Non capita spesso, in occasione di una festa paesana, di parlare di temi importanti come la sostenibilità ma a Cisterna d’Asti l’esperimento è perfettamente riuscito. Nell’ambito di “Usanze”, domenica 25 giugno 2023 al Castello, si è tenuto il convegno “Gli apoidei e l’agricoltura sostenibile”. L’iniziativa è stata organizzata dalla proloco di Cisterna con Museo, Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese – I.C. di S. Damiano con Fra production Spa Libreria “Il Pellicano” e Aimc di Asti. In apertura, nel corso dei saluti iniziali, Pietro Bodda ha sottolineato la scelta della proloco – di cui è presidente – di non proporre solo divertimento ma anche temi su cui riflettere. Maria Josè Pastor Rodriguez (ingegnere agronomo specializzata in apicoltura e già apicoltrice, per 11 anni, a Cisterna), grazie alla sua competenza, ha coordinato i vari interventi ma anche posto interrogativi e spunti di riflessione a partire dalla sua introduzione. Cosa è rimasto in natura di ciò che avrebbe trovato un’ape un’ottantina di anni fa? Poco perché anche il paesaggio che ci appare naturale è fortemente antropizzato e i colori dominanti sono il verde - senza sfumature - e il marrone delle terre diserbate ed esposte al sole. Ma un’altra agricoltura è possibile? Su questo aspetto si sono confrontati i relatori che hanno portato la concretezza di esperienze di cui si occupano da qualche anno perché cambiare si può. Mauro Bastita (tecnico viticolo, consigliere comunale e della Proloco di Cisterna) si è soffermato sulla necessità di cura di ciò che ci circonda ma anche dell’importanza di un lavoro condiviso – partendo dalle scuole – rispetto a temi importanti che riguardano tutti. Per questo la proloco cisternese ha ideato “Intenti - Improvvisi Slanci di Cambiamento”, iniziative per soffermarsi, pensare e mettere in luce ciò che si può fare concretamente per trasformare e migliorare un territorio. Il convegno è il primo di una serie di altri appuntamenti rivolti a tutti. L’occhio, raffigurato nel logo, sottolinea evidenziato dal pallino rosso al quale è collegato. All’interno di quest’ultimo, di volta in volta, comparirà il simbolo del tema di discussione. Il ricavato delle magliette con il logo, verrà utilizzato per la realizzazione di casette per gli insetti impollinatori che verranno poste lungo i sentieri del paese ma anche al Bosco dei Bambini e della Costituzione. I bambini delle scuole, infatti, saranno coinvolti nella visita e in laboratori specifici – offerti dalla proloco – presso l’azienda apistica “L’Ape Golosina di Cascina Monfrin” (Narzole - Cn) per la costruzione delle casette. Verrà inoltre creata una cartellonistica dedicata.
A Cisterna – come ha sottolineato Bastita – sono presenti sia il bosco che il terreno agricolo. L’intento è quello di mettere in rapporto proficuo queste due aree anche grazie alla collaborazione dell’Ecomuseo delle Rocche del Roero e di Canale Ecologia. Nel suo intervento, Alberto Grasso ha narrato il suo percorso personale: da tecnico agricolo incaricato dalla Regione Piemonte fino al ruolo di agronomo di Fontanafredda. Da una prospettiva preoccupata solo del problema ad una visione d’insieme che ha puntato più sulla prevenzione che sulle cure e che, nel tempo, ha riportato l’ equilibrio nei vigneti. Ovviamente, all’inizio, l’uso della chimica di laboratorio era ancora presente ma con un impatto minore. Da anni, come responsabile di Fontanafredda, le scelte di Grasso devono essere pensate nell’ottica della chiusura del bilancio. È possibile conciliare ambiente ed economia? “Fontanafredda è un’azienda molto sensibile ai temi della sostenibilità. Ci siamo impegnati ed abbiamo convinto molti ad utilizzare l’agricoltura integrata e poi si siamo spinti più avanti fino ad arrivare all’eliminazione dei diserbanti da 10 anni che hanno riportato nelle vigne erbe scomparse da tempo. Rispetto ai concimi, utilizziamo quelli organici prodotti da noi ma anche il letame degli allevamenti della zona e non solo. Il suolo si è arricchito di microorganismi che erano spariti e, grazie alle analisi del terreno, troviamo nuovamente una grande biodiversità. In un ambiente sterile, le piante non vivono bene. Oggi abbiamo sostituito anche gli antiparassitari utilizzando solo zolfo e rame che non impattano sull’ambiente. Fontanafredda era, già un tempo, un villaggio parlante pieno di boschi e vogliamo ripristinarne la vita. Abbiamo semplificato il territorio e oggi è necessario aumentare la biodiversità. Io sono per un modello di agricoltura che ponga al centro la Terra e l’uomo” ha detto Grasso. Non ha nascosto i costi iniziali che, però, dopo pochi anni vengono compensati da un costo maggiore delle uve e, soprattutto, da un miglioramento notevole rispetto alla salute generale di tutto l’ambiente. Antonio Marino (tecnico specialista, Confagricoltura Alba) ha analizzato i diversi tipi di coltivazione del Piemonte dove, oggi, il nocciolo - con 25669 ettari - è la seconda coltivazione dopo i vigneti. È la regione che ha visto l’incremento maggiore anche per via della crisi del settore dei seminativi ma anche degli estirpi dei vigneti a causa della flavescenza. È meno impegnativa, più meccanizzata e redditizia. Rispetto alla gestione dei terreni, serve una maggiore programmazione. Oggi i problemi sono l’irrigimentazione delle acque superficiali ma è necessario porre attenzione anche all’erosione e ai ruscellamenti. “È necessario trasformare le risorse in opportunità. Negli ultimi tempi si è ripresa la pratica del sovescio che ha numerosi vantaggi: ambientali, paesaggistico, aumento della biodiversità e presidio per gli insetti pronubi. È uno sguardo aperto al futuro e occorre sensibilizzare gli agricoltori e promuovere iniziative” ha concluso Marino.
Giacomo Ballari è presidente della Fondazione per la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo tecnologico dell’agricoltura piemontese (Agrion) nata nel 2014 per volontà di Regione Piemonte e Unioncamere Piemonte con il compito di interpretare i bisogni delle diverse filiere produttive e fare ricerca al loro servizio. Nel suo intervento, ha confermato i molti cambiamenti in ambito agricolo per superare un modello basato sull’ampio utilizzo di prodotti di sintesi. Numerose le iniziative di Agrion - a favore della biodiversità e degli insetti pronubi – dove tutti i cittadini possono fare la propria parte passando dalla desertificazione ai fiori amici degli insetti impollinatori. “Oggi – ha detto Ballari – sono le amministrazioni pubbliche ad utilizzare il glifosato nelle aree pubbliche e sarebbe necessario lavorare sull’uso degli erbicidi nelle aree pubbliche”. Ma la biodiversità non riguarda solo la presenza delle api ma anche la resistenza dei terreni e l’agricoltura ha anche un ruolo fondamentale per quanto concerne la cattura del carbonio. Le aree pubbliche e quelle agricole, le scarpate… possono essere utilizzate, ad esempio dopo la trebbiatura, per seminare miscugli di fiori utili agli insetti pronubi ma anche alla concimazione naturale del terreno. “Agrion vuole studiare tutto ciò e offrire spunti tecnici aprendo una discussione anche con la Regione per trovare incentivi per chi risponde per la salvaguardia degli insetti pronubi ma anche contro l’erosione e la cattura della CO2. Per questo è necessario diffondere questa iniziativa e valutare i risultati” ha concluso.
Numerosi gli interventi durante il dibattito che hanno confermato negli organizzatori la volontà di proporre altre iniziative sul tema nel corso dei prossimi mesi.
Giovanna Cravanzola