Lunedì, 10 Gennaio 2022 | Scritto da: didattica

PRIMO LEVI. IL LABORATORIO DELLA COSCIENZA”

GIOVANNI TESIO NE DISCUTE CON ALESSANDRO CERRATO

Primo Levi, scrittore, chimico, testimone, poeta… sono così variegati gli aspetti che hanno caratterizzato la sua personalità che ne emergono sempre di nuovi sui quali riflettere. Nel libro “Primo Levi. Il laboratorio della coscienza” (Ed. Interlinea), Giovanni Tesio ne approfondisce molti. Il saggio è stato presentato sabato 22 gennaio 2022 alle ore 17 (Meet) nell’ambito degli incontri promossi da Polo Cittattiva per l’ Astigiano e l’ Albese – I.C. S. Damiano, Museo di Cisterna, Israt, Associazione “Franco Casetta” con Fra Production Spa, Libreria “Il Pellicano”, Aimc di Asti e, all’interno dell’iniziativa #bottiglieperlacultura, con Cantine Povero srl. Alessandro Cerrato, che ha dialogato con l’autore, ha definito il libro come una una sorta di dodecaedro che sviluppa i dodici saggi che lo compongono. Un’ opera ricchissima anche dal punto di vista delle note e delle citazioni. Primo Levi – come ha sottolineato l’autore – è un classico capace di superare il tempo scavalcandolo perchè ha sempre qualcosa di nuovo da raccontare con densità e profondità. “Il titolo del saggio è un regalo di Roberto Cicala, direttore editoriale di Interlinea e, per me, è azzeccato perchè unisce qualcosa di pratico a qualcosa di sfuggente. Il laboratorio è lo spazio lavorativo e mentale in cui ho realizzato il libro e rappresentava l’immagine che poteva connotare meglio tutto ciò. Il termine coscienza, invece, indica la pratica della razionalità che non rinuncia ad entrare nei vortici attraverso l’analisi tecnico scientifica che gli è propria” ha proseguito Tesio.

Tramite l’attenta lettura e analisi dei vari capitoli, Cerrato e Tesio hanno accompagnato il pubblico attraverso i diversi territori che compongono il saggio. “La vita è plurima, intricata e spesso si avvolge. Se penso alla matassa, credo che debba essere semplificata attraverso la letteratura alla quale Levi mirava. Era consapevole della difficoltà ma anche che non era impossibile. Questo processo lo avvicina a scrittori come Calvino”. La vita, però, è anche memoria e oblio che sono legati come vita e morte ma occorre averne consapevolezza. La memoria, ad esempio, è fallace. È per questo che occorre sdoganarla per non cadere nell’emotività falisificata che è sottoposta ad attacchi e non può essere neutra. Levi, pur avendo vissuto il lager, sa che la sua testimonianza è deperibile e ci avvisa che un testimone può darci di un’interpretazione che si è aggiunta nel tempo. “Il tentativo di questo libro è dire quanta complessità ci sia in Levi anche in rapporto a questo aspetto. È stato scritto, tanto nel testo quanto nelle note, non per far emergere un Primo Levi icona ma piuttosto un uomo con tutte le fragilità di cui era consapevole” ha detto Tesio.

Il lavoro, la sua etica, l’ebraismo, la poesia, la Resistenza… questi e molti altri aspetti sono stati affrontati durante l’incontro. Uno in particolare, spesso poco conosciuto, è l’umorismo di Levi, uno scrittore pieno di ironia che è una forma della sua conoscenza. Indica come ci sia sempre qualcosa che sfugge alla conoscenza razionale ed è proprio lì che si nasconde la verità.

Per questo bisogna leggere tutte le sue opere e la sua pluriunicità. Ho tentato di portarlo fuori dai percorsi prestabiliti perchè Levi va molto oltre la gabbia in cui è stato rinchiuso ha concluso Giovanni Tesio.

E’ possibile sostenere l’Editrice Interlinea dedicato a Primo Levi aderendo al progetto https://www.produzionidalbasso.com/project/shoah-e-primo-levi-il-laboratorio-della-coscienza/.

Giovanna Cravanzola

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