BRIGATA “TRE CONFINI” - STORIA DELLA DIVISIONE MATTEOTTI “RENZO CATTANEO”
13° INCONTRO DEL POLO CITTATTIVA PER L’ASTIGIANO E L’ALBESE
REGISTRAZIONE DELL’INCONTRO IN FORMATO MP3
Mercoledì 24 aprile 2019, presso la Biblioteca di Canale d’Alba, ha avuto luogo la presentazione con la presentazione del libro “Brigata “Tre confini” - Storia della Divisione Matteotti “Renzo Cattaneo” Ed. Araba Fenice. L’ autore, Paolo Alberto Cattaneo nipote del Comandante Gino, ne ha discusso con Luca Anibaldi e Luca Urgnani. Cattaneo, appassionato di storia fin dalla più giovane età, si è dedicato negli anni alla ricerca di testimonianze scritte e orali sulla Resistenza ma, soprattutto, è pronipote di Gino Cattaneo. Luca Anibaldi, Presidente dell’ Associazione culturale per la Memoria della Resistenza “Franco Casetta” (che ha organizzato l’incontro in collaborazione con il Polo Cittattiva per l’ Astigiano e l’ Albese, il Museo di Cisterna d’Asti e l’ Aimc di Asti) ha introdotto l’incontro ricordando che le vicende narrate nel libro, toccano da vicino i luoghi in cui ci troviamo. Infatti, la Brigata “Tre confini” agiva in un territorio
compreso tra torinese, cuneese e astigiano. Gino Cattaneo, che poi diventerà comandante, nasce all’interno di una famiglia fortemente politicizzata e già consapevole, in un’epoca in cui era molto difficile esserlo, di ciò che stava succedendo in Italia. Paolo Cattaneo ha espresso la sua soddisfazione a presentare il libro proprio nei luoghi che hanno visto l’azione di Gino. “Per me, Gino è stato non solo un prozio ma un nonno con cui ho condiviso esperienze significative e questo libro è un gesto di gratitudine nei suoi confronti. Il libro unisce le esperienze di mio zio con quanto scritto a livello storiografico sulle Brigate Matteotti. È importante per quelli della mia generazione occuparsi di questi argomenti anche perché ci sono ancora molte storie da approfondire”. Come ha sottolineato Luca Anibaldi, è curioso comprendere come Gino, da Collegno, sia giunto nel Roero. “Renzo Cattaneo, suo fratello, era un tipo scatenato: il primo della famiglia che era entrato nella banda”. Ovviamente, tutto ciò aveva creato dei problemi al resto della parentela che era finita, sempre di più, sotto l’occhio vigile del regime. Inizialmente, le prime brigate operavano in montagna poi cambiò il tipo di guerra.
In ogni caso, l’autore ha ricordato i tempi trascorsi con Gino come interessanti perché era un uomo capace di rendere appetibili per un ragazzo anche discorsi che, apparentemente, avrebbero potuto apparire noiosi. “Per lui la Resistenza è stato un modo per crescere anche intellettualmente e mi ha sempre ricordato l’importanza, per tutti i popoli, di vivere in pace”.
Per Gino Cattaneo, la resistenza è stata rivoluzionaria ma, successivamente, si è anche scesi a patti con persone che non avrebbero dovuto essere riabilitate e sosteneva sempre che non si erano mai fatti i conti con il passato.
“La Battaglia di Cisterna e S. Stefano Roero è stata una bellissima orchestra dove tutti hanno suonato il loro pezzo rivolgendosi, però, a una persona sola. Gino ha cercato di farmi capire che la guerra non è mai un gioco ma, allora, non sarebbe stato possibile agire diversamente. È stato un comandante ma soprattutto un uomo e, come lui, ne nascono pochi”.
Giovanna Cravanzola