Martedì, 4 Maggio 2010 | Scritto da: didattica

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ESSERE CRITICI PER ESSERE CITTADINI:

PIERGIORGIO ODIFREDDI, UN MATEMATICO IMPERTINENTE, A CISTERNA D’ASTI

Nono incontro del Polo Cittattiva per l’ Astigiano e l’ Albese

della Direzione Didattica di S. Damiano d’Asti per l’a.s. ‘09/’10

 

scarica i file audio in formato mp3: http://www.oronoronta.org/webpages/2010-05-03_odifreddi.html

Lunedì 3 maggio 2010 il pubblico delle grandi occasioni ha accolto, al Castello di Cisterna d’Asti, il professor Piergiorgio Odifreddi, il matematico che ama definirsi “impertinente e impenitente”. L’ incontro, inserito all’ interno delle serate di sensibilizzazione del Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’ Albese – che vede come responsabile la Direzione Didattica di S. Damiano d’Asti – è stato organizzato in collaborazione con la Rete Museale Roero Monferrato, l’ Istituto Comprensivo di Canale e l’ Ecomuseo delle Rocche nell’ ambito del progetto: “MATECOMUSEI”.

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Un saluto iniziale è stato portato dal Dirigente Scolastico della Direzione di S. Damiano d’Asti, dottor Franco Calcagno cui ha fatto seguito l’intervento del Prof. Alberto Banaudi, docente di filosofia presso il Liceo Scientifico “Vercelli” di Asti, che ha introdotto il tema della serata, l’articolo 7 della Costituzione Italiana: “Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani“. Il professore Banaudi ha sottolineato l’urgenza, per tutti i cittadini – laici o credenti – di affrontare criticamente questo articolo evitando frammistioni tra religiosità e suo utilizzo strumentale per altri fini decisamente diversi dal vero messaggio evangelico. Il prof. Odifreddi ha fatto presente che i punti di partenza del suo intervento sarebbero stati i fatti e le date con lo scopo di trarre conclusioni dettate dalla logica e non dall’ ideologia. Partendo ad analizzare l’articolo 7, la prima cosa che balza all’ occhio è l’ inserimento, tra i principi fondamentali, di un trattato tra due Stati indipendenti. Lo stesso Calamandrei disse che la cosa non apparve molto chiara neppure al tempo della sua approvazione in quanto, come conseguenza, avrebbe dovuto presupporre l’inserimento di tutti i trattati tra l’Italia e gli altri Stati. A partire da questa considerazione il prof. Odifreddi, con la sagacia che contraddistingue i suoi interventi, ha ripercorso brevemente i vari passaggi che hanno visto la firma di trattati e concordati con la Chiesa, tra i quali quello del 1801 con Napoleone, del 1933 con Hitler, fino ad arrivare alle leggi delle Guarentigie che garantivano, oltre ad alcuni beni immobili di rilevo, una cospicua rendita al Papa per un valore attuale di circa 10 milioni di euro annui. Non vennero, ovviamente, mai ritirati dal Papa perché avrebbe voluto dire accettare una situazione di fatto ormai immutabile. Nel 1929 la cifra accumulata era arrivata a corrispondere a circa 10 miliardi di euro dei giorni nostri. Con la firma del Concordato del 1929, l’ Italia si impegnava a versare solo la metà di quella cifra con notevolevantaggio. Venne riconosciuto in questo modo il Vaticano a livello politico ed anche economico. Non solo: i vescovi dovevano essere approvati dallo Stato al quale dovevano giurare, i sacerdoti non potevano far politica o il servizio militare e ricevevano una congrua, il corrispettivo di uno stipendio, dallo Stato… norme poi modificate con il Concordato del 1984. Ma perché questo cambio di rotta dopo le esternazioni politiche fasciste degli anni precedenti? Mussolini era un anticlericale convinto ma aveva capito che un’ “alleanza“ con la chiesa sarebbe stata foriera di vantaggi politici e avrebbe portato un maggior consenso tra le masse. Queste ultime, infatti, avrebbero visto legittimata l’autorità del Duce da parte della Chiesa. Quindi la religiosità veniva strumentalizzata per motivi politici. Per questo, già nel 1929, non tutti furono in accordo – per diversi motivi - alla firma del Concordato, ad esempio, Benedetto Croce diede il suo voto contrario.

Terminata la guerra, il 25 marzo 1947, ci furono ben 10 giorni di discussione su questo tema che però, contrariamente a quanto si poteva supporre, portò il voto favorevole non solo dei democristiani ma anche dei comunisti di Togliatti mentre i socialisti si opposero. Nenni, infatti, era fautore di uno stato laico e sovrano che garantisse alla Chiesa le sue prerogative lasciandole il suo compito spirituale lontano, però, da quello politico che doveva essere guidato da idee laiche (che non stava a significare anticlericali). Ancora una volta veniva assecondato un vero e proprio compromesso politico che vede, ancora oggi, l’ utilizzo di leggi differenti rispetto alle situazioni che regolano le relazioni tra Stato e della Chiesa rispetto a quella con cittadino comune.

La capacità di essere critici dovrebbe permettere ad ogni cittadino di leggere da diversi punti di vista la realtà anche per le situazioni come quelle che riguardano le relazioni con la Chiesa senza tabù. Probabilmente il vero percorso da realizzare è questo: fornire a ciascun cittadino gli strumenti per distinguere ciò che è spiritualità vera da ciò che, invece, riguarda la sfera della politica. Al termine calorosi applausi e numerosi interventi da parte di un pubblico numerosissimo, attento, partecipe e molto variegato, tra i quali alcuni adolescenti. Ciò a dimostrazione del fatto che, in ogni caso, la costruzione di uno spirito critico e consapevole, parte dall’ ascolto di diversi punti di vista anche di quelli scomodi, fuori dal coro e diversi dal proprio, per poi scoprire quella che è davvero la propria opinione personale in modo che non sia frutto di mode o suggestioni ma di… pensiero.

Prossimo incontro del POLO CITTATTIVA, martedì 11 maggio 2010 alle ore 21,00 presso il Castello di Cisterna d’Asti. Titolo della serata: ”SULLE REGOLE: COSTITUZIONE, SOCIETÀ, PERSONA” con il dottor Gherardo Colombo. Introdurrà la serata il prof. Mauro Ferro.

G. Cravanzola

 

 

 

 

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