“QUELLO CHE NON TI DICONO”
VIDEOCONFERENZA CON MARIO CALABRESI ED ENRICO CICO
Una donna che non ha conosciuto suo padre, un giornalista attento e disponibile. Un incontro dal quale, a poco a poco, si dipana una storia vera e sconosciuta. “Quello che non ti dicono” (Mondadori) di Mario Calabresi parla di questo e di molto altro. È uno spaccato della nostra storia recente attraverso le vicende di un ragazzo idealista e sfortunato, Carlo Saronio. L’autore ne ha discusso con Enrico Cico, in videoconferenza, domenica 27 dicembre 2020. L’iniziativa è stata organizzata dal Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’albese – I.C. Di San Damiano d’Asti con Museo Arti e Mestieri di un Tempo, Fra Production Spa, Acli, Israt e Aimc di Asti. Come ha detto in apertura Enrico Cico, in Carlo convivono un sentimento di giustizia sociale non disgiunto dalla sua umanità che viene tradita. L’idea del libro nasce dall’incontro con figlia di Saronio e dall’esigenza umana di aiutarla. “Non volevo parlare ancora di terrorismo – ha detto Calabresi - ma ho scritto il libro perché colpito da questa donna nata dopo la morte del padre. La compagna lo aspetta invano e immagina le parole che sceglierà per fargli sapere che diventerà padre ma Carlo viene ucciso la notte stessa del rapimento. La figlia mi ha chiesto di aiutarla a scoprire chi era quest’uomo perché non c’erano storie. La madre non ne voleva parlare ed io ho capito perché era capitato anche alla mia. Poi i suoi figli hanno iniziato a farle delle domande ma per lei era troppo doloroso. Questo libro è venuto a cercarmi e ha vinto il mio modo di essere giornalista, la mia passione di raccontare e la missione di restituire la storia di suo padre a questa donna hanno fatto il resto. Carlo viveva con lacerazione la sua ricchezza e provava un senso di colpa. Milano in quegli anni era esplosiva: scontri, rapine… Nessuno, in un clima del genere, pensa che Carlo possa essere stato rapito per finanziare la lotta armata. Io ho cercato di assemblare i tasselli di questa storia che erano sparsi. Però sono un giornalista e non uno scrittore. Ho raccontato solo ciò che ho trovato. È stata una grande responsabilità. A Marta, prima di iniziare, avevo detto che avrei scritto tutto quello che avrei trovato e che avrebbe potuto essere doloroso. In effetti, dalle ricerche, emerge che la ditta del padre di Carlo aveva prodotto i gas nervini usati in Africa dal fascismo. Comunque il non sapere è molto peggio del conoscere. A volte, è meglio una verità faticosa. Infatti, quello che non ti dicono, alla fine, te lo vai a cercare”.
Al termine dell’incontro con l’autore, la maggior parte dei presenti ha proseguito la discussione insieme a Enrico Cico. Sono emersi numerosi punti di riflessione, interrogativi e spunti relativi al libro ma anche allo studio degli anni settanta. Un’esperienza davvero interessante che Tiziana Mo ha battezzato con il nome di Cittaforum e che gli organizzatori sperano di proseguire nei prossimi mesi con tutti coloro che saranno interessati.
La presentazione del libro di Mario Calabresi, grazie al prof. Enrico Cico, ha dato modo al Polo Cittattiva di sperimentare questo questo nuovo modo di confrontarsi e stare insieme nonostante la pandemia e le distanze.