“LA GIUSTIZIA NON E’ UN SOGNO. PERCHE’ HO CREDUTO E CREDO NELLA DIGNITA’ DI TUTTI”
IL DOTT. GUARINIELLO HA PRESENTATO IL SUO ULTIMO LIBRO AL CASTELLO DI CISTERNA D’ASTI”
4^ INCONTRO DEL POLO CITTATTIVA PER L’ASTIGIANO E L’ALBESE PER L’A.S. ‘17/’18
REGISTRAZIONE AUDIO DELL’INCONTRO
Parlare di “diritti”, purtroppo, può apparire scontato perché è un termine di cui si abusa perché il solo discuterne non ampia la partecipazione e la possibilità di usufruirne da parte di una platea sempre più vasta. Fortunatamente, ci sono persone che si sono spese in prima persona affinché i diritti potessero essere garantiti soprattutto ai più deboli. Una di queste, è il dott. Raffaele Guariniello che, partendo dalla libera docenza di Procedura Penale all’Università di Torino, è stato Magistrato di Cassazione e Procuratore aggiunto presso la Procura della Repubblica di Torino dal 1992 al 2015 quando ha rassegnato le sue dimissioni. “La giustizia non è un sogno. Perché ho creduto e credo nella dignità di tutti”(ed. Rizzoli), è il suo ultimo libro che è stato presentato sabato 4 novembre 2017 presso il Castello di Cisterna d’Asti. L’ incontro è stato promosso dal Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese– I.C. di San Damiano d’Asti con il Comune e il Museo di Cisterna d’Asti e l’Aimc di Asti. A introdurre l’autore, il giornalista Renato Romagnoli che ha definito il libro sincero capace di raccontare vicende giudiziarie importantissime che hanno segnato la vita del nostro Paese non omettendo le critiche mosse nel corso di questi anni. Si tratta dei casi Fiat, Eternit, doping, Thyssen… inchieste da fare tremare i polsi. Eppure quale è stata la più significativa? A questa domanda Guariniello ha risposto che sono state quelle che non è riuscito a concludere ma anche tutte quelle future. Tutte le indagini di cui si è occupato, infatti, hanno come filo conduttore la difesa dei più deboli, degli umiliati. Il titolo del libro potrebbe sembrare quasi un’utopia ma non si tratta di retorica bensì del motore che ha mosso l’azione del dott. Guariniello in tutta la sua vita ( e non solo carriera). E’ un imperativo categorico che l’ha impegnato, infatti, non solo come professionista ma anche, in primo luogo, come uomo. Fare giustizia, non dovrebbe essere un sogno. Per i più deboli, ad esempio, la giustizia è l’unico modo per fare valere i propri diritti e, senza giustizia, la società sarebbe molto più povera e peggiore. Proprio per questo motivo, si deve fare in modo che la giustizia funzioni sempre meglio applicando tutte le leggi che già esistono. Purtroppo, però, le prescrizioni frenano il suo corso. Invece, tutti dovremmo operare affinchè la giustizia funzioni sul serio evitando di abbandonarsi al disappunto o alla ricerca di soluzioni esterne (e peggiori). Non bisogna arrendersi neppure nei casi in cui i colpevoli non vengono puniti e le cause non vengono vinte perché, in ogni caso, il solo parlare di alcuni argomenti ha determinato, nel corso degli anni, dei cambiamenti epocali per quanto riguarda, ad esempio, la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro. Romagnoli ha evidenziato, però, che il cittadino comincia a dubitare che la giustizia possa fare il suo corso quando ha la netta percezione che la politica le sia di ostacolo. Nella sua risposta, Guariniello ha sottolineato che per far funzionare bene la giustizia non servono solo buone leggi, basterebbe applicare quelle già esistenti attraverso l’erogazione di maggiori risorse ai magistrati. È impensabile, infatti, che poche persone riescano ad occuparsi di inchieste molto diverse tra di loro che richiedono, in ogni caso, la presenza di un numero congruo di personale. In ogni caso, occorre una grande specializzazione che evita, in molti casi, la lentezza dei processi che hanno, come conseguenza, la prescrizione dei reati. Tutto ciò, però, può avvenire solo con l’intervento di magistrati che sanno come muoversi in determinate situazioni perché hanno già affrontato casi simili. Ad esempio, il processo Thyssen è durato moltissimi anni ma si è evitata la prescrizione grazie al fatto che le indagini preliminari erano durate due mesi e mezzo ed erano state svolte in modo meticoloso ed adeguato alla situazione specifica. Guariniello, proprio per questo, ha anche proposto di creare una Procura Nazionale sulla Sicurezza sul Lavoro e i Disastri Ambientali ma, per adesso, non si sono ottenute risposte chiare. Invece, le soluzioni dovrebbero essere nazionali per evitare i casi di sentenze totalmente opposte in casi simili che hanno avuto luogo in regioni diverse. in italia, infatti, sono presenti moltissime procure, alcune dotate di pochissimi magistrati che non hanno la possibilità di specializzarsi in un settore. In questo modo, però, lo Stato perde l’occasione di conquistare la fiducia dei suoi cittadini. Renato Romagnoli, durante l’incontro, ha posto diverse domande: dalle schedature degli operai Fiat, al caso Eternit… ogni inchiesta è stata significativa e merito del dott. Guariniello è stato quello di non demoralizzarsi di fronte a coloro che denigrano i magistrati che appaiono spesso sui giornali perché è impossibile non finirci quando si lavora e si parla di cose che danno fastidio e che qualcuno vorrebbe nascondere. In ogni caso, occorre sempre stare attenti alle ragioni delle vittime ma anche a quelle degli imputati perché, in ogni caso, si tratta di uomini. Per questo è necessario tutelare la dignità di tutti. Il pomeriggio è trascorso velocemente ed il pubblico presente ha posto numerose domande. Ciò che tutti hanno potuto cogliere è la preparazione uniti alla passione e alla grande umanità che il dott. Guariniello ha messo e mette in ciò che fa e che non ha mai considerato soltanto un lavoro ma il suo modo di impegnarsi per mettersi a servizio delle persone cercando di fare, ogni giorno del proprio meglio per costruire un mondo migliore nel quale i diritti delle persone vengano rispettati, un inguaribile ottimista per il quale la giustizia non deve essere un sogno ma la realtà.
Giovanna Cravanzola