“L’enigma dei due Papi. Uno sguardo sulla delicata situazione della Chiesa Cattolica contemporanea. Parte III. Benedetto XVI: Traditionis custos” è il titolo della terza videostoria che si è tenuta giovedì 23 Febbraio 2023 con il prof. Alberto Banaudi .
L’ iniziativa è stata promossa da Polo Cittattiva per l’ Astigiano e l’ Albese – I.C. di S. Damiano, Museo Arti e Mestieri di un Tempo e Comune di Cisterna con Fra Production Spa, Libreria “Il Pellicano” e Aimc di Asti.
Papa Benedetto XVI ha amato molto la musica che, per lui, era una particolare espressione dell’animo umano e strumento di contatto con Dio: un ponte tra parola umana e silenzio del divino. La musica è stata da lui considerata metafora della fede. La visione filosofica di Ratzinger proviene dalla Scuola di Francoforte, ispirata a pensatori ebrei e si identifica nella corrente marxista. Per Benedetto, la ratio si deve prolungare nella fides ed è per questo che è stato il Papa più razionalista e preparato al riguardo. Ha difeso la ragione umana come una grande filosofo metafisico greco ed è espressione della Chiesa che guarda in alto.
C’è anche una Chiesa che guarda in orizzontale ed è quella di Papa Francesco. Entrambe partono dallo stesso punto di vista articolando in modo diverso il messaggio cristiano. Vista la sua formazione, partecipò come giovane teologo innovatore al Concilio Vaticano II. Sognava una Chiesa democratica e conciliarista. Era stato chiamato dal suo arcivescovo di Monaco di Baviera grazie alla sua finezza teologica. Fu il primo ad accorgersi che il Concilio sarebbe finito in modo sbagliato. Non voleva cambiare i contenuti ma, pastoralmente, rinnovare il modo di porgerli. Si era accorto che qualcuno usava la Chiesa per far passare ideologie diverse,
Già nel ‘68 aveva preso consapevolezza che la contestazione portava a utilizzare la teologia e le istituzioni teologiche per la liberalizzazione dei costumi. Fu il Papa dei valori non negoziabili della Chiesa: alcuni dogmi che non possono essere modificati. Infatti la Chiesa non può cambiare il contenuto della fede perchè ne è solo la depositaria. Per questo motivo, può rinnovare ma non innovare. Paolo VI abolì il vecchio messale con il rito antico (in vigore dal 1570) e, da allora, le funzioni vengono celebrate nel modo che conosciamo oggi. Per Benedetto XVI, la sciatteria delle funzioni era la causa del declino della Chiesa. La celebrazione, invece, dovrebbe essere per l’uomo l’occasione di stare con Dio mentre, a suo avviso, le nuove modalità hanno portato a un impoverimento. Una musica considerata sciatta non avvicina al piacere sensoriale che dovrebbe essere un anticipo della gioia del paradiso. Successivamente, divenne Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede ma lo fece per dovere e senso di obbedienza. Lavorò con gran perizia, attenzione ma venne ridicolizzato con il termine di “pastore tedesco”.
Aveva condannato la Teologia della liberazione che mischava la chiesa al marxismo e che aveva i suoi pregi in Sud America avendo avuto il coraggio di staccarsi da una Chiesa collusa con le dittature. Però aveva rischiato di diventare un’ideologia comunista. Ratzinger si era anche occupato della comunione ai divorziati cercando però di non svilire il significato del matrimonio. Non solo, si era interessato di aborto, di cura spirituale agli omosessuali anche se, come Papa, fu sfavorevole con Woytila sia alle nozze che alle unioni civili. Si oppose alla celebrazione da parte delle donne, lottò contro la massoneria e si occupò della riscrizione del catechismo. Parlando contro il relativismo del mercato, sostenne che, in assenza del sacro, finisce la possibilità di mantenere qualcosa di sacro. Inoltre, nel 2006 a Ratisbona fece poi, nel 2006, un discorso dove volle sottolineare l’ importanza dell’ incontro tra Islam e Cristianesimo.
Così contestò all’ Occidente la poca fede e all’Islam un rapporto con la ragione capace di mediare con il mondo europeo. Non era discorso contro la religione musulmana ma, al contrario, di grande apertura. Infatti, poco dopo, 38 personalità del mondo teologico islamico sottoscrissero una lettera di rispetto nei confronti del Papa e, nel 2008, venne istituito il Forum cattolico – musulmano promosso dal Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso.
I mezzi di informazione, però, non divulgarono tutto ciò ma preferirono offrire un’immagine denigratoria di Ratzinger. Rispetto ad altri temi, non condannò mai la tecnica ma pensava anche ad un suo governo di tipo etico (tecnocrazia). Precorse i tempi perchè, solo recentemente, è nata l’algoretica (etica degli algoritmi). Tutto ciò, però, lo portò in rotta di collisione anche all’interno della Chiesa. Le sue dimissioni, certamente valide, fanno però pensare – grazie ad una serie di indizi come gli abiti, il nome e la firma… - che rimase comunque Papa anche se pure Francesco lo è sempre stato a tutti gli effetti.
Quella di Ratzinger è stata scelta tipica del musicista che fa parlare il silenzio.
Giovanna Cravanzola