Sabato, 29 Gennaio 2011 | Scritto da: didattica

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“VITTIME E CARNEFICI: L’ONDA”

6° INCONTRO DEL POLO CITTATTIVA PER L’ASTIGIANO E L’ALBESE PER L’A.S. 2010/2011

Possono ripetersi – e in quali forme - certi tragici eventi storici che hanno segnato il recente passato? Questo interrogativo ha mosso il 5^ incontro del Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese, che vede la Direzione Didattica di S. Damiano d’Asti come scuola capofila. L’incontro, tenutosi il 31 gennaio 2011, è stato organizzato in collaborazione con il Cinecircolo “400 colpi” e la Bilioteca Civica di Canale d’Alba.

Ha introdotto la serata la dott.ssa Maria Teresa Milano (dottore di ricerca in ebraistica e musicista, ha seguito un corso di perfezionamento su “Musica e Shoah” all’Università di Tel Aviv) che, con Sarah Kaminski (docente di ebraico moderno presso l’Università di Torino, specializzata in Didattica della Shoah presso la prestigiosa Scuola di Yad Vashem a Gerusalemme), è autrice del testo: Il libro della shoah. Ogni bambino ha un nome” (Editrice Sonda). A seguire la proiezione del film: “L’Onda” del regista tedesco Dennis Gansel.

Punto di partenza è stata la riflessione sulla liberazione del campo di Auschwitz il 27 gennaio 1945, che non determinò automaticamente quella di tutti gli altri sparsi per l’Europa. Alcuni di questi, prime tappe verso l’ inferno, erano presenti anche nel nostro territorio (ad esempio il campo di Borgo S. Dalmazzo dal quale partirono 399 ebrei destinati al campo di Auschwitz) ma, sovente, la cosa viene ignorata da molti.

E, come ha ricordato bene nel suo intervento ad Alba l’avvocato Ottolenghi -http://liberidiresistere.wordpress.com/2011/01/28/massimo-ottolenghi-ad-alba/ -, non sono i numeri che spesso aiutano a comprendere l’entità di questa tragedia che nasce da un contesto che è importante indagare.

I responsabili erano mostri? Erano uomini comuni? Sarebbe rassicurante pensare alla prima soluzione. Purtroppo, come la storia recente ha confermato, non è così. Quindi non dimenticare (per chi ha vissuto in quegli anni) e ricordare (per i molti che non erano ancora nati) dovrebbe servire per impegnarsi nella comprensione delle ragioni, dei contesti e non solo delle conseguenze.

Cosa spinge gruppi di persone, e non singoli individui, a commettere crimini legalizzati dalle leggi di uno Stato? Proprio di questo si è occupato il film: “L’Onda”. Dopo le atrocità ormai ben note dell’Olocausto e la cecità inspiegabile di una generazione che ha accettato le follie del Führer, sarebbe possibile il formarsi di una nuova simile dittatura? Potrebbe accadere anche oggi, soprattutto in Germania? E come potremmo essere ancora fuorviati? Queste sono le domande che si è posto il regista che si è ispirato ad un fatto realmente accaduto nel 1967 in California. Qui un professore sperimentò in classe, per spiegare ai suoi allievi la genesi del nazismo, forme di cameratismo attraverso l’uso della disciplina, dell’uniforme, di un gesto di riconoscimento (l’onda, appunto). L’esperimento, però, gli sfuggì di mano causando eccessi, violenze in tutta la scuola tanto da costringere il professore a sospenderlo per gli effetti devastanti prodotti.

Nel film l’ambientazione si sposta nella Germania dei nostri giorni dove un professore “alternativo” propone un laboratorio opzionale a classi aperte di “autocrazia”. Inizialmente ragazzi problematici vengono coinvolti e si appassionano alla proposta ma, nel giro di poco tempo, il gruppo si trasforma in una valanga che sembra quasi impossibile fermare con un tragico finale (che, fortunatamente non corrisponde all’ esito reale dell’ esperimento del 1967).

Il film, definito da alcuni critici come “un’occasione mancata”, ha il pregio di far riflettere sull’ effetto che possono avere determinate situazioni sugli individui che, in gruppo, si suggestionano e influenzano. Solo due ragazze riescono a tagliare i ponti con i gruppo rimanendo del tutto emarginate dai compagni e accusate di voler contrastare la realizzazione di quelli che la maggioranza (che qui dimostra di non aver sempre ragione) ritiene gratificanti e giusti non solo per i protagonisti ma, addirittura, per la collettività. Il film, spinge a chiedersi: “Io da che parte sarei stato? Cosa avrei fatto? Cosa avrei ritenuto giusto?” perchè i contesti sociali e ambientali, modificano i comportamenti delle persone in modo sconvolgente ed è proprio per questo che occorre lavorare su di essi evitando di cadere in una facile retorica a posteriori.

Proprio questo è l’intento che da tre anni muove le iniziative del Polo Cittattiva: stimolare il pensiero critico e divergente lasciando a ciascuno la possibilità di trarre delle conclusioni proprie.

Prossimo incontro venerdì 11 febbraio 2011 alle 21,00 presso il Comune di San Damiano d’Asti per la presentazione del libro: “ALPINI DAL TANARO AL DON” sarà presente l’autore, Giorgio Ferraris con la Corale di Santo Stefano Roero. Nelle vesti di moderatore il dottor Alessandro Cerrato. Ingresso libero.

Giovanna Cravanzola

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