PRIMARADIO: INTERVISTA, DEL 19 MAGGIO, A LUCA BARALDO :
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“AFRICA, ITALIA, PIEMONTE… COROMORO IN CONCERTO CISTERNA D’ASTI”
Quando un ragazzo italiano varca i confini del suo Paese, per cercare lavoro e fortuna all’estero, è subito portato come esempio di coraggio e di apertura mentale verso un mondo globalizzato che deve essere scoperto, analizzato e, soprattutto vissuto. È un cervello in fuga.
E’ un viaggio tranquillo e sono noti a quel ragazzo la destinazione e l’orario di arrivo.
Ci sarà una casa ad attenderlo: potrà essere il divano di un amico a ospitarlo per qualche tempo ma, intorno, ci saranno sempre delle pareti e, sopra alla testa, un tetto. Qualcuno lo accoglierà e, forse, quel ragazzo deciderà di stabilire la sua vita in quel nuovo Paese che ha creduto in lui.
Quando un ragazzo africano varca i confini del suo Paese, per cercare semplicemente una prospettiva di vita per sé e la sua famiglia, è salutato dai suoi parenti con il dolore nel cuore e la speranza che possa realizzare almeno un sogno piccolo ma grande abbastanza anche per tutti quelli che invece dovranno restare. Il ragazzo sa quando parte, ma non può conoscere il giorno del suo arrivo… se e quando questo succederà. C’è un deserto da superare, amici da perdere per sempre lungo il cammino, mesi ad aspettare, fame e sete da sopportare, il mare da attraversare, una costa da toccare… forse. Eppure al termine di tutto questo viaggio infinito, quel ragazzo africano non è considerato un cervello in fuga dal suo Paese per arricchire quello in cui approderà ma, sovente, un ladro, un terrorista, uno scansafatiche, un profittatore arrivato nella Terra Promessa in cerca di vita facile, lusso e molto altro alle spalle degli autoctoni.
Eppure i due ragazzi che sono partiti, pur avendo storie diverse, hanno molto in comune: l’età, i sogni… la speranza che qualcosa di buono, alla fine, succederà. E speranza ed entusiasmo si potevano leggere negli occhi dei ragazzi del Coromoro che si sono esibiti in concerto venerdì 20 maggio 2016 alle ore 21,00 al Castello di Cisterna d’Asti all’interno del Progetto “Recuperi – amo parte terza” organizzato dal Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese – I.C. di S. Damiano d’Asti con il Museo Arti e Mestieri di un Tempo, la Fondazione Crasti, e l’Aimc di Asti.
Nel salone del castello gremito, i componenti del gruppo, formato da giovani richiedenti asilo politico nelle Valli di Lanzo (Ceres-Pessinetto), hanno coinvolto tutti i presenti grazie al ritmo e alla melodia con le quali hanno eseguito canzoni tradizionali dialettali e non. Diverse le loro provenienze: Gambia, Ghana, Costa d’Avorio e Senegal e un arrivo in Piemonte dopo varie vicissitudini. La formazione è nata nel novembre 2014 per iniziativa di due cinquantenni attivi da sempre nel sociale: Luca Baraldo e Laura Castelli.
Questo gruppo è un esempio di come, anche attraverso la musica, sia possibile offrire opportunità di inclusione ma il Coromoro non è solo questo.
Ascoltando la loro esecuzione, queste musiche antiche hanno preso forma con un ritmo vitale che le ha fatte ritornare attuali. Sono le canzoni semplici che cantavano i nostri bisnonni all’inizio del secolo scorso e, forse, prima ancora quando molti di loro – specialmente i fortunati che non l’avevano conosciuta a causa della guerra – non riuscivano neppure a immaginarla l’Africa.
Eppure quelle canzoni raccontano storie universali come quelle dell’ emigrazione dovuta alla povertà, di figlie scellerate che non vogliono ascoltare i genitori che vorrebbero darle in spose a mariti migliori, di pastorelle che danno il ben servito a cavalieri valorosi e così via. Forse le parole non sono le stesse, ma queste canzoni parlano tutte di un sola cosa: l’ uomo. Un’umanità che questi ragazzi sono stati davvero capaci di far emergere e donare a chi li ha ascoltati al Castello di Cisterna, specialmente i numerosissimi bambini che, forse, si sono resi conto che il mondo è davvero molto più piccolo di quanto sembri e che, per toccare l’Africa, a volte basta essere in grado di porgere la mano.
L’augurio per questi ragazzi è che possano realizzare le loro speranze in Italia ma anche che, un giorno non troppo lontano, abbiano la prospettiva di poter scegliere di ritornare nel proprio Paese e ritrovare e riabbracciare tutti quelli che hanno dovuto abbandonare.
Una serata veramente magica anche per la calorosa accoglienza del pubblico e, prima del concerto, grazie alla collaborazione di alcuni genitori delle scuole cisternesi che si sono resi disponibili per la preparazione della cena.
Giovanna Cravanzola