“ANTISEMITISMO”: NESSUN LUOGO PUÒ CONSIDERARSENE IMMUNE.
GADI LUZZATTO VOGHERA NE HA DISCUSSO CON NICOLETTA FASANO AL CASTELLO DI CISTERNA D’ASTI
5° INCONTRO DEL POLO CITTATTIVA PER L’ ASTIGIANO E L’ALBESE A.S. 2018/19
REGISTRAZIONE DELL’INCONTRO IN FORMATO MP3
Nei mesi scorsi, qualcuno ha tracciato una enorme svastica su una collina situata tra i Comuni di S. Damiano e Cisterna d’ Asti. Di questo episodio, si era tristemente discusso su quotidiani e settimanali della maggiori testate giornalistiche nazionali e, grazie alla segnalazione della dott.ssa Fasano dell’Israt, era stato indicato al Portale antisemitismo, suscitando molto stupore tra gli addetti del sito, (avvezzi a ricevere – quotidianamente – ogni tipo di segnalazione) a causa delle sue dimensioni. Il Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese – I.C. di S. Damiano d’ Asti, insieme all’ Israt, all’ Associazione “Franco Casetta” e a molte altre, si era fatto promotore di una petizione di protesta contro la banalizzazione dell’evento. Quest’ultima (http://www.scuolealmuseo.it/blogdidattica/?p=2445; https://m.facebook.com/museoartiemestieri.cisternadasti/?__tn__=C-R ) è stata sottoscritta da cittadini privati e anche da storici come il prof. Gadi Luzzatto Voghera che si è reso disponibile alla presentazione del suo ultimo libro mercoledì 23 ottobre 2019 al Castello di Cisterna d’ Asti. Un incontro che, successivamente, si è reso ancora più necessario visti gli ultimi episodi di antisemitismo, espressione di un clima che occorre non sottovalutare e che vedono coinvolti la maggior parte dei Paesi (basti ricordare i circa 200 insulti inviati tutti i giorni alla Sen. Liliana Segre). L’incontro è stato organizzato dal Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese – I.C. di S. Damiano d’ Asti con Fra Production spa, Cantine Povero Distribuzione srl, Israt, Associazione “Franco Casetta” di Canale, e l’ Aimc di Asti. Gadi Luzzatto Voghera è Direttore della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano, storico dell’ebraismo, docente, ha pubblicato numerosi studi. Sull’antisemitismo ricordiamo Antisemitismo. Domande e risposte (1994) e Antisemitismo a sinistra (2007). A dialogare con l’autore, Nicoletta Fasano che, in apertura, ha sottolineato come “Antisemitismo” sia un utile strumento di autoformazione perché, grazie alla capacità di sintesi, alla chiarezza del linguaggio, alla ricchezza di collegamenti, si occupa di temi complessi e sempre attuali. Ma cosa significa il termine “antisemitismo”? È diverso da tutti gli anti con i quali veniamo sempre in contatto e riesce a annidarsi anche dove non c’è la presenza ebraica. Ha radici lontane ma ha la capacità di trasformarsi e adattarsi – anche se le idee di fondo rimangono le stesse – rendendosi appetibile in società e tempi diversi. “Occorre lavorare con gli insegnanti per combattere episodi come quelli della svastica che sono la spia di un disagio culturale profondo” ha esordito il prof. Luzzatto Voghera. “In Italia, in 20 anni, il Giorno della Memoria è diventato spesso un rituale istituzionale dove il potere politico propone un discorso positivo da fare. Però, se nascono degli antagonismi alla retorica istituzionale, si arriva agli episodi della svastica o della chat. Sono antagonismi stupidi che usano un linguaggio provocatorio, un atteggiamento di sfida senza capire che l’antisemitismo (come l’odio di genere o religioso) sono strumenti di potere. Però, un mondo ignorante li utilizza come sfida al potere stesso. Per questo, oggi è necessario evitare la retorica ma promuovere cultura tra i ragazzi”. Prima, però, è fondamentale riflettere sul termine antisemitismo che, in realtà, è vuoto di significato in quanto si basa sul concetto di semitismo che non esiste. Coniato nel 1869, racchiudeva in sé dinamiche culturali e religiose negative attribuibili alla presenza estranea degli ebrei in Europa. A poco a poco, intorno a questo termine, si è costruito un linguaggio efficace, basato su un’icona ipotetica negativa. Ne deriva la narrazione di un popolo che non corrisponde alla vera storia di quello ebraico in Europa. Purtroppo, però, nell’ ‘800 questo linguaggio si diffuse molto velocemente prendendo il posto di quello antigiudaico di matrice religiosa, per diventare politico fino ad arrivare a oggi quando tutte le diplomazie sono allarmate per il riemergere dell’antisemitismo. In realtà, questo fenomeno non si è mai placato e, da sempre, si registra un sentimento diffuso di odio nei confronti degli ebrei anche quando non si conoscono e non sono presenti sul territorio. È difficile contrastarlo perché è una presenza molto forte. In Polonia, ad esempio, dove la presenza ebraica è stata annullata durante la Shoah, a ogni consultazione elettorale viene utilizzato un linguaggio antisemita. Si dice quello che la gente vorrebbe ascoltare ed è anche questo a preoccupare perché il terreno sul quale si semina è fertile ovunque. Dove gli ebrei sono presenti, il tentativo è quello di contenerli. In italia, un sondaggio effettuato non tenendo conto degli immigrati, tra l’ 11 e il 12% si dichiara antisemita puro mentre il 30 – 35% è a tratti ostile. Se, però, si tenesse conto del parere di tutti i presenti adulti in Italia, i dati sarebbero molto più inquietanti ed è questo che, per sicurezza, determina la presenza della polizia fuori dalle sinagoghe. Purtroppo, l’azione di contrasto è difficile perché il linguaggio antisemita è di tipo politico. Hitler porta a un grande cortocircuito: stabilire l’eliminazione di massa di un popolo, in modo ragionieristico e industriale, per risolvere la “questione ebraica”. Però, non aveva la consapevolezza della radice forte di questo linguaggio che, negli anni successivi alla guerra, riprende forza anche grazie ad altre icone che vengono costruite nel periodo dello sterminio. Ogni anno, anche nei paesi democratici, vengono pubblicati decine di nuovi libri antisemiti che, però, sfruttano le grandi grafiche e i linguaggi utilizzati nel ‘900. Infatti, i termini antisemiti sono ancora utili per fare scuola di propaganda. Inoltre, l’antisionismo viene considerato antisemitismo quando non riguarda solo la politica di uno Stato ma è polemica legata all’esistenza stessa di Israele come nazione abitata da ebrei. Purtroppo, anche l’Italia non ha ancora adottato una posizione chiara su questi temi però sarebbe importante avere una Commissione contro l’Antisemitismo e l’Antisionismo perché si contrasterebbe efficacemente lo sviluppo, in chiave moderna, di questo linguaggio di odio. In realtà, il sionismo è un evento storico in risposta all’antisemitismo da parte di gruppi di ebrei che si sono organizzati per la nascita di una nuova nazione. Però, anche il sionismo è espressione di diversi punti di vista spesso litigiosi, alcuni dei quali apertamente nazionalisti e di destra. Il libro tratta anche dell’antisemitismo nel mondo islamico. Sicuramente, questo tema è complesso ma, spesso, viene sottovalutato senza comprendere che, già nel passato, è riuscito a radicarsi in territori che apparivano immuni. L’unica strada percorribile è quella di diffondere la conoscenza della cultura ebraica che è alla base anche di quella europea. Solo con la conoscenza, la volontà di non nascondere le criticità come si fa con la polvere sotto i tappeti, si potrà contrastare questo fenomeno ben sapendo che, comunque, è necessario mantenere sempre molto alto il livello di attenzione.
Giovanna Cravanzola