”GIORGIO FERRARIS RACCONTA LA CAMPAGNA DI RUSSIA DI GIACOMO ALBERTI ALPINO DELLA CUNEENSE“
12^ INCONTRO POLO CITTATTIVA PER L’ASTIGIANO E L’ALBESE PER L’A.S. ‘15/’16
In occasione della prossima inaugurazione del “Parco degli Alpini” di S. Damiano d’Asti, del 71° anniversario della Liberazione e dell’ 86esima Adunata degli Alpini che si terrà ad Asti, la Chiesa della Confraternita di S. Giuseppe di S. Damiano ha ospitato un’ iniziativa nella quale storia, musica ed emozioni si sono fuse in un’unica intensa voce. La presentazione del libro ”In prima linea a Nowo Postojalowka. La campagna di Russia di Giacomo Alberti alpino della cuneense” (Ed. Araba Fenice)di Giorgio Ferraris, è stato organizzato dal Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese, l’Associazione “Amici di S. Rocco”, la Sezione Alpini di S. Damiano d’Asti, l’Israt, il “Comitato Chiesa di S. Giuseppe”, la Corale Santostefanese e l’Associazione Aimc di Asti, il gruppo Dimar – Supermercati Famila (che ha offerto il rinfresco).
Alessandro Cerrato ha introdotto per la seconda volta l’autore che era già stato ospite del Polo Cittattiva a S. Damiano d’Asti per presentare il suo precedente lavoro “Alpini dal Tanaro al Don”. Ferraris è stato maestro elementare, consigliere regionale e, attualmente, è sindaco di Ormea. Questo suo secondo volume, come il precedente, nasce da una grande passione per le vicende degli alpini della cuneense durante la Campagna di Russia e anche all’incontro con Giacomo Alberti che vi prese parte. Nato nel 1921 a Caramagna in una famiglia poverissima, forse proprio per riscattare la sua vita nei mesi di guerra, Giacomo Alberti divenne uno dei più importanti imprenditori del cuneese. Venne arruolato negli alpini e, successivamente, nel Battaglione Pieve di Teco che faceva parte della Divisione Alpina Cuneense. Partì il 17 luglio del 1942 completamente ignaro di quanto gli sarebbe accaduto e, anzi, molto riconoscente nei confronti dell’arma che gli permetteva di apprendere cose nuove e di vistare luoghi sconosciuti. Intanto, tutti ne erano convinti, la guerra sarebbe durata pochissimo e, in breve, si sarebbe ritornati a casa carichi di esperienze da raccontare. Come la storia di insegna, invece, le cose andarono diversamente e gli alpini, abituati a muoversi sulle montagne, si trovarono a presidiare la prima linea del fronte sul fiume Don. Fino a metà gennaio 1943, la vita dei soldati sembrava scorrere tranquilla quando, all’improvviso, al plotone, guidato dal tenente Bruzzone, di cui faceva parte anche Giacomo, venne dato l’ordine di coprire con dei diversivi la ritirata dei compagni. In realtà, si era già deciso di sacrificare questi soldati perché, ormai, la situazione era precipitata inesorabilmente. Successivamente sarebbe arrivato qualcuno con l’ ordine di raggiungere il resto del battaglione ma il plotone non riuscì a riunirsi ai compagni. Ormai decimati, si ritrovarono a combattere nella terribile battaglia di Nowo Postojalowka dove perirono tragicamente un numero incredibile di alpini. Purtroppo, la triste pagina della battaglia di Nowo Postojalowka, non essendo rimasto in vita nessun ufficiale a raccontarla ed essendo ignoti i nomi dei luoghi ai sopravvissuti, venne per moltissimi anni ignorata. Inoltre, al termine del conflitto, l’Italia non aveva alcun interesse a ricordare la vicenda della Campagna di Russia che ci vedeva come invasori di un territorio straniero. Così si cercò di ignorare tutta la vicenda e molti dei sopravvissuti, per tutto il resto della loro vita, preferirono non farne parola con nessuno. I reduci, proprio per questo, patirono una sorta di spaesamento mentre furono anni disperati quelli che seguirono per tutte le famiglie delle vittime e dei dispersi. Invano, continuarono la ricerca dei loro congiunti per il resto della loro vita nella vana convinzione che, un giorno, sarebbero ritornati rompendo l’incantesimo. Un’intera generazione venne distrutta. Basti pensare da che Cuneo, nell’estate del 1942, gli alpini erano partiti su 200 tradotte mentre nel 1943 ne furono sufficienti 17 per riportare a casa i resti di questo corpo d’armata. Rispondendo all’ultima domanda di Cerrato, Ferraris ha sottolineato che, oggi più che mai, ha senso rinnovare il ricordo di questa vicenda in tutti ma, soprattutto, nelle nuove generazioni. Lo si deve a quei ragazzi traditi, alle loro famiglie ma anche per fermare nella memoria questa vicenda di cui si parla ancora troppo poco. Comunque un paese (e anche un Paese) si riconosce non solo per il numero di commemorazioni in cui qualche autorità è immobile a fissare una statua - in modo retorico e vuoto - ma dalla capacità di un popolo, della gente (dei più e dei meno giovani) di ricordare e di mantenere vivo un ricordo perché, come si è già scritto in passato, altrimenti le parole: “… che non succeda più… “ rimangono un triste e inutile slogan: troppo facile da pronunciare ma troppo difficile da praticare poiché il mondo di domani lo si sta costruendo già oggi, purtroppo. Giacomo Alberti, dopo essere sopravvissuto a questa tragedia, è morto durante un incidente stradale il 23 marzo 2012 ma anche un libro servirà a non dimenticare né lui né i suoi compagni. Durante l’incontro è stata letta una lettera scritta dalla sandamianese Rosa Monticone a Pio XII il 19 settembre 1942. Nel documento, conservato nell’Archivio Vaticano relativamente all’ Ufficio Informazioni Vaticano per i Prigionieri di Guerra Istituito Da Pio XII (1939-1947), la donna chiedeva informazioni sull’ultimo dei suoi sei figli, Ernesto Gallo- 54° Regg. Fanteria nato nel giugno del ‘22 a San Damiano d’Asti e disperso il 20 agosto del 42 sul Don. Purtroppo, il ragazzo non tornerà più a casa essendo dichiarato morto in luogo sconosciuto il 21 agosto 1942. Il pomeriggio è stato accompagnato dalle voci della Corale di S. Stefano Roero che, ancora una volta, hanno animato con passione uno degli incontro proposti dal Polo Cittattiva. Gli organizzatori sottolineano inoltre la disponibilità delle sig.re Luisa Giovine e Anna Rattazzi - fra le responsabili della manutenzione della Chiesa di S. Giuseppe- e del parrocco Don Antonio Delmastro per l’aiuto offerto per l’allestimento degli spazi.
Il prossimo incontro del Polo Cittattiva, si terrà lunedì 25 aprile 2015 alle ore 18,00 presso il Castello di Cisterna d’Asti. Verrà presentato lo spettacolo teatrale “Filo Spinato e scarpe rosse” di Ornella Giordano e Nicole Ninotto. Attraverso letture, musiche, canzoni e video si parlerà delle donne vittime di violenza a partire dalla seconda guerra mondiale fino all’attuale quotidianità. L’iniziativa è offerta dall’Israt con ingresso gratuito. L’incontro è valido ai fini dell’aggiornamento degli insegnanti di ogni ordine e grado.
Giovanna Cravanzola