7 marzo 2009: Partigiani a Cisterna
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Sabato 7 marzo 2009, in occasione del 64° anniversario della Battaglia di Cisterna e Santo Stefano Roero, si è tenuta, a Cisterna, la tradizionale commemorazione.
La manifestazione si è aperta alle 9.30 presso la sede del Comune, dove il sindaco Mario Bodda ha inaugurato la mostra intitolata “Di sana e robusta Costituzione”. In seguito, in corteo, i bambini della scuola primaria e dell’infanzia, seguiti dai reduci partigiani, dalla delegazione di Alpini, dalle autorità, dai sindaci dei Comuni coinvolti nella lotta partigiana e da molte persone intervenute per l’occasione, hanno raggiunto la lapide del defunto Rino Rossino, situata nell’omonima piazza.
Qui, il sindaco di Cisterna, dopo un breve saluto a tutti gli intervenuti, ha lasciato la parola a Don Urbano, che ha provveduto ad una benedizione ai presenti e ha ricordato il coraggio dell’Eroe Partigiano Rino Rossino. Al termine è seguito il saluto di Paolo Pasquero
partigiano della Ventitreesima Brigata Canale, che ha poi lasciato ampio spazio agli alunni delle classi IV e V della scuola primaria. I bambini hanno letto con dovizia di particolari gli avvenimenti delle giornate del 6-7-8 marzo 1945:
“Era la mattina presto, quando i partigiani della Ventunesima Brigata San Damiano, che erano appostati a Le monte (zona di Cisterna), sentono sopraggiungere le autoblindo fasciste e cercano di bloccarle prima che raggiungano l’abitato di Cisterna. La battaglia dura quasi tutto il giorno e, verso sera, i nemici, per coordinare i gruppi e raccogliere i morti e i feriti, con l’aiuto del sacerdote di Valle San Matteo, Dino Rossanino, chiedono una tregua. I partigiani la concedono pur sapendo che i fascisti si sarebbero rinforzati.
Per tutto il giorno non pervengono notizie, solo verso sera l’intera Brigata viene a sapere che nel corso della mattinata in Val Botassa era stato catturato, e nel primo pomeriggio fucilato, il soldato Giacomo (Rino) Rossino, originario di San Damiano d’Asti. La giornata del 7 prosegue fra battaglie, saccheggi e incendi, infatti i fascisti, per vendicare le sconfitte subite il giorno precedente, incendiano una serie di case, la chiesa di Valmellana e altri casolari a Ronchesio e a Verzeglio.
Infine l’8 marzo i fascisti non possono che constatare la sconfitta e decidono di portare i morti e i feriti a Torino, passando da Santo Stefano roero. In prossimità della Frazione Madonna delle Grazie, i partigiani della Ventitreesima Brigata Canale assaltano la colonna nemica infliggendo la sconfitta definitiva.”
Al termine della cronaca, i bambini hanno ancora letto la poesia in piemontese del poeta cisternese Emilio Franco Bodda dal titolo “L’è nen mòrt”, in onore di Rino Rossino e hanno cantato una canzone partigiana.
La manifestazione si è poi conclusa con il saluto del Comandante della Brigata Renzo Cattaneo, Gino Cattaneo, che nel suo discorso ha ricordato come i valori che hanno dato vita alla lotta partigiana siano poi stati tradotti nei principi fondamentali che stanno alla base della Costituzione della Repubblica Italiana, che solo lo scorso anno ha compiuto i suoi “primi” sessant’anni.
Laura Mo