei nipoti di Faustino che proveniva da una famiglia molto numerosa. Si trattava di Pasqualino Novara che, nel corso del tempo, aveva raccolto numerosi materiali sullo zio.

Proprio in quel periodo, inoltre, durante la ristrutturazione della casa che vide la morte di Faustino, era stata rimossa la lapide che lo ricordava. Un motivo in più per proseguire la ricerca. Durante la lavorazione, poi, Pasqualino aveva rintracciato Pietro Rabino ed aveva scoperto che quest’ultimo aveva assistito all’esecuzione. Tutto questo materiale è confluito nella produzione di una piccola fiction. Questo lavoro, come gli altri che ho realizzato, hanno avuto lo scopo di dare voce a tutte le lapidi sparse sul nostro territorio di cui, spesso, visto anche  il linguaggio utilizzato, è difficile comprendere la storia. Invece è giusto comprendere e ricordare.

Faustino Novara, insieme e Luigi Capriolo furono gli unici partigiani sul territorio ad essere uccisi per impiccagione. Capriolo, anche se non era della zona, venne impiccato con una corda a Villafranca. Povere vittime di un periodo oscuro”.

Durante la serata, Mario Renosio direttore dell’ Israt di Asti ha parlato della ricerca storica e dell’ importanza di quella condotta a livello locale che, nel corso degli anni, ha consentito il reperimento di molto materiale che, altrimenti, sarebbe andato disperso.

Giovanna Cravanzola

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