Mercoledì, 5 Maggio 2010 | Scritto da: didattica

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SULLE REGOLE: COSTITUZIONE, SOCIETÀ, PERSONA

Lo scorso Martedì 11 Maggio, presso il Castello Medioevale di Cisterna d’Asti, introdotto da Mauro Ferro è intervenuto il dottor Gherardo Colombo. Organizzato dal Polo Cittattiva, in collaborazione con il Museo Arti e Mestieri di un tempo, l’incontro sul “Vivere la Costituzione nel quotidiano” ha affrontato il 3° articolo: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge”.

Come mai si decide di lasciare la magistratura dopo più di trent’anni di professione? E’ forse un’utopia lavorare affinché nel nostro Paese vi sia il rispetto delle regole, ossia affinchè si possa avviare un cammino verso la legalità? La risposta a questi quesiti hanno rappresentato la apertura e la chiusura del vivace dibattito condotto dall’ex-magistrato divenuto famoso per aver contribuito ad inchieste sulla Loggia P2, il delitto Ambrosoli e “Mani Pulite”. Proprio allo scadere del 15° anno dall’inizio di quest’inchiesta, a metà Febbraio del 2007, il magistrato si ritira dal proprio servizio. Come quel giorno in cui, essendo il rubinetto del proprio appartamento milanese rimasto a secco, l’idraulico intervenuto risale al guasto seguendo le tubature scendendo fin giù in cantina, egli decide che sia giunto il momento di scendere nelle scuole, nei circoli, ovunque ce ne sia il bisogno: il rapporto con la giustizia è sterile se chi la amministra non dispensa prima ancora di verificare, se non esiste una comunicazione fra la magistratura ed i cittadini per comprendere il perchè delle regole.

Perchè l’Italia si è dotata di un insieme di regole che prende il nome di Costituzione? Qualcuno fra i presenti in platea suggerisce l’affermazione del principio di verità, qualcun altro ricorre alla serietà tout-cour. Ma siamo così certi che non sia relativa, ovvero che la verità non dipenda forse dal contesto o dal momento storico, e quindi non sia solamente la difesa dello status quo? Prima del 1 Gennaio 1948, data in cui entra in vigore la Costituzione Italiana, l’ordine costituito si basa su una struttura gerarchica alla cui base versa la maggior parte della popolazione, alla quale non vengono riconosciuti i più elementari diritti. La redazione della Costituzione assicura il riconoscimento di alcuni principi fondamentali irrinunciabili, inalienabili, insopprimibili: come il principio di laicità, il principio democratico, ed appunto il principio di uguaglianza, secondo cui tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge. (continua a leggere…)

Come mai si tende oggi ad affermare che “alcuni cittadini non sono uguali davanti alla legge”? Perchè, come suggerito dai presenti, le regole non fanno comodo, soprattutto a chi non si sente appartenente alla Comunità che si è data tali regole. La Costituzione, oltre a regolare diritti e doveri dei cittadini, contiene anche delle disposizioni su come esercitare il potere legislativo, il potere giudiziario e la stessa revisione Costituzionale. Infatti assistiamo a continui tentativi di modificare la Costituzione, giudicati peraltro non validi dalla Corte Costituzionale, organo preposto a verificare che essi siano rispettosi degli ideali sui quali essa si fonda. E quali sono questi ideali? Essenzialmente viene posta al centro dei rapporti civili ed etico-sociali la persona in quanto tale, e quindi vengono garantite la libertà individuale e collettiva senza alcuna distinzione di sesso, razza, religione, opinione politica e condizioni sociali o personali. In poche parole, si afferma una visione della società orizzontale contrapposta a quella verticale, la quale aveva imposto le proprie leggi ed affermato la propria egemonia fino alle due guerre mondiali, allo sgancio della bomba atomica, alla Shoah, e a tutto ciò che ne è conseguito.

Ci sarà sempre una moglie che uccide il marito ubriaco per difendersi; oppure chi ricorre al furto o all’inganno per accaparrarsi del denaro in più. Ma con il passaggio dalla società piramidale (tuttora in corso, soprattutto in certe regioni) alla società orizzontale il diritto penale dovrebbe garantire meglio i diritti fondamentali di ciascuno e l’uguaglianza davanti alla legge. In estrema sintesi, il punto di arrivo è la tutela di ciascun individuo mediante il riconoscimento dei diritti fondamentali per tutti. La nostra Costituzione si è ispirata a questo modello, seppure nel nostro Paese la pena di morte fosse consentita fino a poco tempo fa, vi sia ancora un trattamento privilegiato della chiesa cattolica, il lavoro sia sempre più una concessione invece che un diritto, e sebbene la repressione colpisca più duramente i recidivi più deboli.

L’abbandono della società verticale in favore di un nuovo modello di giustizia sociale è alla fine realizzabile o mera utopìa? Alla luce di quanto emerge dalla cronaca italiana sulla corruzione che lega politica ed imprenditoria, fin dagli Anni Novanta con l’inchiesta “Mani Pulite”, si direbbe proprio di sì. Chi si oppone all’avanzamento di tale processo è chiaramente interessato a mantenere una posizione privilegiata, per il soddisfacimento del proprio benessere e per l’affermazione della propria presunta diversità rispetto ad un cittadino qualunque.

Se consideriamo la storia come una serie di passi, la diversità dell’oggi rispetto a ieri, il cammino verso la società orizzontale non è un’utopìa, bensì è alla nostra portata: dobbiamo metterci in cammino, attivarci per il rispetto della legalità giorno dopo giorno. Cosa stiamo facendo perchè la giustizia funzioni meglio? Intendiamo demandare ad altri la responsabilità di far rispettare le regole - la scuola, la politica, le istituzioni - oppure vogliamo rendere noi stessi consapevoli per poter affermare la legalità?

Sapere aude! In “Risposta alla domanda: che cos’è l’Illuminismo”, scritto da Kant alla fine del ‘700 , il filosofo indica l’Illumininismo come il mezzo per far uscire l’uomo dal proprio stato di minorità, ovvero dall’incapacità di avvalersi del proprio intelletto. Il risultato di questa indecisione, per viltà o per pigrizia, è la rinuncia ad una maturità che andrà a favore di coloro che si proclameranno i tutori dei loro interessi.

Luca Anibaldi

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