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““RITRATTI: CAVOUR E GARIBALDI… PERSONAGGI ILLUSTRI AL CASTELLO DI CISTERNA D’ASTI”
13^ INCONTRO DEL POLO CITTATTIVA PER L’ASTIGIANO E L’ALBESE PER L’A.S. 2010/2011
Un incontro per conoscere gli aspetti nascosti della storia, il lato “umano” di alcuni personaggi che l’hanno resa tale: Cavour e Garibaldi. Una storia particolare - quella che 150 anni fa ha portato all’unità del nostro Paese – raccontata da un narratore d’eccezione, il professore Alessandro Barbero, storico, docente presso l’Università del Piemonte Orientale, saggista, scrittore, collaboratore di “Storica”, “Tuttolibri” del quotidiano “La Stampa” e non solo, conosciuto anche per i suoi interventi al programma “Superquark”. L’incontro si è tenuto venerdì 25 marzo 2011 alle 21,00 presso il Castello di Cisterna d’Asti organizzato dal dal Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese - di cui la Direzione Didattica di S. Damiano d’Asti è capofila – in collaborazione con il Museo Arti e Mestieri di un Tempo di Cisterna d’Asti.
Introdotto dal prof. Banaudi, docente presso il Liceo Scientifico di Asti, il professor Barbero ha iniziato a delineare i profili di questi due personaggi, Cavour e Garibaldi, uomini diversi per provenienza sociale, idee politiche, indole ma entrambe caparbi, risoluti, personalità forti in anni di fuoco. Proprio per questo avrebbero potuto ostacolare le iniziative l’ uno dell’ altro, assecondando la naturale diffidenza che nutrivano reciprocamente. Invece le cose andarono diversamente perché, come non sempre capita, questi due grandi uomini seppero mettere da parte tutto ciò ponendo al di sopra di tutto una finalità comune. Proprio la mancanza di faziosità, rispetto ad un obiettivo comune, fa la loro grandezza. Non sempre si conoscono le vere relazioni tra i due perché rappresentavano due modi diversi di concepire l’ unità d’ Italia.
Cavour, figlio della grande nobiltà piemontese, capace di essere fedele, per interesse, a Casa Savoia, ai Bonaparte e poi di nuovo ai Savoia. Uomo volitivo, di grande perspicacia, al quale starà stretto per tutta l’esistenza il ruolo del figlio cadetto e forse, proprio per superare questa condizione, farà virare la sua vita in modo da raggiungere sempre nuovi importanti obiettivi ed incarichi, mai soddisfatto di quanto ottenuto e alla ricerca di un riscatto prima di tutto di fronte a se stesso. Per Cavour l’Italia unità dovrà essere monarchica in primo luogo e liberale, ciò per contrastare lo “spettro” del socialismo che già in quegli anni comincia a infastidire i sonni della nobiltà più retrograda ma non solo.
Garibaldi, invece, è un marinaio, uomo d’azione che ha svolto nella vita mille mestieri e vissuto mille esperienze e si è votato a dare il suo contributo a tutti coloro che aspirano alla libertà. È schedato, arrestato durante la sua lunga vita ben nove volte ed in diverse località del mondo, diventato mazziniano parte per il Sud America dove diventa un vero eroe. L’uomo con la camicia rossa, diventa l’icona globale ottocentesca della libertà: è conosciuto anche a New York, Londra (nel 1859 le sue memorie tradotte in inglese ottengono successo sia a Londra che a New York) molto prima della vicenda dei Mille.
Per ironia della sorte anche Cavour, che si sposta su idee liberali anche per ribellione ai diritti di primogenitura, appare una “testa calda” e Carlo Alberto lo definisce un “carbonaro impenitente”. Addirittura, in gioventù, viene schedato come sovversivo dalla Polizia Austriaca.
Cavour e Garibaldi: il primo calcolatore, analitico, politico scaltro nel raggiungimendo dei suoi obiettivi; il secondo uomo di parola, che non aspira a cariche onorifiche ma ad un futuro con un’ Italia repubblicana con la consapevolezza, però, che l’unico modo di raggiungere questo scopo sia quello di sostenere la monarachia dei Savoia.
Giochi di potere, lettere ufficiali e lettere segrete che hanno stabilito, il destino di un Paese. Le cose, su questo sottile filo, avrebbero anche potuto concludersi con risultati ben diversi. Invece tutti i tasselli di questo grande puzzle sono riusciti ad incastrarsi al posto giusto.
Cavour, ormai al governo, modernizza il Paese cercando di avvicinarlo a quelli più progrediti dell’Europa ma tutto ciò comporta un aumento vertiginoso delle tasse. Alla sua morte improvvisa nel 1861, lascia un fortissimo indebitamento pubblico per il cui risanamento verranno prese delle decisioni che, ancora una volta, influenzeranno il corso della nostra storia. Garibaldi e Cavour, due uomini diversi che probabilmente si detestavano ma che hanno fatto il Risorgimento.
Al termine un interminabile applauso ha accompagnato la conclusione dell’intervento del prof. Barbero che ha regalato ai presenti una serata speciale, coinvolgendo a tal punto il folto pubblico intervenuto da lasciare l’impressione di averli conosciuti davvero “quei due”.
Prossimo appuntamento del Polo Cittattiva, lunedì 4 aprile 2011 alle 21,00 presso il Castello di Cisterna. Titolo dell’incontro: “TERRONI”,sarà presente l’autore Pino Aprile.