Mercoledì, 4 Novembre 2015 | Scritto da: didattica

RACCONTI DA TERRE LONTANE.

EMERGENCY INCONTRA I BAMBINI DELLA SCUOLA PRIMARIA DI CISTERNA D’ASTI


Proseguono gli incontri e le “lezioni” particolari per gli alunni della Scuola Primaria di Cisterna d’Asti all’interno delle iniziative del progetto “RECUPERI –AMO – PARTE TERZA” promosso dal Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese – I. C. di San Damiano d’Asti,  in collaborazione con la Fondazione Crasti, il Museo e il Comune di Cisterna d’Asti.

Mercoledì 4 novembre 2015, Pierangelo Vaccaneo, volontario di Emergency, è intervenuto con gli alunni delle classi 2^, 3^, 4^, 5^ per parlare di terre lontane.  Punto di partenza è stata la riflessione sul termine “volontariato” e la visione di un cartone animato “Costruiamo la luce” realizzato da Elisa Bertolotti per Emergency che narra la storia vera di come la luce elettrica sia arrivata nel 2001 ad Anabah, un piccolo villaggio che si trova nella Valle del Panshir.

I bambini, in questo modo hanno potuto riflettere su come un gesto di pace in tempo di guerra, sia stato in grado di modificare positivamente le vite degli abitanti di questa piccola località. Emergency promuove queste azioni proprio in quelle zone del mondo martoriate dalla guerra nelle quali, purtroppo, non esistono fondi destinati alla sanità pubblica perché i soldi servono a finanziare le guerre. Così, in questi Paesi, l’ assistenza sanitaria è di tipo privato all’interno di ospedali gestiti da multinazionali olandesi e belghe e, ovviamente, possono rivolgersi a queste strutture pochissime persone a causa dei costi elevatissimi. In questi anni, Emergency ha costruito moltissimi ospedali in tutto il mondo, prestando servizi di eccellenza. Dal 1994, sono state curate 4 milioni e mezzo di persone in cinque Paesi diversi tra i quali, negli ultimi anni, anche l’Italia.

I bambini hanno potuto conoscere e riflettere su alcuni dati che, nella maggior parte dei casi, non vengono forniti dai mezzi di comunicazione ufficiali. Ad esempio, il fatto che l’Italia sia dopo la Cina,  il secondo produttore mondiale di armi, tra le quali le mine antiuomo. Sono venuti a conoscenza del fatto che queste ultime si suddividono in storpianti e letali. Le prime destinate a causare un danno permanente nei corpi delle persone, le seconde ad uccidere e straziare senza appello.

Purtroppo le vittime di questi ordigni infernali sono proprio i bambini che, sovente, non hanno la possibilità di frequentare una scuola. Avrebbero almeno il diritto di giocare ma anche questo costituisce un pericolo in quanto ogni oggetto raccolto o calpestato può determinare che futuro verrà loro riservato.

In questi anni Emergency ha lavorato per offrire un’altra possibilità a questi bambini mediante la chirurgia ricostruttiva e l’utilizzo di protesi sempre più avanzate.

Ma il suo scopo non è solo quello di curare le ferite del corpo ma anche quelle dello spirito non solo del singolo ma delle comunità rispettandone fino in fondo gli usi e i costumi. Infatti gli ospedali di Emergency sorgono pensando alla funzionalità ma anche all’idea di bello che, spesso, è la migliore medicina per curare le ferite dell’anima. Inoltre la costruzione viene effettuata impiegando maestranze e, il più possibile, materiali locali permettendo, in questo modo, di fornire sostentamento a intere famiglie. Non solo, i medici volontari offrono anche un’ opera didattica per formare medici ed infermieri locali con la prospettiva, nei tempi necessari, di donare la struttura alla popolazione per renderla indipendente ed emancipata nella sua gestione.

Tutto ciò ha permesso e permette di tenere accesa la speranza anche in luoghi dove sembrerebbe impossibile addirittura immaginarlo.

Giovanna Cravanzola

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