Domenica, 27 Marzo 2011 | Scritto da: didattica

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TERRONI

Tutto quello che è stato fatto

perché gli italiani del sud

diventassero meridionali

Lunedì 4 Aprile, organizzato dal Polo Cittattiva Astigiano e Albese, il castello di Cisterna d’Asti ha ospitato il giornalista Pino Aprile, autore di un libro che mette in discussione il trionfalismo nazionalistico proprio durante le celebrazioni dei 150 anni di Unità d’Italia. Il tentativo di rispondere ad una semplice domanda ha fatto emergere avvenimenti scomodi e quindi rimossi dai libri di storia. Come scrive lo stesso autore, «a mano a mano che scoprivo queste cose, ne parlavo. Io stupìto; gli ascoltatori increduli. Poi io furioso; gli ascoltatori seccati: esagerazioni, invenzioni e, se vere, cose vecchie».

Se da una parte conosciamo il Risorgimento come liberazione di un manipolo di giovani idealisti dalla oppressione borbonica, al comando del leggendario Garibaldi, dall’altra furono concessi lo stupro, il saccheggio, “cose da cloaca” le definì lo stesso eroe. «E se il libro di storia ti chiede da che parte vuoi stare, tu che gli dici: sono meridionale come il brigante o “italiano” come Lui?» Incarcerazioni senza accusa, nè processo, di briganti per definizione: semplicemente perchè meridionali. Fucilazioni di massa, fosse comuni, campi di concentramento istituiti da italiani del Nord per eliminare quelli del Sud.  Secondo quanto riferito dall’inviato di Cavour, prima dell’aggressione il Regno delle Due Sicilie era uno dei paesi più industrializzati d’Europa, con un mirabile organismo finanziario, appena dopo l’Inghilterra e la Francia. Le stesse nazioni che decisero, progettarono e promossero sotto la loro protezione (co-finanziate dalla massoneria)  la occupazione del Sud d’italia. L’invasione ed il saccheggio provocarono una reazione violenta, combattuta con altrettanta violenza; un diritto all’arbìtrio ed al sopruso sugli altri che crebbe all’interno della stessa comunità, perché utile al potere.

Il Sud visto da Nord è un posto infernale, il luogo del male senza possibilità di redenzione. Al contrario, il Nord è Caino: il fratello che compì al Sud un massacro mai avvenuto prima. Priva il meridione delle sue istituzioni, delle sue industrie ed infine della sua ricchezza, inducendo una massiccia emigrazione  verso le Americhe. Per questo lo stato unitario impose delle tasse, evidentemente inique su chi soffriva di stenti e malattie, per assistere economicamente gli armatori che trasportavano milioni di meridionali in America.

In un secolo, oltre 20 milioni abbandonarono la terra che per secoli aveva accolto migranti da ogni parte del mondo. La perdita di beni, della identità e della stessa vita, per un processo di inversione della colpa,  sono divenute le vergogne dei meridionali. I quali sono riconosciuti come i più accesi fra i Leghisti, poichè l’emigrato ha lasciato la propria terra e la propria comunità, e cerca quindi l’appartenenza ad un nuovo paese “dominante” educandosi ad altro da quello che è.

Merito all’opera di Pino Aprile far emergere più che un sospetto: dopo aver fatto l’Italia con il furto ed il sangue, bisognava giustificare il modo. «La scienza, il progresso, la civiltà richiedono qualche sacrificio, e si trova sempre qualcuno disposto a farlo per gli altri». Seppure il Sud sia stato indotto a rinnegare le proprie radici, esso porta in sè una idea di gioia e nostalgia, e soprattutto di una comune crescita di consapevolezza e conoscenza verso la minaccia di razzismo e di scellerate scelte politiche ed economiche.

Al termine dell’incontro l’autore ha affermato la necessità di recuperare la verità storica che ha caratterizzato la nascita dell’Italia  per poter arrivare ad una effettiva Unità.

Luca Anibaldi

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