Lunedì, 10 Aprile 2017 | Scritto da: didattica

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“TROPPA MEDICINA. UN USO ECCESSIVO PUÒ NUOCERE ALLA SALUTE”

IL DOTTOR MARCO BOBBIO HA PRESENTATO IL SUO ULTIMO LIBRO AL CASTELLO DI CISTERNA D’ASTI

12^ INCONTRO DEL POLO CITTATTIVA PER L’ASTIGIANO E L’ALBESE PER L’A.S. ‘16/’17

REGISTRAZIONE DELL’INCONTRO IN FORMATO MP3

“Come possiamo definire una persona sana?” “È quella persona che non si è

bobbio

ancora sottoposta a degli esami” questa è la riposta ironica di un tirocinante in medicina alla domanda del suo professore. Quanto siamo effettivamente malati o quanto percepiamo malattie magari inesistenti? Il dott. Marco Bobbio ne ha discusso con il dott. Franco Testore venerdì 21 aprile 2017 durante l’incontro che si è tenuto al Castello di Cisterna d’Asti per la presentazione del suo ultimo  libro “Troppa Medicina. Un uso eccessivo può nuocere alla salute”(Ed. Einaudi). L’iniziativa è stata promossa dal Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese – I.C. di San Damiano d’Asti con il Museo e il Comune di Cisterna d’Asti, l’Aimc di Asti e la Fondazione Crasti. Due medici per confrontarsi su temi che ci coinvolgono, in modo bobbioetestorediretto o indiretto, molto di più di quanto non si pensi. Il dott. Marco Bobbio è medico, specialista in Cardiologia e Statistica Medica. È stato ricercatore negli Stati Uniti, cardiologo responsabile dei trapianti di cuore a Torino e infine primario di Cardiologia all’Ospedale Santa Croce e Carle di Cuneo. È stato membro della Commissione Unica del Farmaco (CUF) e della Commissione Nazionale per la Ricerca Sanitaria, docente di Epidemiologia Clinica nel corso di Specializzazione di Cardiologia. È segretario generale di Slow Medicine, un movimento di cittadini, pazienti e professionisti della sanità per una medicina sobria, rispettosa e giusta. Il dott. Franco Testore è il Direttore Responsabile del Reparto di Oncologia dell’Ospedale “Cardinal Massaia” di Asti e scrittore. Ha introdotto l’incontro ponendo l’accento da un lato sul coraggio intrinseco di “Troppa medicina” per la difficoltà di parlare di questi argomenti e, dall’altro, per il tentativo di riportare il rapporto medico/paziente ad una dimensione umana di incontro tra due persone che, da punti di vista diversi, cercano di affrontare un problema. Purtroppo, per motivi diversi, non sempre questo accade. Il dott. Bobbio ha evidenziato come oggi la medicina offra un’ampia gamma di esami diagnostici e di farmaci. La preoccupazione, però, è l’uso sconsiderato di queste risorse. Gli economisti ritengono che un terzo della spesa sanitaria sia sprecato in prescrizioni sbagliate nel senso che non producono salute. Tutto ciò determina uno spreco enorme sottraendo risorse che potrebbero essere utilizzate in modo più opportuno. Invece, sovente, si prescrivono farmaci inutili che producono effetti collaterali ai quali si sopperisce con altri farmaci o esami diagnostici spesso costosissimi. Tutto ciò è davvero necessario? Per quanto riguarda i test diagnostici, l’idea di base è che più si sa meglio è. Invece non sempre fare di più vuol dire fare meglio. A poco a poco, stiamo perdendo la capacità di ascoltare il nostro corpo affidandoci a esami di diverso tipo che non sono perfetti. In realtà, l’organismo è molto complesso, non è una macchina, ha delle alterazioni che non sempre sono indice di patologie. Paradossalmente, se si facessero tutti gli esami a disposizione oggi, anche nella persona più sana si troverebbe qualcosa che non va per due motivi: gli esami non sono perfetti ma anche l’uomo non lo è nel senso che, tra due individui, esistono delle variazioni nei valori che non determinano malattie. Però, una volta scoperto tutto ciò, si vive l’ansia: un sano vive ormai come un malato. Così, s’inizia a soffrire della Sindrome di Ulisse che è riferita agli anni che una persona – tra nuovi esami, consulti medici e farmaci – trascorre prima di sentirsi nuovamente sana anche se, spesso, lo era già dall’inizio. Oltre ad un peggioramento della qualità di vita, si creano sprechi finanziari e di risorse umane. Bobbio e Testore, come medici, hanno affermato che il rapporto medico/paziente è delicato ma anche straordinario e richiede cura, tempo, attenzione, capacità di ascolto. Deve essere basato su una fiducia che crea un’alleanza terapeutica. Pare invece che occorra far sentire malate le persone in un mondo dove tutto deve essere consumato in fretta. Come ovviare a tutto ciò? Innanzitutto, spesso, i medici si sentono quasi in obbligo a prescrivere gli esami richiesti dal paziente per evitare future denunce (medicina difensiva) e, dall’altro lato, i pazienti sono sempre più influenzabili da ciò che la rete mette loro a disposizione senza avere la capacità di filtrare le informazioni scientifiche da quelle che non lo sono per niente. Il dubbio, lo scetticismo, la ricerca della risposta più semplice, la difficoltà di comprendere i messaggi… in questo come in moltissimi altri campi, determinano una moltitudine di sani che, secondo questo o a quel sintomo letto su una rivista o su un sito, presumono di essere malati e pretendono dal proprio medico curante una conseguente serie di prescrizioni costose e inutili. Il libro parte proprio da storie reali per focalizzare la questione. I medici, attualmente, non vengono formati per non prescrivere anche perché tutti i congressi vengono finanziati da industrie farmaceutiche. La Slow medicine, che ha come logo due lumachine – il medico e il paziente – che dialogano, si pone come finalità proprio quella di avere una medicina che aiuti, ascolti e rispetti sia il paziente che il medico. Infatti, se non si sprecassero così tante risorse inutilmente, si avrebbe la possibilità di curare meglio e in tempi più rapidi tutti coloro che malati lo sono effettivamente. Il dott. Testore, a questo proposito, ha sottolineato come i tempi di attesa per un esame diagnostico siano anche in parte dovuti a tutti coloro che si sottopongono allo stesso senza una reale necessità. Insomma, moltissime persone trascorrono gran parte della loro vita come malate sperando di morire sane. Purtroppo, i pazienti spesso e volentieri sono l’elemento più debole perché un medico preparato dovrebbe essere in grado di dare le indicazioni corrette, di trasmettere messaggi ma, soprattutto, dovrebbe essere colui che ha scelto convintamente una professione connotata dal rapporto umano. Bobbio ha sottolineato che i medici dovrebbero poter utilizzare meglio il tempo a loro disposizione. Questo rapporto, ovviamente, non è sempre facile perché si tratta di una relazione tra persone ma la capacità di ascoltare e di accogliere dovrebbe sempre essere al primo posto. Numerose le domande al termine dell’affollatissimo incontro. Una cosa è certa, come ha ribadito in più occasioni il dott. Testore, “Troppa medicina” non è un libro distruttivo anzi, sottolinea dall’inizio alla fine che i grandi progressi della scienza hanno portato ad un miglioramento delle nostre vite. L’importante è sempre usare il buon senso e la ragione… in tutti i campi.

Il prossimo incontro si terrà venerdì 5 maggio 2017. Il giornalista Paolo Coltro presenterà il suo ultimo libro “Oltre Gomorra. I rifiuti d’Italia” (ed. CentoAutori) scritto insieme a Nunzio Perrella, ex camorrista e collaboratore di giustizia. Introdurrà la serata Luca Anibaldi. L’ingresso è gratuito e aperto e tutti. L’incontro è valido per la formazione degli insegnanti grazie alla certificazione Aimc.

Giovanna Cravanzola

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Sezione: formazione
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