Venerdì, 2 Ottobre 2020 | Scritto da: didattica

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è museoweb.jpg

LINK ALLE SLIDES PRESENTATE DA TIZIANA MO

Compleanno con i fiocchi per il Museo Arti e Mestieri di un Tempo di Cisterna che si è meritato una bellissima festa per il suo ingresso negli “anta”. Mercoledì 14 Ottobre ‘20, al Castello, è stato festeggiato con l’ incontro Na stòira Bela… Quarant’anni di Museo: passato e futuro di un progetto culturale”. Piercarlo Grimaldi, Tiziana Mo, Samuele Olivetti, Oscar Pastrone e Lino Vaudano hanno raccontato tutto ciò che di meraviglioso - e impossibile - è stato fatto in questi primi 40 anni. Come ha detto la dott.ssa Mo – una delle anime del Museo - nell’introduzione, si è parlato di vecchio e di nuovo, di follia e lungimiranza, passione e resistenza. Sì perché la storia del “festeggiato” è un esempio di resistenza e di resilienza. Nato dall’idea di giovani entusiasti, guidati da Lino Vaudano, ha superato tanti ostacoli e portato a termine imprese che sembravano impossibili. Ogni pietra, ogni oggetto, ogni granello di polvere porta impresso l’invisibile nome dei tanti che, senza badare a tempo e a spese, hanno donato se stessi per il recupero del Castello che oggi è uno dei fiori all’ occhiello del panorama culturale astigiano ma non solo. Lino Vaudano, Presidente dell’Associazione Museo, ha voluto dedicare a tutti loro il suo ringraziamento commosso ed un grande applauso perché sono l’esempio che l’impegno civile di molti porta a risultati incredibili. Partendo dal suo racconto, sono state ricostruire tutte le tappe che hanno permesso tutto ciò. “Sabato 4 ottobre 1980, nasceva questo museo. Il castello era in rovina. Eppure, siamo riusciti a recuperare 27 sale. Quarant’anni sono passati in fretta. Sono successe tante cose belle perché la Provvidenza ha sempre pensato di non farci chiudere. Ricordo ancora quando il prof. Gianluigi Bravo è venuto a intervistare alcuni anziani del posto. Alla fine, avevano detto di essere contenti perché, grazie alle domande, erano riusciti a non andare a lavorare in campagna. Un ringraziamento va anche al professor Grimaldi che, con il prof. Bravo, è stato uno dei primi a credere in noi e a incoraggiarci. Un altro grande amico è stato il prof. Sergio Zoppi, recentemente scomparso. È anche grazie a loro che il castello si è salvato ma non solo… Ci sono persone di buona volontà come Tiziana Mo che credono ancora nel lavoro non retribuito e, senza le quali, moltissime cose sarebbero impossibili” ha detto Vaudano. La dott.ssa Tiziana Mo si occupa, tra le mille altre cose, dei progetti e dell’aspetto didattico. Ha ricordato la lungimiranza di Lino Vaudano che, dall’inizio, ha compreso l’importanza di rendere la collezione un bene pubblico e non privato. Nel suo intervento, ha sottolineato tutti i lavori, i progetti, le pubblicazioni, le reti e le collaborazioni che sono state realizzate nel corso degli anni. Un elenco lunghissimo che ha evidenziato la vitalità di questa realtà capace di far fruttare al meglio ogni piccolo finanziamento anche grazie alla collaborazione delle diverse amministrazioni comunali che si sono alternate a Cisterna. Il Museo, infatti, è un organismo vivo che interagisce con il territorio, capace di creare reti, relazioni e sodalizi. Importantissime, a questo proposito, le collaborazioni con il Polo cittattiva per l’Astigiano e l’ Albese – I.C. di San Damiano d’Asti, l’Israt, l’ Aimc di Asti, l’Associazione “Franco Casetta”, l’Anffas e l’Open Lab di Asti. I professori Grimaldi e Bravo hanno invece raccontato quali sono stati i loro approcci con la realtà cisternese. Partendo dal loro lavoro di ricerca, hanno potuto assaporarne tutte le tappe della crescita ma, soprattutto, la nascita di amicizie e rapporti umani che hanno attraversato, crescendo, tutti questi anni. “I musei delle tradizioni contadine sono importanti perché si trova il passato come risorsa per paesarsi e riappaesarsi, per recuperare i valori. Quello di Cisterna è il più bel museo che io abbia mai visto perché è scientifico, organizzato ma, soprattutto, perché racconta”. Ma il Museo non è solo passato ma anche futuro. Proprio di questo hanno parlato Samuele Olivetti e Oscar Pastrone. Olivetti si è occupato del Progetto “Principato dei bambini” che lo vede coinvolto insieme ad altri volontari. L’ iniziativa, sostenuta da Hangar – Fondazione Piemonte dal Vivo e produttori locali, si rivolge alle famiglie coinvolgendo i più piccoli in percorsi laboratoriali di conoscenza del Castello. Un altro aspetto innovativo è stato discusso da Oscar Pastrone che si occupa del nuovo sito del Museo. “La prospettiva del progetto Radis è vedere la tecnologia come competenza e sostenibilità e non come consumo. Lo sforzo è di dare un significato per chi sta fuori ma anche per chi sta dentro, creando un sistema flessibile, che permette di effettuare una visita virtuale ma anche di raccogliere le narrazioni di tutte le botteghe e le descrizioni degli oggetti in modo che, anche in futuro, niente venga perso”.

La chiusura di una giornata così importante è stata affidata al prof. Grimaldi: “Quarant’anni non sono passati invano e speriamo che siano solo i primi. E’ un progetto complessivo unico. Sono riconoscente di essere stato ed essere ancora parte di questa esperienza unica”.

Giovanna Cravanzola

Partecipa alla discussione