Il 17, da molti, è considerato un numero carico di significati nefasti ma venerdì 17 febbraio 2012, al contrario, è stata l’anniversario di due ricorrenze importanti: la promulgazione dello Statuto Albertino nel 1848 che concedeva i diritti civili agli ebrei e ai valdesi e la morte sul rogo di Giordano Bruno nel 1600 in Campo de’ Fiori a Roma.
In questo giorno così ricco di significati, si è tenuto l’ottavo incontro del Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese – di cui la Direzione Didattica di S. Damiano è capofila – con Donato Bosca e Maria Teresa Milano autrice del libro “Terezin. La fortezza della Resistenza non armata” Edizioni Le Chateau. L’appuntamento, si è tenuto alle ore 21,00 presso la Biblioteca Comunale di Canale, in collaborazione con l’Associazione Franco Casetta di Canale d’Alba e l’Israt.
Maria Teresa Milano, così come Donato Bosca, non sono nuovi nel calendario degli appuntamenti organizzati dal Polo Cittattiva e dall’Associazione Franco Casetta essendo stati protagonisti ormai di numerosi incontri. L’autrice è dottore di ricerca in ebraistica e autrice di saggi su cultura ebraica e didattica della Shoah ma anche cantante, autrice, si occupa anche di revisioni editoriali. Ultima pubblicazione, oltre al libro in oggetto, Regina Jonas. Vita di una rabbina (Berlino 1902 – Auschwitz 1944), Effatà 2012.
Il prof. Bosca ha introdotto la serata con un bell’intervento volto a contestualizzare la presenza ebraica nel territorio delle Langhe e del Roero nei secoli scorsi, segnata spesso dalla diffidenza contadina nei confronti di un popolo che si riteneva colpevole della morte di Gesù. Addirittura nei modi di dire, nei rituali della Settimana Santa… erano chiari i riferimenti nei confronti dei “giudei”. Una fra tutte la tradizione del fare i giudei durante i riti pasquali. Gruppi di fedeli entravano producendo schiamazzi all’interno nelle chiese con l’intento di ricordare il frastuono del popolo durante il processo a Gesù. A seguire ha preso la parola la dott.ssa Milano che ha innanzitutto parlato della situazione ebraica nel territorio ceco: una presenza millenaria che ha contrassegnato queste zone in modo emblematico. Le prime problematiche, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, iniziano molto prima dell’avvento nazista. Infatti l’antisemitismo in queste territori inizia partire dal 1867 quando prende l’avvio l’emancipazione proprio perché, a differenza di quando accadeva prima, da questo momento gli ebrei diventano uguali agli altri, poco riconoscibili e, quindi, considerati più pericolosi.
Tutto ciò, a poco a poco, porterà all’istituzione del ghetto di Terezin, presentato al mondo, dalla propaganda nazista come un modello delle attenzioni rivolte agli ebrei. Addirittura divenne il set di un film che voleva far credere che Terezin fosse quasi un posto di svago e di vacanza dove tutti avrebbero voluto trascorrere qualche giorno. Spesso, ancora oggi, si pensa che non fu teatro delle atrocità che avvennero altrove. In realtà non fu così: a Terezin vennero internate 140 000 persone di cui 15 000 bambini. Al termine delle guerra sopravvissero 3800 adulti e 142 bambini.
Ma Terezin fu il centro di una resistenza non armata che, in nome della speranza e della libertà, produsse 2430 conferenze, 600 spettacoli teatrali e musicali e, soprattutto, laboratori di arte per bambini.
Alla brutalità si contrappose la forza della cultura attraverso la quale gli adulti regalarono un futuro ai bambini cercando, attraverso l’educazione al bello, di difenderli dall’orrore di quel mondo terribile.
Un esempio di cittadinanza attiva, di non violenza che risponde con una forza molto più grande ed efficace di quella delle armi e che riesce a fare in modo che l’umanità abbia la meglio anche in un momento dove pare che il mondo non abbia un futuro.
Prossimo appuntamento del Polo Cittattiva, giovedì 23 febbraio 2012 presso il Teatrino Parrocchiale di Cisterna d’Asti. Presentata da Roberta Arias, interverrà Susanna Raweh, autrice del libro La storia della nonna bambina, uscito in ebraico a Tel Aviv (Ha-Sippur shel Savtà Yaldà-The Story of Granny-Girl, Shufra for Fine Literature, 2004). Il libro racconta la sua esperienza infantile all’interno di diversi campi di concentramento che si concluderà, fortunatamente, con il ricongiungimento della sua famiglia e, purtroppo, con la scomparsa in condizioni terribili di altri parenti.Il libro, illustrato dalla nipotina Dafna, racconta in rima ai bambini questa triste vicenda con l’intento di conservare la memoria di un periodo orribile della storia ma anche di aprire il cuore alla speranza. Oggi Susanna Raweh vive e lavora in Israele.
Giovanna Cravanzola