Martedì, 1 Marzo 2011 | Scritto da: didattica

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“LA DOMENICA CHE ANCHE DIO STAVA NASCOSTO – L’URLO SOFFOCATO”

9^ INCONTRO DEL POLO CITTATTIVA PER L’ASTIGIANO E L’ALBESE PER L’A.S. 2010/2011

La guerra, ogni guerra, è fatta di atti orribili compiuti anche contro la popolazione inerme, formata da individui senza difesa, colpevoli solo di trovarsi nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Sono appunto queste le tematiche trattate nel volume:“La domenica che anche Dio stava nascosto” di Donato Bosca (ed. Araba Fenice) che parte dalla storia di un emigrante, Angelo Vigoroso che, sbandato durante gli ultimi mesi della seconda guerra mondiale, perde la vita e non sul campo di battaglia. Il racconto prosegue con un efferato guerra rastrellamento compiuto il 19 novembre 1944 in un paesino delle Langhe.

Se ne è parlato durante l’ incontro che si è tenuto il 24 febbraio 2011 a Canale presso la Biblioteca Civica con l’autore e Guido Boffa, regista del documentario: “L’urlo soffocato”. La serata era inserita all’ interno degli incontri di sensibilizzazione organizzati dal Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese (che vede come capofila la DD di S. Damiano d’Asti) con l’ Associazione Franco Casetta di Canale d’Alba.

Donato Bosca, padre dell’ Associazione Arvangia, autore di numerosi volumi di cultura e storia locale, ha sottolineato come, in questa sua ultima opera, abbia voluto documentare da un’ottica diversa una strage di civili. L’ opera nasce come sviluppo di un progetto nato nella Scuola Secondaria di Primo Grado di Diano d’Alba partendo da una ricerca sulla lapide murata nella frazione Chiarle che riporta i nomi delle vittime ed una data errata: il 22 novembre 1944 che, in realtà, non indica la data dell’eccidio.

Dei poveri ragazzi, alcuni poco più che bambini, avvisati dalla popolazione dell’ arrivo dei nazifascisti, decide di scappare e di nascondersi per timore di essere deportati nei campi di concentramento in Germania come accaduto ad alcuni giovani dei paesi vicini.

Non sono partigiani ma contadini ingenui che, nella foga di trovare un luogo idoneo dove attendere il passaggio dei soldati, prima si dividono in due gruppi uno dei quali decide di torvare rifugio in una depressione del terreno che si trasformerà nella loro tomba.

Purtroppo i nazifascisti sono in possesso di una vecchia carta militare che segnala proprio quella strada che conduce al loro rifugio e che non appare più nelle mappe recenti poiché in disuso. Inconsapevolemente finiscono direttamente nelle fauci del nemico che, senza remore di alcun tipo, ne fucila sette a sangue freddo. Tre sono fratelli e, senza alcun rimorso, gli assassini stazionano dopo gli omicidi per giorni proprio nella cascina della loro famiglia devastandola e portando con sé, alla partenza, ogni mezzo di sostentamento per i superstiti.

Il video: “L’urlo soffocato” documenta proprio le testimonianze dei testimoni diretti e indiretti: i parenti, i vicini di casa, i partigiani, i nipoti… e costituisce, come affermano sia il prof. Boffa che l’autore del libro, una documentazione unica anche per le generazioni future.

Il prof. Boffa ha proprio sottolineato che questo tipo di materiale, costruito con i ragazzi, promuove la riflessione su tutto ciò che nella vita, porta di individui ad un bivio, alla scelta della strada migliore… aspetti senza tempo che coinvolgono prima o poi, la storia individuale di ciascuno di noi.

Giovanna Cravanzola

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