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I RAGAZZI CHE VOLARONO L’AQUILONE.
INDAGINE SU UNA FORMAZIONE PARTIGIANA
18^ INCONTRO DEL POLO CITTATTIVA PER L’ASTIGIANO E L’ALBESE
La storia è fatta di tante pagine, alcune destinate ad essere ricordate altre, invece, a rimanere dimenticate almeno fino a quando qualche ricercatore appassionato non le risolleva sotto alla polvere del tempo facendole ritornare attuali. Franco Brunetta ha speso ben quindici anni in una ricerca di questo genere che ha riportato alla luce la storia di un uomo, Bruno Tuscano che, per molti, sembrava ormai solo un nome su una lapide. Ma quella storia si sviluppa insieme a quella di tanti altri ragazzi di qualche anno fa, che riuscirono nel grande sforzo di far volare l’aquilone della libertà nei cieli bui e tempestosi dell’ultimo conflitto mondiale.
Un lavoro grande, meticoloso e preciso, fatto di ricerche e riscritture che ha portato alla stesura di un’opera straordinaria “I ragazzi che volarono l’aquilone. Indagine su una formazione partigiana”, ed. Araba Fenice che è stato presentato il 31 maggio 2012 a Cisterna d’Asti a cura del Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese in collaborazione con il Museo Arti e Mestieri di un Tempo.
La serata è stata introdotta da Alessandro Dutto, appassionato di libri nonché editore dell’ Araba Fenice che ha creduto in questo libro corposo, per certi versi scomodo che, in pochi mesi, è già arrivato alla seconda edizione. Un vero successo editoriale per un testo dotato anche di una ricca appendice bibliografica che lo rende uno strumento utile per chiunque voglia approfondire ulteriormente l’argomento.
Ma chi è Franco Brunetta? Un uomo che, fin da piccolo, ha respirato i valori della Resistenza grazie al padre e al nonno partigiani. Un uomo dai poliedrici interessi che lo hanno portato, nel corso degli anni, a scrutare il mondo da punti di vista diversi e affascinanti: maestro, giornalista, ha sviluppato passioni sia per la ricerca artistica, fondando l’associazione per le arti visuali “La bottega delle Nuove Forme”, sia nello studio della Resistenza. In questo campo ha realizzato manifestazioni e mostre, scritto articoli e libri, realizzato film e reportage.
Un incontro fortuito avvenuto nel 1994, gli permette di conoscere di persona Francesco Tuscano, fratello del comandante partigiano Bruno Tuscano. Proprio Giuseppe Brunetta, padre dell’autore, nome di battaglia Lothar spesso gli aveva narrato di aver assistito agli ultimi momenti di vita di questo giovane uomo condannato a morte dai fascisti. Ma che fine aveva fatto la sua famiglia? Finalmente c’era l occasione di conoscere a fondo quello che era diventato in casa Brunetta quasi un episodio mitico.
Da questo momento, quello che era un racconto si trasforma in qualcosa che, a poco a poco, prende sempre più forma, si arricchisce di documenti, dettagli, testimonianze - “del bello e del brutto della storia” , come ha detto Brunetta – raccogliendo tratti che la storia ufficiale aveva dimenticato. Ne viene delineata la figura di un ragazzo di 24 anni, Bruno per l’appunto, che arriva in Piemonte dalla Calabria e che, nel corso della sua breve vita si ritrova – come tanti altri a quel tempo – a cercare di comprendere davvero da che parte fosse giusto stare e che termina la sua vita per salvare quella dei compagni. Proprio questi ultimi, nonostante la sua morte, riescono a “far volare l’aquilone” portando a compimento quel progetto comune per il quale Brunetto – come lo chiamava il fratello Francesco - aveva speso la sua vita. Un libro importante che è stato presentato in diverse sedi, spesso con moderatori prestigiosi come Luciano Violante, Anna Foa, Diego Novelli che ha ricevuto una lettera di apprezzamento da parte del Presidente della Repubblica Napolitano. Non solo: è stato premiato recentemente ad Osimo (insieme a finalisti del carico di Ferruccio De Bortoli) vincendo il Premio Nazionale Anpi 2012 per la ricerca storica con la seguente motivazione: “Per la sua ricerca su importanti atti sulla lotta per la libertà in una terra che fu radice d’Italia, terra offesa dall’orrenda vendetta nazifascista. Per l’opera riconosciuta di educatore alla cultura della memoria”.
Franco Brunetta ha sottolineato come oggi sia difficile partecipare ad incontri sull’epopea partigiana. Purtroppo, ci si è allontanati dividendosi sui significati di questo periodo storico ed è davvero grande il dolore di chi ha speso la giovinezza lottando per dei valori che, sovente, oggi vengono bistrattati. Succede allora che questo periodo venga riportato alle cronache grazie agli interventi dei revisionisti che, spesso, hanno la meglio poiché alcuni fatti realmente accaduti non sono stati resi noti al grande pubblico in quanto , secondo alcuni, avrebbero potuto mettere in negativo la visione eroica della Resistenza. Ma, riflettendo bene, la storia è fatta di uomini con le loro azioni, positive e negative. La differenza tra gli uomini di allora, però, era data dagli ideali che erano alla base: i partigiani lottavano per la libertà e la democrazia mentre coloro contro i quali si opponevano avevano un progetto politico decisamente diverso.
Forse anche per merito di questo taglio storico privo di censure di sorta, il libro ha sofferto, nella fase di ricerca di un editore, ma Brunetta ha anche tenuto a sottolineare che non si può solo difendere la Resistenza ma occorre anche conoscerla per riflettere, in modo da trasformarla non solo in una parentesi epica ma in una bussola per il presente.
Un lavoro quindi intenso che, dopo la prima edizione, ha portato al ritrovamento di altri testimoni importanti e di documenti che portano nuove notizie su Tuscano ed arricchiscono la seconda.
Ma l’eccezionalità di Franco Brunetta si è rivelata davvero immensa quando, grazie alla sua esperienza di “maestro in continua ricerca” ha saputo sintetizzare in termini semplici, comprensibili - ed anche drammatizzare - l’intera vicenda per un buon numero di bambini della Scuola Statale di Cisterna d’Asti presenti all’ incontro.
Una serata che ha posto un altro tassello importante sulla riflessione condotta sul tema della libertà che non può solo essere ricordo ma analisi critica in un’epoca dove la ricerca condotta sui fatti partigiani, se da un lato viene sminuita dall’altro sta vivendo una stagione feconda. Però, se non viene effettuata conoscendo approfonditamente il periodo storico in questione, se i valori che stanno alla base di quell’esperienza rimangono motti retorici, risulta essere inutile in quanto non è in grado di avvicinare e rendere attuale per periodo per tutti coloro chenon l’hanno vissuto in prima persona.
L’ultimo appuntamento della stagione, organizzato dal Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese si terrà lunedì 4 giugno 2012 alle ore 21 presso il Castello di Cisterna d’Asti. Titolo della serata “Barbari” con il professor Alessandro Barbero: popoli incivili o culture diverse in viaggio alla ricerca della propria libertà?
Giovanna Cravanzola
Per approfondimenti: