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“PILLOLE DI LIBERTA’ PER SCELTE CONSAPEVOLI”
15^ INCONTRO PER IL POLO CITTATTIVA ASTIGIANO E ALBESE
La libertà si può espletare anche quando si va a fare la spesa?
La risposta non è semplice ma, probabilmente, è affermativa se gli individui si trasformano da consumatori a soggetti consapevoli delle proprie scelte anche quando si trovano a tavola. Questa tematica è stata al centro del dibattito dell’incontro che si è tenuto sabato 5 maggio 2012 alle ore 17,00 presso il Castello di Cisterna d’Asti, organizzato dal Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese in collaborazione con il Museo Arti e Mestieri di un Tempo.
Luca Reteuna e Giorgio Ferrero, con la moderazione della giornalista Roberta Arias, ne hanno piacevolmente dibattuto con il pubblico. Luca Reteuna, classe 1960, è giornalista dal 1981. È stato corrispondente del “Corriere medico” (quotidiano di sanità del “Corriere della sera”) e caporedattore di testate nazionali di scienza e tutela dei consumatori. È autore di molti libri, ultimo dei quali “Sorella acqua”, Ed. Effatà, che verrà presentato nei prossimi giorni.
Giorgio Ferrero classe 1966, responsabile del dipartimento Agricoltura-Alimentazione del Pd Piemonte. Agrotecnico,
risiede a Pino d’Asti, dove è titolare di un’azienda agricola ad indirizzo prevalentemente vitivinicolo. In Coldiretti ha ricoperto l’incarico di presidente provinciale e regionale, componente della Giunta nazionale. E’stato sindaco del di Pino ed amministratore della Camera di Commercio di Asti.
Nel suo intervento introduttivo la dott.ssa Arias ha ricordato come la saggezza del passato, anche in ambito agroalimentare, dovrebbe essere un messaggio capace di orientare anche le scelte del presente. Partendo da questo stimolo a Ferrero e Reteuna, in diversi passaggi, hanno delineato il profilo di un problema che tocca tutti e che può avere, nel tempo, effetti nefasti sulla salute. Si è sottolineata la fatica di molti a comprendere tutti i cambiamenti che, nel corso di pochi decenni a partire dal secolo scorso, hanno completamente sovvertito usi e consuetudini anche alimentari che si erano consolidati nel corso di secoli.
A partire dopoguerra, una sempre più notevole disponibilità di cibo nei Paesi ricchi ha sconfitto il problema di una fame atavica che colpiva buona parte della popolazione. Tutto ciò, per molto tempo, ha portato ad esaltare i successi della modernità che, però, solo in tempi recenti ha rivelato i suoi aspetti nocivi. Sempre più spesso i vari trattamenti che subiscono i prodotti, a partire dalle materie prime, fanno sì che non sempre ciò che si mangia è ciò che si crede di mangiare. La quantità, infatti, non va sempre a spasso con la qualità ma solo essendo informati su queste tematiche si possono effettuare scelte libere e consapevoli. Nel diritto di nutrirci, appunto, possiamo esprimere anche la nostra libertà di scegliere.
Putroppo scelte errate, nel corso del tempo, hanno provocato quella che si potrebbe definire mortalità alimentare di cui, però, quasi mai si parla anche per i forti interessi economici che regolano il mondo della produzione di questi prodotti. Di molte sostanze, sebbene inserite nelle etichette e tutte autorizzate, spesso non si esprimono i quantitativi all’interno dei prodotti ma, sommati quodianamente nell’ alimentazione, possono diventare pericolose può inconsapevolemete essere superata la soglia giornaliera consigliata.
Coloranti, additivi, conservanti rendono appetibili prodotti spesso di scarsa qualità in partenza ma non solo, di molti sono stati già studiati e sperimentati in alcuni Paesi gli effetti negativi specialmente nei bambini sui quali, spesso, causano iperattività e scarsa capacità di attenzione. Inoltre l’utilizzo di grassi vegetali non definiti spesso significa l’impiego di sostanze che non apportano alcun tipo di vantaggio in termini nutritivi ma determinano l’accumulo di sostanze lipidiche nell’organismo a partire dall’infanzia.
Per difendersi diventa quindi di fondamentale importanza saper scegliere gli alimenti soprattutto attraverso la lettura delle etichette di tutti i prodotti, approfondendo magari la conoscenze delle diverse sigle europee utilizzate per indicare le sostanze inseritenei vari cibi.
La scelta dei prodotti bio garantisce l’utilizzo di prodotti più controllati già a livello di materie prime con costi, in rapporto, quasi in linea con quelli degli altri presenti sul mercato - anche perché diverse catene alimentari da tempo li propongono sui propri scaffali – ma con un vantaggio in più per la propria salute. Ma ci sono anche altri mezzi: l’acquisto diretto da piccoli produttori che garantiscono la qualità dei prodotti, anche attraverso i Gas (gruppi di acquisto solidale) che permettono una spesa di gruppo, a prezzi contenuti.
Ma, ovviamente, numerosi altri sono i problemi che, in alcuni casi, possono essere ovviati attraverso l’educazione che famiglia e scuola devono contribuire sinergicamente a costruire ripristinando una cultura alimentare che, un tempo, prevedeva ad esempio, l’utilizzo di prodotti stagionali e locali.
Altri problemi invece, come sottolineato in alcuni interventi dei presenti, riguardano la scarsità di risorse delle famiglie degli ultimi tempi che, sovente, non consentono di effettuare le scelte che si vorrebbero su queste tematiche. Altre motivazioni, sulle quali ha posto l’accento la consigliera regionale Angela Motta presente all’ incontro, sono la vita frenetica che induce ad una minor attenzione sugli acquisti e, talvolta, uno scarso investimento in questo settore a favore di altri generi ritenuti socialmente pù appetibili. A questo proposito ha sottolineato che il mondo politico dovrebbe favorire una conoscenza maggiore proprio in quelle fasce di popolazione meno informate su questi argomenti, attraverso campagne di prevenzione che, nel tempo, risultano sempre vincenti. Infatti scelte alimentari errate si ripercuotono economicamente sulla collettività a causa dei costi che, prima o dopo, vengono caricati sul settore sanitario e, di conseguneza, sulle tasche dei contribuenti.
Un altro apporto importante al pomeriggio è stato dato dal Maria Josè Guido Pastor Rodiguez, genitore, apicultrice biologica, ingegnere agronomo, esperta in cooperazione internazionale e conoscitrice di diverse realtà africane in cui ha prestato la sua attività. Ha reso noto come, negli ultimi anni, buona parte del miele a buon mercato provenga dall’estero e sia composto, in realtà, da miscele chimiche delle quali rimane ancora sconosciuta la natura. Il prodotto una volta giunto illegalmente in Italia, viene addizionato da pollini locali in modo da mascherare la sua dubbia natura.
Secondo la dott.ssa Pastor la politica nazionale ed internazionale dovrebbe pretendere un esborso maggiore in tasse da parte dei produttori che utilizzano sostanze di cui gli effetti siano ancora incerti in modo da favorire chi, preservando anche il territorio, espleta un lavoro a favore della collettività.
Purtroppo, come sottolineato dai relatori, molte di questi prodotti sono legali a livello europeo anche se, in certi Paesi, si comincia a fare attenzione alle pubblicità ritenute ingannevoli ed alcuni prodotti di origine dubbia sono stati messi al bando. Ma Reteuna e Ferrero hanno sottolineato coralmente che l’arma migliore è quella della scelta al momento dell’ acquisto - senza alcun tipo di estremismo sempre deletereo - che, su larga scala, favorirebbe una riflessione da parte dei produttori.
Ovviamente sempre al primo posto l’informazione. Siti come www.altroconsumo.it, rendono noti i risultati di ricerche in ambito nazionale ed internazionale. Piccoli consigli per evitarci di fare la fine dell’inconsapevole Biancaneve davanti a quella che sembrava una succulenta mela… sembrava, appunto.
Prossimo appuntamento del Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese venerdì 18 maggio 2012 alle ore 21,00, in collaborazione con il Museo Arti e Mestieri di un Tempo ed Israt per la presentazione del libro “Duce. La propaganda muraria del regime fascista”. L’autore, Giovanni Bosca, ne discuterà con Sandro Cerrato.
Giovanna Cravanzola