“POLITICA TURCA, KURDI, YEMEN E IL GRANDE GIOCO MEDIORIENTALE”
MANLIO GRAZIANO ED EDOARDO ANGELINO NE HANNO DISCUSSO A CISTERNA D’ASTI
REGISTRAZIONE DELL’INCONTRO IN FORMATO MP3
Un gradito ritorno al Castello di Cisterna d’Asti per Manlio Graziano ed Edoardo Angelino. Grazie alla loro disponibilità, giovedì 28 novembre 2019, si è tenuto l’ incontro dal titolo “Politica turca, kurdi, Yemen e il grande gioco mediorientale”. L’iniziativa è stata organizzata dal Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese – I.C. di San Damiano d’Asti con Museo Arti e Mestieri di un Tempo e Comune di Cisterna d’ Asti, Fra Production spa, Cantine Povero distribuzione srl, Israt e Aimc di Asti. Il prof. Graziano insegna Geopolitica e Geopolitica delle religioni alla Sorbona, a HEC e al Geneva Institute of Geopolitical Studies. Tra i suoi libri «Guerra santa e santa alleanza» (2014), «In Rome we trust» (2016), «Frontiere» (2017), “Geopolitica. Orientarsi nel grande disordine internazionale” (2019). Collabora al «Corriere della Sera» e a «Limes». Il prof. Angelino è uno storico, curatore del corso di Geopolitica all’Utea di Asti. Nell’introdurre la serata, il prof. Angelino ha ricordato che il Medioriente ci appare sovente molto lontano e poco importante mentre, in realtà, è molto più vicino e importante di quanto comunemente si possa immaginare. Purtroppo, i mass media si occupano di questa zona solo per parlare di scontro di civiltà, creando un’ immagine deviata e di difficile lettura per l’opinione pubblica. Ma come si può spiegare il Medioriente? Secondo Caracciolo – da detto il prof. Graziano – la geopolitica dovrebbe essere tutto ciò che è possibile spiegare con delle cartine. Purtroppo, però, non sempre è possibile. A partire dagli anni 1918/20, in Medioriente sono stati inventati dal nulla dei Paesi che non trovavano corrispondenza nelle frontiere storico culturali. La nascita, negli ultimi anni, dello Stato islamico da parte dell’ Isis ha tentato di ricostruire questa continuità. La situazione, nel corso degli anni, si è andata sempre più complicando. Cercare di comprendere attraverso le suddivisioni di tipo religioso è una forma di semplificazione utopistica perché, all’interno di gruppi apparentemente legati a un credo comune, ci sono scontri anche molto violenti e sanguinosi. Pertanto, in un’unica area geografica, coesistono religioni diverse. Non è sufficiente, quindi, dire che il nord Iraq è a maggioranza sunnita e il sud sciita. In realtà, proprio nel sud c’è una guerra civile con l’Iran anch’esso classificato come sciita. Nel vero Iraq, gli sciiti sono esuli. Comunque, tutti i gruppi religiosi hanno dei legami storici esterni molto forti. Rispetto alla situazione dei Kurdi, il prof Graziano ha sottolineato la loro pluralità. Nel Kurdistan iracheno, ci sono partiti filoturchi e sono stati questi i kurdi bombardati da Saddam. I Kurdi del Puk, invece, erano sostenuti da Saddam. Pertanto, si ha una grande frammentazione e divisione. I kurdi del nord Iraq non hanno aiutato coloro che hanno combattuto. Nel corso dei secoli, i Kurdi sono sempre stati utilizzati con la promesse mai mantenute ma, ancora oggi, sia Usa e Russia, non sceglieranno di tutelarli. Rispetto ad altre questioni mediorentali, numerose sono state le domande poste da un pubblico molto attento e partecipe. Sicuramente, la situazione è in continua evoluzione ma ciò che deve essere chiaro è che nella storia tutto riemerge. Per questo motivo, la Francia ha ancora oggi il sogno di tornare politicamente in Siria. La Turchia, invece, vuole ritrovare le strade dell’espansione dell’Impero Ottomano. Nei primi anni del governo di Erdogan, la Turchia ha un’incredibile espansione economica e politica perché l’obiettivo è quello di entrare nell’UE. La Turchia, inoltre, diventa il miraggio di tutte le rivolte della primavera araba. Purtroppo, negli anni successivi, la consapevolezza che l’ingresso in UE non sarà possibile, fa arretrare il Paese e il successivo fallimento delle primavere arabe, fanno rivedere il modello turco. Oggi la Turchia non ha più una strategie verso l’Europa. “Rimane Erdogan – ha detto Graziano – il tribuno del popolo e, oggi, non vuole abbandonare il potere. Il pericolo, per lui, sono i militari che sono guardiani della laicità. Il tentativo di colpo di Stato, lo porta a un accordo con i militari che volevano la guerra contro i kurdi. Oggi, la Turchia è governata dai militari che tengono in scacco Erdogan. L’Islam è utilizzato come facciata perché prima era presente un accordo con i kurdi. Quindi, oggi, non si sa cosa voglia la Turchia”. L’unica certezza è che, in Medioriente, gli unici Stati che possono essere ritenuti veramente tali sono Israele e l’Iran. Il primo per l’organizzazione che ha portato grazie ai migranti europei e gli altri grazie a una storia millenaria. Quindi, nonostante i comunicati politici, alla base c’è una ricerca di accordi tra questi due Paesi ma anche con le superpotenze con i quali, non sono presenti degli ostacoli di tipo geopolitico per eventuali accordi. La certezza è che chi avrà il controllo di questa zona, la eserciterà anche su tutto l’oriente. Purtroppo, la miopia dell’occidente è stata una delle cause dei conflitti che, ieri come oggi, continuano a devastare questa zona del mondo che, come detto in apertura, è molto più vicina e importante per noi di quanto non si creda.
Giovanna Cravanzola