“… IL PRESENTE DI OGGI SARA’ IL PASSATO DI DOMANI…”
COMMEMORAZIONE DEL 74° ANNIVERSARIO DELLA BATTAGLIA DI CISTERNA E SANTO STEFANO ROERO”
10°/11° INCONTRO DEL POLO CITTATTIVA PER L’ASTIGIANO E L’ALBESE
REGISTRAZIONE CONCERTO DELLA FILARMONICA E DELLA CORALE
VIDEO INTERVENTO DI NICOLETTA FASANO PER ISRAT
VIDEO INTERVENTO DI LUCA ANIBALDI PER L’ASS.NE FRANCO CASETTA
Venerdì 8 e sabato 9 marzo 2019 sono state due giornate che Cisterna d’Asti ha dedicato alla Memoria ma non a quella dell’usa e getta, valida per ogni ogni circostanza, quella del “Per non dimenticare” che anestetizza le nostre coscienze. In occasione della Commemorazione del
74°esimo Anniversario della Battaglia di Cisterna e Santo Stefano Roero, infatti, lo sforzo comune è stato quello di portare spunti di riflessioni sull’inutilità di tutte le guerre, sulla necessità, oggi più che mai, del pensiero critico e della partecipazione attiva. Le iniziative sono state organizzate dal Comune e Museo Arti e Mestieri di un
Tempo di Cisterna d’Asti con il Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese – I.C. di San Damiano d’ Asti, l’ Associazione “Franco Casetta”, le Parrocchie di Cisterna e Valle San Matteo, l’Israt con la partecipazione degli alunni delle Scuole dell’Infanzia e Primaria Statali del paese. La Commemorazione ha preso l’avvio venerdì 8 marzo con lo spettacolo musicale “La Grande Guerra” che si è svolto presso la Chiesa parrocchiale “Santi Gervasio e Protasio” messa gentilmente a disposizione dal parroco, don Luigi Binello. Attraverso letture di Mino Canavesio e Sergio Rubinetti, i 12 celebri brani musicali arrangiati dal Maestro Donald Furlano che ha diretto la Filarmonica e la Corale, la protagonista è stata la vita
di un soldato durante la Prima Guerra Mondiale. Le musiche della Filarmonica Carmagnolese, accompagnate dalle splendide voci della Corale Sanstefanese e dalle parole del Gruppo Teatro di Carmagnola, hanno traghettato il pubblico verso un mondo che sembra lontano ma le cui emozioni sono universali: ricordo, stanchezza, dolore, disgusto, nostalgia e consapevolezza che, difficilmente, ci sarà un ritorno. La scelta di questo spettacolo è stata fatta per ricordare tutti coloro che partirono per una guerra incomprensibile e i cui esiti furono determinanti per il ventennio successivo. La mattina di sabato 9 marzo è stata dedicata interamente al ricordo della Battaglia di Cisterna e S. Stefano Roero. La prima tappa è stato l’ omaggio alla lapide del Maggiore Adrian Hope. Qui, dopo l’esecuzione dell’ “Inno d’ Italia” da parte dei bambini delle scuole, gli alunni della classe 5°, coordinati dall’ins. Franca Bracci, hanno letto in lingua inglese e in italiano la poesia che la figlia del Maggiore aveva dedicato al padre durante un convegno che si era tenuto al Castello di Cisterna. Il corteo si è poi spostato verso Piazza Rino Rossino dove è stato possibile ammirare il fumetto sulla vicenda partigiana realizzato dagli alunni delle classi 4° e 5° della scuola primaria coordinati dall’ ins. Laura Mo. Accanto al luogo che vide la morte del partigiano Rino Rossino, si sono succeduti i saluti del Sindaco di Cisterna d’Asti, Renzo Peletto, di Luca Anibaldi per l’Associazione “Franco Casetta”, di Luca Quaglia in rappresentanza della Provincia di Asti e della dott.ssa Nicoletta Fasano dell’Israt. A far da filo conduttore,
i canti degli alunni delle scuole cisternesi che, nel corso dei mesi, hanno intrapreso un percorso relativo al tema della libertà e dei migranti. Attraverso le parole de “La libertà” di Jovanotti, “La Battaglia di Cisterna e S. Stefano Roero” (musiche de I luf) e l’inedito “La libertà” che il cantante Dario Canossi (I Luf) ha scritto e musicato insieme ai bambini, gli alunni sono stati accompagnati in una riflessione sul significato del concetto di libertà ieri e oggi. Questi aspetti sono stati sottolineati negli interventi di Luca Anibaldi (interventoLucaAnibaldi in pdf - VIDEO DELL’INTERVENTO DI LUCA ANIBALDI ) e di Nicoletta Fasano che hanno collegato altri percorsi che coinvolgono Cisterna d’Asti come quello dell’ Associazione Franco Casetta e quello relativo alle “Comunità resistenti” che vede coinvolti otto istituti scolastici. “…cercherò – ha detto Anibaldi – di non cadere nella retorica nella memoria condivisa, in realtà un oblio collettivo, una narrazione della storia italiana che finge di voler mettere d’accordo tutti, siano essi oppressori oppure oppressi. Resistere oggi è il coraggio di non voltarsi dall’altra parte di chi difende diritti umani e dell’ambiente insieme. In altre parole, la richiesta ad istituzioni locali e nazionali di
garantire ai cittadini diritti fondamentali come accesso all’acqua, erogazione dell’energia elettrica, sicurezza per la popolazione civile ed opportunità di lavoro. Una richiesta che dal Congo al Brasile, dal Messico alle Filippine, viene portata avanti da attivisti il cui impegno viene costantemente minacciato, a volte pagando anche il prezzo più alto. Come ricordato da Michelle Bachelet, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, “i difensori dei diritti umani ci insegnano che tutti noi possiamo alzarci in piedi per i nostri diritti, e per quelli degli altri, nel nostro quartiere, nel nostro paese e in tutto il mondo. Noi possiamo cambiare il mondo.” La dott.ssa Fasano ha sottolineato che oggi ha ancora un senso resistere ma, soprattutto, la domanda: “Si è o non si è antifascisti?”. L’indifferenza è la risposta di chi non ha risposte, è quella che uccide come ha detto più volte la Senatrice Liliana Segre. E’ l’opposto dello stare insieme. L’ antifascismo, invece, è un modo di essere contro l’indifferenza, le guerre, il razzismo… la rassegnazione. Essere partigiani oggi significa fare delle scelte. Essere antifascisti non è di moda ma non lo è mai stato, ancora di più 74 anni fa, quando una generazione educata al fascismo ebbe il coraggio di fermarlo e di lottare contro l’appiattimento del pensiero. Essere antifascisti vuol dire rispetto,
comunità, fare rete concreta di corpi e di pensieri. Significa creare comunità resistenti solide con radici profonde e, per far questo, bisogna conoscere la storia per farne memoria ma anche il territorio per consegnare questa eredità come cosa viva ai nostri figli”. Nel corso della cerimonia, oltre a Rino Rossino e a Gino Cattaneo, sono stati ricordati gli altri partigiani, come Paolo Pasquero che, fino a pochi anni fa, animava la manifestazione. Al termine, don Luigi ha proposto un momento di riflessione religiosa ricordando che Quaresima non significa privazione ma capacità di rinunciare a ciò che fa male per scegliere ciò che fa star bene il nostro corpo e la nostra anima. Forse abbandonare l’odio, la ricerca del nemico a tutti i costi potrebbe far bene a tutti perché, come hanno cantato i bambini: “La libertà passerà di qua per dirci ciao, ciao, ciao… liberi come libri matti, come gatti, risponderemo miao” e allora dovremo avere la mente e il cuore leggero perché sarebbe un vero peccato non sapere rispondere al suo saluto.
Giovanna Cravanzola