Sabato, 21 Marzo 2015 | Scritto da: didattica

“ANCORA UNA VOLTA

NUOVE STORIE PIEMONTESI ”

21^ INCONTRO POLO CITTATTIVA PER L’ASTIGIANO E L’ALBESE PER L’A.S. ‘14/’15

Ormai si tratta di modernariato ma, prima o poi, a ciascuno di noi è capitato di imbattersi in un libro “in fogli e copertina”. Partendo dalla nostra infanzia, sono quegli oggetti che abbiamo dimenticato sul tavolo proprio quella mattina che la maestra aveva minacciato note “come confetti” a chi non li avesse in cartella. Più tardi sono stati quelli che hanno lasciato un segno in noi: purtroppo, spesso, solo quello dei manici dello zaino sulle nostre spalle a causa del loro peso. Più avanti, per qualcuno, sono diventati un utile ausilio per sorreggere un tavolo zoppo, oppure, grazie al riciclo creativo, si sono trasformati in ottimo materiale per il decoupage. Qualcuno li ha tirati, qualcuno li ha raccolti… qualcun altro li ha letti.

In casi più fortunati, siamo riusciti a sentire le loro voci che ci chiamavano dagli scaffali di una libreria per dirci che loro, proprio loro, erano stati scritti per noi. Allora è stato amore a prima vista.

Altre volte, si è stati ancora più fortunati e ci si è imbattuti in un vero e proprio degustatore di libri che, dopo averti scrutato un secondo, come un bravo chiromante, ha saputo subito cosa faceva per te.

Alessandro Dutto è uno di questi. Come un vero e proprio sommelier, ti incanta raccontando i libri come fossero vini. Annate, aromi e profumi si mescolano nei tuoi pensieri e, all’ improvviso, gusti  quelle fragranze come se realmente fossero arrivate al tuo bicchiere. Poi, una volta a casa, stappando la bottiglia, ti accorgi di non aver sbagliato.

Quello era davvero il vino che stavi cercando.

Alessandro Dutto non è solo questo perché, oltre a riconoscere i vini giusti, a volte ne produce anche di propri. Infatti fa l’editore (Araba Fenice) e conosce ad uno ad uno i volumi che ha pubblicato come veri e propri figli. Ma, oltre a pubblicarli, è anche uno scrittore capace di mescolare storie vecchie e nuove in una formula vincente. Così, dopo “Storie piemontesi” è nato “Ancora una volta. Nuove storie piemontesi” che è stato presentato  giovedì 26 marzo 2015, presso il Castello di Cisterna. La serata è stata organizzata dal Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese (I.C. di San Damiano d’Asti) e dal Museo Arti e Mestieri di Cisterna d’Asti.

Masche, nobili meschini, storie di un Piemonte passato, mescolano le loro carte con le storie di oggi che, nonostante l’apparenza di novità, portano con sé tutti i vizi e qualche virtù dell’uomo. Così, sulla nostra strada, compaiono settantenni contesi da giovani pretendenti desiderose di arrivare più al codice iban che al loro cuore. Oppure ci imbattiamo nella retorica a buon prezzo di chi vede, in chiunque altro, un nemico, pronto a prendersi tutto senza chiedere neanche “per favore”. È la storia che troviamo in Hu dove un pensionato attacca i cinesi della zona senza rendersi conto che il lavoro che li accusa di rubare è quello che nessun giovane italiano si adeguerebbe a fare.

È un mondo di storie mitiche che sono smitizzate come quella del pastore Gelindo che racconta di aver accompagnato la Sacra Famiglia quando, per due anni, ha vissuto lontano da casa una relazione extra coniugale senza dare notizie alla moglie che ora è furiosa.

Al contrario, le storie comuni sono mitizzate come la storia di una domenica di luglio passata al bar di un paese deserto.

Viaggiando all’interno del libro, ti accorgi che i protagonisti delle storie li conosci anche tu: sono il tuo vicino di casa, l’integralista piemontese che, nonostante sia intervistata sulla sconcertante presenza delle mummia di una donna in una casa del cuneese, continua a sostenere che la colpa di tutto è dei moru, quelli che non sono dei nostri… anzi, uno di quei protagonisti potresti essere anche tu!

Ma tra quelle pagine, trovi anche la nostalgia dei giochi in un cortile, delle partite di pallone quando a giocare c’erano solo i bambini ed i genitori badavano alle loro faccende.  Pagine piene di ironia ma, a volte, anche di un pizzico di tristezza per il tempo che, senza che ce ne accorgessimo, ci è sfuggito dalle mani.

Alessandro Dutto, oltre ad utilizzare sapientemente le parole, dimostra di amare le persone e le storie che raccontano, come piccoli scrigni chiusi pronti ad aprirsi con chi è in grado di ascoltare veramente.

Qualità sempre più rara in un mondo che va sempre più di fretta.

Il prossimo incontro si terrà venerdì 10 aprile 2015. Titolo dell’appuntamento “Femminile plurale: declinazioni della vita e del pensiero delle donne”. Ne discuteranno Stella Morra (sociologa e teologa, vice presidente del Coordinamento delle Teologhe Italiane, insegna alla Pontificia Università Gregoriana e al Pontificio Ateneo Sant’Anselmo. Accanto all’attività accademica, svolge attività di formazione a vari livelli per diocesi e associazioni cattoliche e nell’Associazione Culturale L’Atrio dei Gentili) e don Marco Gallo (docente di teologia dei sacramenti, direttore dell’Ufficio Catechistico (Saluzzo) e Viceparroco a Verzuolo) L’ingresso è libero.

Giovanna Cravanzola


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