Cinque libri, cinque vite o forse qualcuna di più… giovedì 19 aprile 2021 Gianfranco Miroglio ha presentato l’ultimo nato “Anime” (Collezione Letteraria) dialogando in videoconferenza con Enrico Cico. L’incontro è stato organizzato da Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’albese – I.C. di San Damiano, Museo di Cisterna con Fra Production Spa, Lib.“Il Pellicano” e Aimc di Asti. Già Dirigente Scolastico del Circolo di San Damiano d’Asti, Gianfranco Miroglio ha visto la nascita del Polo cittattiva per l’Astigiano e l’Albese concepito nel novembre del 2007. Come ha sottolineato in apertura Enrico Cico, Miroglio è un uomo che ha fatto della cultura un mezzo di comunicazione e gli ha dato il valore dell’ incontro e del dibattito. “Anime” è il suo ultimo libro pieno di pluralità che va dall’intreccio di parole e di piani di lettura. Ma chi è l’autore? “Questo appuntamento è pieno di affetti. Mi sono sempre occupato di scuola e ambiente entrambe affrontate con passione e affetto. L’altra passione è la scrittura. La bellezza di portare alla fine una storia è di avere un angolo dove raccogliere emozioni per trovare il coraggio di esporle. La pluralità di “Anime” nasce perché c’è un riferimento sia all’anima individuale che alle anime. Non ha un finale e, forse, rimane aperto alla prosecuzione. Ho pensato al tentativo di andare nel profondo di ciascuno di noi, nella sua stanza segreta, lasciando aperto uno spiraglio per far cogliere ciò che di te non avevano colto. C’ è poi l’anima delle cose che è anche tutto ciò che ti circonda che alita intorno a te… la natura. Il libro contiene il desiderio di lasciarsi avvolgere dalla bellezza e dallo stupore del paesaggio. L’anima rientra anche nel gioco con cuore e ragione e, spesso, si usano come sinonimi o contrari. La ragione dovrebbe regolare i rapporti tra i tre. C’è poi la lettura delle anime a colori. Nella parte “Anima nera” si parla della sofferenza per il contesto che ci avvolge in questo periodo.”Anime bianche”, invece, nonostante i riferimenti all’attualità, è più intimista e si chiude con uno spiraglio di speranza”.
Il titolo, quindi, nasce da queste commistioni nella consapevolezza che il libro non è di agevole lettura ma richiede tempo, volontà ed immersione tra le onde delle parole. E’una sorta di autobiografia condivisa dove la vita dell’autore riaffiora spesso. “Affido le emozioni a persone che possono dirmi quali sono e come vengono rese nello scrivere. Ho una narrazione frammentata e molto ricca di immagini perchè ho intenzione di tradurre nell’immediato il senso dell’emozione e dei sentimenti. E’ importante fare anche memoria dei luoghi. Quelli che ricordo rappresentano la mia vita. Zone molto vicine tra di loro che, per me, sono di immensa bellezza. Ci sono posti in disfacimento: le case del popolo, le fabbriche ora vuote e i negozi chusi. Erano posti che accompagnavano noi bambini perchè Asti era una città per bambini. Oggi non esistono più quegli spazi. Il passato ha una struggente dolcezza soprattutto confrontato con il presente. Le ricchezza della comunità sembrano finite. E’ necessaria una guerra civile dei cuori contro chi vomita violenza. anche se sembra un sogno perchè il segnale è diverso e inquietante. Oggi i principi della democrazia sono messi in discussione e pare che ci sia un’assuefazione che genera una mancanza di reazione. Oltre a tutto ciò, da un lato volevo proseguire il libro precedente, dall’altro avevo avvertivo il bisogno di testimoniare il mio disagio e pensiero in questo particolare momento storico. Ho sempre testimoniato nella mia vita, cercando di mettermi anche nei panni altri. Nell’ultimo periodo non ho potuto tacere. In certi momento è un urlo drammatico: le disuaglianze, i bambini e le famiglie, gli immigrati… Su questi aspetti, la politica non dà più risposte. Volevo trovare uno spazio lontano dal mondo inteso come contesto storico politico”. Come ha sottolineato Cico, il lirismo pervade il libro e gli eventi sono stati trasformati in ricordi e poi parole… e proprio le parole di Gianfranco ed Enrico hanno accompagnato la navigazione, a volte quieta a volte più agitata, tra le pagine di un libro che, probabilmente, è ancora in viaggio alla ricerca di un porto.
Giovanna Cravanzola