”MEGHI, UNA COMBATTENTE SENZA ETA’. MARGHERITA MO AL CASTELLO DI CISTERNA D’ASTI”
6^ INCONTRO DEL POLO CITTATTIVA PER L’ASTIGIANO E L’ALBESE PER L’A.S. ‘16/’17
REGISTRAZIONE DELL’INCONTRO IN FORMATO MP3: http://www.scuolealmuseo.it/registrazioni/dal%202017/meghi.mp3
“Perché è una regola che vale in tutto l’universo/ chi non lotta per qualcosa ha già comunque perso/e anche se il mondo può far male/ non ho mai smesso di lottare./E’ una regola che cambia tutto l’universo/perché chi lotta per qualcosa non sarà mai perso /e in questa lacrima infinita c’è tutto il senso della vita”
(“Combattente” di Fiorella Mannoia).
Tutte le belle canzoni hanno il potere di farci pensare a qualcuno o a qualcosa e le parole di Fiorella Mannoia sembrano tratteggiare il ritratto di una donna davvero eccezionale: Margherita Mo, nome di battaglia Meghi. Venerdì 3 marzo 2017 - al Castello di Cisterna d’Asti– è stato presentato il libro che racconta la sua storia avventurosa “Meghi. La staffetta delle Langhe libere” (Ed. Araba Fenice) di Giovanna Zanirato, Donato Bosca e Simona Colonna. L’incontro, inserito all’interno delle manifestazioni per il 72° Anniversario della Battaglia di Cisterna e S. Stefano Roero e per la Giornata Internazionale della donna, è stato promosso dal Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese – I.C. di San Damiano d’Asti con il Museo e il Comune di Cisterna d’Asti, l’ Israt, l’ Associazione “Franco Casetta”, l’ Aimc di Asti e la Fondazione Crasti.
La dott.ssa Nicoletta Fasano, ricercatrice dell’Israt, ha introdotto la serata leggendo le parole di Antonella, Margherita, Olga, Tersilla… donne e partigiane che, grazie al loro coraggio, hanno avuto la forza di oltrepassare le convenzioni dell’epoca. Ragazze bellissime, capaci di superare le delusioni del dopoguerra ma anche consapevoli di aver aperto la strada dei diritti non solo per sé ma per tutte le altre donne. Lo sguardo diretto e sincero non le ha abbandonate e, nonostante il passare del tempo, hanno saputo mantenere gli occhi pieni di futuro come solo i giovani sanno fare. Giovanna Zanirato e Donato Bosca, dell’Associazione Arvangia, hanno voluto raccontare la storia di una di loro, per l’appunto Margherita Mo che, presente alla serata, ha raccontato la sua storia.
Nata nel 1923° Lequio Berra (Cn), rimane orfana di padre a due anni. È l’inizio di una serie di disgrazie che segneranno la sua vita ma che non la piegheranno. Come lei stessa ha raccontato: “Sono stata partigiana allora come adesso e, in quegli anni difficili, non ho avuto dubbi”. Dopo l’8 settembre 1943, iniziano ad arrivare dalla Francia i soldati sbandati della IV° armata. Non sanno cosa fare, sono senza qualcuno che li guidi. Il loro unico pensiero è quello di tornare dalle proprie famiglie. Tutti in paese si danno da fare per fornire loro cibo, abiti civili, un riparo… convinti che la guerra sia ormai un brutto ricordo e anche Margherita e la sua famiglia si prodigano. Purtroppo, inizia la parte peggiore del conflitto e si formano le prime bande partigiane. Così Margherita – Meghi - comincia a fare da vedetta e fornire loro informazioni sugli spostamenti dei nazi-fascisti. Nell’aprile del ’44, incontra i partigiani guidati da Pietro Balbo – Poli – della 2° Divisione Langhe e, dopo essere stata messa alla prova in più di una situazione, nell’estate li segue, ben consapevole di tutto ciò che la cosa comporta. La bicicletta diventa la sua arma: macina chilometri su chilometri tra Piemonte e Liguria. Viene anche catturata, rasata a zero e condannata a morte ma, grazie a intelligenza e presenza di spirito, riesce a farla franca e a continuare indisturbata la sua missione fino al termine della guerra. Come un fiume in piena, un vulcano in eruzione, Margherita Mo ha stregato letteralmente tutti i presenti – tra cui numerosi bambini e ragazzi - increduli dopo la rivelazione della sua data di nascita. Ma Meghi è andata ben oltre un semplice racconto perché, attraverso le sue parole, ha incoraggiato i presenti a lottare per i propri ideali, a difenderli e, soprattutto, a non credere che non ci sia più bisogno di partigiani. Chi lo è stato una volta, proprio come lei, lo rimane per sempre perché la libertà è un bene prezioso e serve che tutti si diano da fare per proteggerlo. Gli stupendi interventi di Simona Colonna hanno reso ancora più speciale questa serata magica dove il passato è diventato presente e Meghi, “ragazza per sempre”, inforcando nuovamente la sua bici, ha guidato tutti in una passeggiata lungo i sentieri della memoria.
Giovanna Cravanzola