REGISTRAZIONE DELL’INCONTRO IN FORMATO MP3
“MEGHI. LA STAFFETTA DELLE LANGHE LIBERE”
2^ INCONTRO DEL POLO CITTATTIVA PER L’ASTIGIANO E L’ALBESE PER L’A.S. ‘17/’18
Ci sono persone che, con la loro sola presenza, sanno riempire gli spazi e il tempo. Non hanno bisogno di luoghi o situazioni particolari. L’unica cosa che serve loro è esserci. Margherita Mo, nome di battaglia Meghi, è una di queste. Bastano il sorriso disarmante, gli occhi luminosi e la caparbietà – che emerge ad ogni sua parola – per accorgersene. Venerdì 13 ottobre 2017 – al Nuovo Cinema Paradiso di S. Damiano d’Asti – è stato presentato il libro “Meghi. La staffetta delle Langhe libere” (ed. Araba Fenice) di Giovanna Zanirato e Donato Bosca. L’iniziativa è stata promossa dal Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese – I.C. di San Damiano d’Asti in collaborazione con l’Associazione Amici di S. Rocco, l’Israt, il Comune e il Museo di Cisterna d’Asti e l’Aimc di Asti. Un ringraziamento particolare per l’organizzazione della serata è andato a don Antonio Cherio che ha messo a disposizione i locali ed al signor Gianni Idrame – Amici di San Rocco .
Il libro era già stato presentato in un affollatissimo incontro che si è tenuto il 3 marzo 2017 al Castello di Cisterna d’Asti ma era importante offrire l’opportunità, anche ad altre persone, di scoprire la storia di Meghi. L’incontro è stato introdotto dal prof. Luciano Bertello che, nel suo intervento, ha sottolineato l’importanza dello studio della storia locale all’interno della storia nazionale e mondiale. Tutto ciò, oggi, è un valore acquisito ma, ancora a fine anni ’70, era molto difficile fare questo tipo di ricerca soprattutto se riguardava la Resistenza. Proprio in quegli anni, aveva intervistato il partigiano sandamianese Tartaglino per la sua tesi di laurea. Bertello ha rimarcato che il libro di Bosca e Zanirato contiene due valori importanti per i contenuti che sono la testimonianza di vita ma anche lo spaccato relativo alla storia locale.
Al suo interno, proprio per questo, troviamo la testimonianza di persone dal coraggio eccezionale che seppero scegliere chiaramente da che parte stare. Il mondo contadino, restio a farsi coinvolgere troppo profondamente, partecipò, invece, alla Resistenza. Come aveva detto Nuto Revelli, il 25 luglio 1943 e l’8 settembre 1943 erano passati come un temporale estivo per il mondo rurale che non ne aveva colto il senso profondo. Eppure, per la maggior parte, i contadini si schierarono dalla parte dei partigiani. In Meghi, c’è anche questo. In lei, il risveglio della coscienza avviene grazie all’incontro con i soldati sbandati della 4° Armata che bisogna accogliere ed aiutare ma, prima ancora, è la stessa famiglia che le inculca quotidianamente i principi dell’antifascismo. Nel racconto, emerge nettamente la storia locale su cui gli autori – ha detto Bertello - hanno il merito di aver lavorato. In anni lontani, quando queste ricerche suscitavano quasi un senso si repulsione rispetto alla “storia alta”, Donato Bosca ha coltivato pazientemente i suoi studi avendo il merito, a poco a poco, di aver allargato la platea di coloro che si interessavano a queste tematiche. Gli autori, nel corso della serata, hanno tratteggiato rapidamente la struttura del libro che nasce, nel corso degli anni, da una serie di interviste a Margherita Mo. La protagonista, classe 1923, nasce a Lequio Berra (Cn) e rimane quasi subito orfana del padre che muore in un incidente di lavoro. Molte sono le disgrazie che deve affrontare nel corso della sua vita e che, anziché sconfiggerla, ne temprano il carattere. Il suo carattere forte le consente di non avere dubbi su cosa è necessario fare in quell’autunno del 1943. È un imperativo categorico che le impone di mettersi a disposizione in qualità di staffetta. Sono anni difficili, pieni di pericoli: viene catturata, rasata a zero e rischia la vita ma, grazie alle sue mille risorse, riesce a farcela. Meghi, eterna ragazza innamorata della vita e della libertà, ha sottolineato come la sua partecipazione alla Resistenza sia stata qualcosa alla quale non le era stato possibile opporsi. Non era possibile una scelta diversa perché l’unica cosa giusta da fare era quella di aiutare i partigiani. Numerose le domande poste dal pubblico, specialmente dai ragazzi della Home Schooling di Cornegliano (Cn) che sono stati in grado di catturare ogni sua parola. Oggi Meghi non macina più chilometri sulla sua bicicletta ma le strade che percorre sono quelle della sua memoria e, attraverso quei sentieri, accompagna tutti coloro che, come lei, “si ricordano di ricordare” perché è solo in questo modo che il passato ritorna presente e la storia ci insegna qualcosa.
Giovanna Cravanzola