Giovedì 16 Marzo 2023 si è concluso il ciclo di videostorie con il prof. Alberto Banaudi con un appuntamento dal titolo “L’enigma dei due Papi. Uno sguardo sulla delicata situazione della Chiesa Cattolica contemporanea. Parte IV. Francesco: la memoria del futuro”.
L’ iniziativa è stata promossa da Polo Cittattiva per l’ Astigiano e l’ Albese – I.C. di S. Damiano, Museo Arti e Mestieri di un Tempo e Comune di Cisterna con Fra Production Spa, Libreria “Il Pellicano” e Aimc di Asti.
L’appuntamento è stato dedicato a Papa Francesco che, proprio in questi giorni, ha celebrato il decimo annversario del suo pontificato. All’atto della sua proclamazione, non si è definito Papa ma vescovo di Roma come ha fatto Ratzinger. Era già un programma per entrare in interlocuzione con la chiesa ortodossa che considera il Papa come Vescovo di Roma e che, pur essendo importante, non può legiferare e imporsi su tutto il mondo cristiano. Altro tema a cuore di Francesco è la sinodalità perchè il suo intento, già dall’inizio, è il coinvolgimento di tutti i vescovi nel governo della Chiesa in quanto il Papa non è un monarca assouto. Per questo motivo, spesso, ha avviato sinodi lasciando discutere le questioni ai vescovi. Un’ altra scelta importante è stata quella di andare a vivere a Santa Marta e non in Vaticano. Inoltre, è stato il primo Pontefice a prendere il nome di Francesco, ricordando sia di S. Francesco d’Assisi che di San Francesco da Sales. Il motivo sta forse nel fatto che, per lui, il compito della Chiesa è muoversi e vivere insieme al popolo di Dio.
Un altro importante passo è stato quello di aver modificato la preghiera del “Padre Nostro” che dà di Dio un’immagine piena di misericordia. Averlo fatto, ha dato prova di una sensibilità diversa rispetto alla percezione di Dio che non è immobile ma cambia con il passare del tempi. Infatti diverso può essere il modo in cui si coglie l’ immagine di Dio ma nessuna è completa di per sè ed è strettamente collegata a come si sente l’umanità in quel momento.
Papa Benedetto XVI aveva la visione di un Dio che doveva conservare il deposito della fede. Per Papa Francesco, invece, è in cammino con la Chiesa per cui, poco alla volta, ci si avvicina alla verità ma non la si possiede tutta. È una percezione di Dio aperta alla novità della storia. Inoltre Francesco insegna che il Vangelo deve entrare nella quotidianità e non deve rifiutare ciò che c’è nella vita dell’uomo di oggi.
Nonostante sia stato accusato spesso di eresia, ci sono aspetti molto interessanti nella sua teologia. Nella sua enciclica “Evangelii gaudium” – che è un’ esortazione apostolica – traccia le linee programmatiche del suo pontificato rivolgendosi ai fratelli e dicendo qual è il compito del cristiano di oggi. Innanzitutto, l’uomo attuale è troppo solo e individualista a causa di una società eccessivamente materialista, capace di investire più sulle cose che sulle persone. Al contrario, esorta gli uomini a ritrovarsi attraverso la solidarietà e, già a partire da questo, si riconosce il suo lavoro a contatto con le periferie povere dell’Argentina. La sua è la teologia del popolo e non della liberazione. Quest’ultima era vicina al marxismo e arrivava ad escludere i ricchi dalla messa. La teologia del popolo guarda i poveri partendo dai poveri e non parte dai teologi. IL povero non è oggetto ma soggetto attivo e che il primo grande dovere è ascoltare e imparare dal modo in cui i poveri interpretano la fede e sentono la parola di Dio. Infatti, a suo avviso, a creare la Sua immagine non sono solo i teologi ma anche il popolo nelle sue frange estreme. Quest’ultimo, attraverso la propria sensibilità, ha qualcosa da insegnare. Riprende l’antico insegnamento della Chiesa che parlava dell’ esistenza del senso della base (il sensus fidelius) che ha un modo di sentire capace di insegnare ai vertici. Infatti, Papa Francesco ritiene che i poveri, con le loro sofferenze, hanno capito qualcosa di particolare di Gesù il quale, però, ama tutta l’umanità.
I principi cardine dell’“Evangelii gaudium”sono quattro:
1) Il tempo è superiore allo spazio
Lo spazio è occupato da chi ricerca il potere della coesistenza simultanea delle cose. Occorre invece lasciare spazio a Dio perchè non ci sono solo le angosce del presente ma anche il futuro che apre a nuovi orizzonti di speranza (la memoria del futuro) e lo dimostra la storia di Abramo.
2) L’unità prevale sul conflitto
Non bisogna negare il conflitto e questo è il dramma della società buonista che non vuole vedere in faccia la realtà. È questo l’enigma dei due Papi vestiti di bianco che non abitano in Vaticano. Dovevano rendere conto di una vicinanza pur mantenendo visioni diverse dello stesso Dio e amandolo completamente. Questo dimostra che si possono avere posizioni diverse ma non per questo ci si deve dividere. Per questo e per altri motivi, sono molto più simili di quanto non colga chi non li ha conosciuti bene perchè c’è continuità nella differenza evitando contrapposizioni.
3) La realtà è più importante dell’ idea
Spesso guardiamo la realtà con idee preconcette e, se non coincidono, eliminiamo la prima. Invece le idee sono strumenti di comprensione della realtà che, a volte, cambia e non rispetta quanto ci saremmo aspettati. Questo è il compito di un pastore gesuita come Francesco. Infatti, questo ordine ha sempre difeso il popolo. Quindi, prima di giudicare, occorre sperimentare la realtà senza avere idee preconcette.
4) Il tutto è superiore alla parte
Papa Francesco è contrario ad una cattiva globalizzazione ma non possiamo rimanere chiusi nel localismo senza aprirci all’universale perchè il tutto è superiore alla parte. L’immagine che può rappresentare tutto questo non è una sfera scivolosa ma il poliedro che ha tante facce su cui ci si può fermare senza cadere. Gli spigoli, inoltre, permettono di riconoscere l’esistenza di un’altra faccia e nessuna di esse è assoluta. Inoltre non riconosce il relativismo ma sostiene che ogni visione, uomo o cultura, per quanto ricca possano essere, risultano sempre limitati. È questo è la visione tipica di un missionario che conosce le differenze.
Accusato anche di essere green e quindi di farsi portavoce dei gruppi dominanti ha, al contrario, ripete la posizione sociale della Chiesa in un contesto di ecologia contemporanea. Utilizza il termine di natura (all’interno della quale è compreso l’uomo). Gli ecologisti parlano di ambiente e, in quanto viviamo nel terzo illuminismo, con l’emancipazione della natura o dalla natura. A questo riguardo, ad esempio rispetto agli omosessuali, Francesco è favorevole alle unioni civili ma non al matrimonio. Per il Papa, la vera ecologia è integrale anche per tutelare dalle manipolazioni che l’uomo vorrebbe fare a proprio piacimento.
“Dopo aver approfondito tutti questi temi – ha detto il prof. Banaudi - ho capito che i mass media affossano un Papa quando sembra lontano dalle posizioni dominanti. Al contrario, possono esaltarne un altro adottando solo alcuni aspetti che coincidono con il pensiero in auge in quel momento. In realtà, in tutti e due i casi, si utilizzano solo alcuni aspetti del Pontefice mentre occorre conoscere in modo approfondito il suo pensiero e contestualizzarlo. Per Papa Francesco è importante insistere sulla misericordia piuttosto che sul peccato. Tutti gli uomini sono peccatori ed è allora indispensabile non giudicare perchè la misericordia di Dio è infinita. È questo uno dei cuori pulsanti del Vangelo. Per Papa Francesco avere fede non vuol dire solo guardare Gesù ma guardare con i suoi occhi”.
Giovanna Cravanzola