Ecco le foto della giornata
https://www.dropbox.com/sh/xf5g6td9d5ieuxm/HbKLuXQEXq
I files audio sono alla pagina:
http://www.scuolealmuseo.it/registrazioni_download.html
SULLE TRACCE DEL MAGGIORE HOPE
1^ INCONTRO DEL POLO CITTATTIVA PER L’ASTIGIANO E L’ALBESE PER L’A.S. 2012 2013
In un pomeriggio di quasi autunno, una passeggiata alla ricerca del passato ha riunito tutti coloro che si sono ritrovati a Cisterna d’Asti per ricordare un uomo arrivato quasi settant’anni fa da una terra lontana, il Sudafrica, che ha lasciato in questa collina del Roero astigiano molto di più che il nome ad una piazza: il Maggiore Hope.
L’incontro è stato organizzato dal Museo Arti e Mestieri di un Tempo di Cisterna d’Asti in collaborazione con il Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese, l’Israt, l’Associazione Franco Casetta di Canale d’Alba ed è stato realizzato grazie all’interessamento della signora Claudia Poggi, alla disponibilità dell’amministrazione di Cisterna d’Asti, del cantoniere Roberto Massocco, della traduttrice Anna Carla, del servizio civile volontario (progetto realizzato con il Comune di Asti) e dei responsabili del Museo Arti e Mestieri di Cisterna. L’appuntamento è stato il primo del calendario del Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese che, per l’anno scolastico in corso, avrà come titolo “Osare la speranza”.
In questi tempi difficili, proprio il tema della speranza, vista anche come impegno, volontà e perseveranza… alla ricerca di un futuro migliore, farà da filo conduttore al progetto che, ancora una volta, sarà rivolto non solo al mondo della scuola ma a tutto il territorio. E per una strana combinazione, Hope in lingua inglese significa proprio speranza. Ma forse non è un caso.
Bambini, uomini e donne, ragazzi di ieri e di oggi, lunedì 17 settembre 2012 si sono raccolti in piazza Rino Rossino dove, alla presenza delle autorità, è partito il corteo diretto verso il luogo dove il Maggiore ha perso la vita quasi al termine dell’ ultimo conflitto mondiale.
Ma una persona speciale ha accompagnato questo momento: Anne Hope, figlia del Maggiore, una ragazza ottantenne con occhi color del cielo spalancati a raccogliere la luce e i colori di una giornata straordinaria e, sicuramente, irripetibile. Una marcia fatta a tappe, carica di ricordi e di racconti di chi, in quei giorni lontani, sperava davvero in un mondo finalmente migliore.
Una marcia che, come ha detto Anne Hope, è stata per lei carica sia di dispiacere per quella perdita ma anche di dolcezza nel vedere una comunità che ha solo ricordato ma anche festeggiato suo padre come una persona che, in fondo, ha continuato a vivere per tutti questi anni come parte integrante del paese.
Sulla lapide che commemora Hope, i bambini hanno d eposto dei fiori e consegnato un omaggio floreale ad Anne. Dopo un breve discorso, il percorso è proseguito fino al Castello dove è stato offerto ai presenti un ricco buffet.
Alle 18,30 ha preso l’avvio il convegno, moderato dal dottor Sandro Cerrato, che ha visto come relatori la dott.ssa Giulia Carpignano, il dottor Mario Renosio dell’ Israt, il prof. John Meddemmen – docente di storia della lingua inglese presso l’ Università di Pavia.
Dopo un breve saluto del Sindaco di Cisterna d’Asti, Renzo Peletto, ha introdotto il dottor Sandro Cerrato che, a partire dal libro “I Banditi di Cisterna”, ha citato Augusto Bellero che ricordava gli ultimi momenti di vita di Hope trascorsi recitando il rosario. Un uomo onesto e stimato per la sua semplicità dai partigiani. Ha preso poi la parola Giulia Carpignano, appassionata studiosa di Beppe Fenoglio che, appunto, ha sottolineato i rapporti dello scrittore con il Maggiore. Alcuni testimoni diretti, infatti, dichiararono in più occasioni dei rapporti che li legarono.
Anche il prof. Meddemmen ha sottolineato questi rapporti che furono reali e non solo frutto della fantasia letteraria dello scrittore. Meddemmen ha anche approfondito alcuni particolari dell’opera di Fenoglio ed il travaglio editoriale che l’ha accompagnata.
Mario Renosio, invece, ha sviluppato un altro aspetto: i rapporti tra le missioni alleate ed i gruppi partigiani a partire dal 1944 nelle quali riemerge la figura di Hope in questa guerra globalizzata dove, come ha sottolineato il relatore, è possibile ancora oggi scorgere i segni del suo passaggio anche sui viottoli dei sentieri dei piccoli paesi.
Il dottor Cerrato ha coordinato gli interventi riportando sempre l’attenzione sulla figura del Maggiore Hope lasciando poi la parola ai protagonisti veri: i partigiani. Luigi Rossanino, Michele Franco, Paolo Pasquero hanno portato la loro testimonianza rispetto alla figura di Hope concordando sulla sua umiltà, sul sincero interesse anche nei confronti dei partigiani più giovani. Un militare che non aveva dimenticato, nonostante quei terribili giorni, l’importanza di essere Uomo sempre e comunque. Un altro momento importante è stato quello nel quale l’arch. Demaria Enzo, Presidente dell’Anpi di Alba, ha portato i saluti della sig.ra Balbo, figlia di un’altra figura protagonista di quei giorni, alla sig.ra Hope con la speranza di poterla un giorno incontrare di persona.
Anne Hope, al termine, ha reso davvero indimenticabile questo incontro. Commossa ma anche felice, ha ringraziato i presenti e, ricordando i giorni dolorosi del lutto, ha detto che la giornata è stata per lei anche il funerale che la sua famiglia non aveva mai potuto celebrare per il padre. Ha letto poi alcune parti di una lettera nelle quali ha sottolineato come suo padre sia morto per i valori in cui credeva, per la sua fede e nella sua fede. Proprio per questo ha chiesto a tutti di non ricordarlo per com’è morto ma per com’è vissuto ogni giorno, fino in fondo. Una bella occasione per ricordarsi che la storia è fatta di uomini, che i nomi che si leggono su monumenti, lapidi, libri appartenevano a persone con speranze, affetti, aspettative. Non solo eroi ma persone. Anzi eroi quanto più hanno saputo essere umanamente persone e non personaggi. Ed anche per questo è giusto ricordarli.
Le registrazioni degli interventi della giornata sono scaricabili alla pagina: http://www.scuolealmuseo.it/registrazioni_download.html
Prossimo incontro del Polo Cittattiva venerdì 28 settembre 2012. Verrà presentato il volume “Un regno che è stato grande. La storia negata dei Borboni di Napoli e Sicilia” di Gianni Oliva, giornalista, storico, politico. Introduce Sara Mirra. Sarà presente l’autore.
Giovanna Cravanzola
In memoria di mio padre, il Maggiore Adrian Hope
(traduzione della poesia recitata da Anne Hope)
Così, è morto per la sua fede! Questo è bello.
Non siamo in molti ad agire in questo modo.
Ma aspetta – puoi aggiungere a quel verso
che è anche vissuto per essa?
Alla fine le ha reso testimonianza con la morte
come un martire alla verità.
L’aveva fatto anche nel passato,
fin dai giorni della sua gioventù?
È facile morire.
C’è chi è morto per un’aspirazione o un capriccio,
per spavalderia, o passione o superbia.
È stato più difficile per lui?
Ma vivere, quotidianamente vivere
tutta la verità dei suoi sogni
mentre i suoi contemplavano il suo agire dubbiosi
e il mondo sprezzante.
È così che è andato avanti con fatica
senza mai deviare?
Allora parleremo della vita che ha vissuto,
lascia perdere come è morto!