Mentre fuori è tutto imbiancato per la neve caduta, è bello ascoltare parole calde, piene di intensità e speranza. Sono proprio queste a inanellarsi e dipanarsi nel libro di Eraldo Affinati “Il Vangelo degli angeli”(Harper Collins Italia) che è stato presentato venerdì 16 dicembre 2022 in videoconferenza. L’ iniziativa è stata organizzata da Polo Cittattiva per l’ Astigiano e l’ Albese – I.C. di S. Damiano, Comune e Museo Arti e Mestieri di un Tempo di Cisterna d’Asti con Fra Production Spa, Libreria “Il Pellicano” e Aimc di Asti. L’autore ne ha discusso con Marco Neirotti che, in apertura, ha elogiato queste pagine intense. Solo persone molto presuntuose o autentiche potevano fare un’operazione così profonda e delicata. Affinati rende ogni passo dolce, poetico e vero per tutti. “La vita e il messaggio di Gesù divampano tre volte: nell’essenza, nel contesto storico e, con una potenza notevole, nel nostro vivere di oggi. É un romanzo straordinario, quello del sacro e del terreno. Questa riscrittura del Vangelo si basa su quelli di Giovanni, Luca, sugli Atti degli Apostoli, sull’ Apocalisse e l’ Antico Testamento. I cieli sono popolati da schiere angeliche con corazze scintillanti. Sono scrivani che annotano tutto e da lì scendono per tutelare il percorso di Gesù, quasi delle scorte di polizia. Tutto ciò, in me che sono perso a metà strada sulla fede, non hanno lasciato il senso della potenza divina contrapposta alle debolezze umane, ma evocato e dilatato l’immensità della parola ‘amore’ che oggi - come dice Affinati - ci vergogniamo di dire. Chi legge, si sente essere parte della folla che circonda Gesù in un percorso individuale e collettivo. Però non è una riscrittura del Vangelo ma è il rimando alle debolezze, agli egoismi e all’altruismo di allora come di oggi. Per me è stata la presa di coscienza del dilagante tradimento di quel che fu trasmesso, spesso anche da parte di chi ha fede. Parla di tutti i nostri difetti umani ma prosegue la ‘pietas, il lenimento del dolore e la capacità di conversione che può essere religiosa ma anche etica di apertura dell’anima attraverso la conoscenza di sè. Ringrazio Eraldo per questa lettura” ha concluso Neirotti.
“Ho sentito Marco fraterno in questa lettura del libro. Non ho particolare educa religiosa ma ho scritto questo libro sull’onda di quelli precedenti che mi hanno posto i temi che ho ritrovato: la fratellanza tradita, il male umano, la responsabilità. Sono cose che si legano alla mia vita e alle mie opere” ha sottolineato Affinati. Per Gesù, nessuno è buono a prescindere ma ogni uomo è chiamato a gesti di responsabilità avendo, però, sempre la possibilità di scegliere. Gli angeli, ad esempio, portano notizie, sono accanto a noi ma, anche di fronte alle peggiori nefandezze, non possono intervenire perchè minerebbero il libero arbitrio.
Tutti i personaggi sono stati interpretati in base alla personalità dell’autore e, per scelta, ogni capitolo è molto breve. Il Vangelo di Luca, invece, è stato scelto perchè dà molta importanza alle donne, come la Maddalena e, inoltre, è un grande scrittore.
“Il libro risente molto della figura del Gesù maestro partendo soprattutto dal suo sguardo che è quello che ogni docente dovrebbe rivolgere ad ogni studente. Uno sguardo capace di sondare la profondità dello sguardo altrui. Ho lavorato spesso in scuole difficili ma è proprio Gesù che ci insegna ad andare verso il nemico. Proprio da questi presupposti è nata la Scuola Penny Wirton dove si insegna la lingua italiana agli stranieri,gratuitamente, grazie ai volontari. È dedicata al protagonista del romanzo di Silvio D’Arzo (1920 – 1952) “Penny Wirton e sua madre” (Einaudi 1978). Si tratta di un bimbo povero, maltrattato, orfano di padre che, dopo aver superato diverse difficoltà grazie all’impegno, riesce a raggiungere la propria dignità. Il supplente della scuola del suo villaggio lo aiuta in questo viaggio coraggioso. Ed è proprio ciò che accade nelle Scuole Penny Wirton dove gli studenti, spesso, non hanno nessun affetto a cui aggrapparsi. Questa scuola significa che tutti possono farcela. Insegniamo loro una lingua ‘ortopedica’ e cerchiamo di sanare le loro paure. Gesù indica questa strada. Si mischia con tutti, tocca le persone nel profondo. Un Maestro dovrebbe essere questo, non tenersi la propria erudizione ma condividerla con gli altri” ha sottolineato Affinati.
Il libro pone anche il tema della fede che interroga l’uomo e il Vangelo ci invita a pensare rapporti umani anche non strumentali. Fede, libertà, responsabilità… tanti i temi trattati da Affinati ma è soprattutto il tema della scuola quello a essere ricorrente. L’insegnamento ha bisogno di ‘docenti adulti’, di persone autorevoli e credibili capaci di condurre i ragazzi attraverso l’esperienza del mondo trasmettendo, però, il testimone della tradizione. Invece, se l’ adulto non è credibile, se si pone come ‘eterno giovane’ incapace di fare una scelta, di rinunciare a qualcosa, diventa inaffidabile. “L’insegnante sta su un crinale dove tutto è in movimento ma bisogna traghettare le vite dei ragazzi tra passato e futuro non banalizzando perchè sono affamati di bellezza e verità” ha detto l’autore.
Un’iniziezione di energia e speranza verso il futuro… perchè non siamo comparse ma protagonisti sul palco della vita.
Giovanna Cravanzola