Un altro incontro al profumo di grano si è tenuto giovedì 20 ottobre 2022 al Castello di Cisterna per la presentazione dell’ultimo romanzo di Franca Garesio Pelissero “Ci piaceva ballare nonostante la guerra” (Araba Fenice). Ad accompagnarla in un giro di danza tra le pagine del suo libro, Roberto Savoiardo. L’incontro è stato organizzato da Polo Cittattiva per l’ Astigiano e l’ Albese – I.C. di San Damiano organizzati con Museo Arti e Mestieri di un Tempo di Cisterna con Fra Production Spa, Libreria “Il Pellicano” e Aimc di Asti.
L’autrice, Franca Garesio Pelissero, già insegnante di lettere, da oltre vent’anni si interessa di archeo-antropologia. È autrice di articoli, saggi e romanzi: I segni del tempo (Omega, 2003); Quando all’imbrunire suonava l’Avemaria, (Fabiano, 2011), Pane e pere a colazione, (Araba Fenice, 2019).Il suo primo romanzo, La straordinaria vita di Maria Luigia, (Araba Fenice, 2017), è stato segnalato dalla Giuria del IV Premio Augusto Monti 2020.
Roberto Savoiardo è educatore con la passione per la ricerca storica ed il giornalismo locale. Collabora con il settimanale Gazzetta d’Alba, il bimestrale Il paese, la rivista Langhe. E’ tra i fondatori della rivista di storia locale Roero terra ritrovata. Per l’Araba Fenice ha pubblicato anche La ‘Merica sui bricchi e “Alfredo Battaglino. Un prete tra gli alpini”
Il titolo bellissimo – come ha sottolineato in apertura Savoiardo – unisce due cose molto distanti tra di loro, il ballo e la guerra, in un libro ricco di riferimenti. Racconta le vicende di un gruppo di ragazzi che trascorre in modo spensierato il periodo della guerra… ma non solo. Vengono alla mente le pagine del Decameron ma anche alcuni testi di Arpino. Si parte dal periodo della guerra vissuta di riflesso durante l’infanzia dall’autrice che ha tratto ispirazione da fatti veramente accaduti. Ad esempio, l’esperienza della scuola organizzata a Settime ma anche l’uccisione di un ufficiale britannico, il Capitano John Keany, dai contorni ancora oggi non ben definiti. Un ottimo spunto per un romanzo che, però, non vuole essere un giallo.. Durante la guerra, nonostante tutto, i giovani continuavano a ballare e, dopo il 25 aprile, si continuò a farlo ancora di più. C’era fame di speranza, di gioia e voglia di andare avanti pensando che il futuro avrebbe regalato a tutti la felicità. Si nutre di tutto ciò il romanzo di Franca Garesio Pelissero: memoria, territorio… vita vissuta. “Il romanzo, a differenza del precedente, è narrato in prima persona e le vicende, che si riferiscono al ‘44/’45, sono reali. Tutto ciò permette un confronto specialmente per quanto riguarda il mondo contadino e il ruolo delle donne. Queste ultime vivevano in un mondo davvero cupo capace solo di condannarle. I continui rimandi tra il presente narrato nel libro (1974) e i fatti accaduti trent’anni prima, rendono vivo il racconto” ha detto la Garesio. “I diversi stili narrativi si mescolano e la seconda parte è inaspettata. Un libro che parla di donne, tutte diverse ma che, probabilmente, sono parte dell’autrice” ha sottolineato Savoiardo. “Scrivere un romanzo significa raccontare se stessi” ha proseguito l’autrice “e in tutte queste donne c’è una parte di me”. Una vita difficile a quei tempi: costrette a subire umilazioni, privazioni, considerate quasi niente, le donne dovevano dedicarsi solo alla famiglia, al lavoro, alla chiesa. “Ho sempre voluto scrivere perché la vita vissuta lascia qualcosa dentro che senti di voler comunicare” ha detto l’autrice “… e che merita di avere una prosecuzione in un nuovo romanzo” ha auspicato Savoiardo. Vedremo se sarà così.
Giovanna Cravanzola