Martedì, 2 Ottobre 2012 | Scritto da: didattica

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“PENSARE COME LE MONTAGNE”

4^ INCONTRO DEL POLO CITTATTIVA PER L’ASTIGIANO E L’ALBESE PER L’A.S. ‘12/’13


Giovedì 11 ottobre 2012 il Castello di Cisterna d’Asti ha ospitato un nuovo affollatissimo incontro organizzato da Canale Ecologia in collaborazione con il Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese per la presentazione del libro “Pensare come le montagne” di Paolo Ermani e Valerio Pignatta.

Paolo Ermani, presente all’incontro, è Presidente dell’associazione PAEA (Progetti alternativi per l’energia e l’ambiente), socio fondatore ed ex vicepresidente del Movimento per la decrescita felice. È tra gli ideatori del quotidiano on line Il Cambiamento. Da due decenni è impegnato nell’ambito delle energie rinnovabili e del risparmio energetico. Ha effettuato molte esperienze, nell’ambito delle tecnologie alternative, in Germania, Danimarca ed Olanda. Dal 1994 al 2005 è stato responsabile tecnico e organizzativo della Casa Ecologica, la mostra itinerante più grande d’Europa su energie rinnovabili e risparmio energetico.

La serata è stata introdotta da Olga Scarsi di Canale Ecologia che ha dato poi la parola ad Andrea Bertaglio, poliedrico giornalista pubblicista, che collabora con vari riviste e siti web, il più importante dei quali, oltre a Il Cambiamento, è quello del Movimento per la Decrescita Felice di Maurizio Pallante. Cura un blog sul Fatto Quotidiano e collabora, ancor prima della sua costituzione ufficiale, con il Movimento per la Decrescita Felice. Ha lavorato nel 2007 in Germania presso il “Centre on Sustainable Consumption and Production” ed è da poco ritornato in Italia.

Il libro parte dalla consapevolezza del superamento dei limiti ambientali sul nostro pianeta. Il titolo accattivante del libro parte dalla constatazione dell’assenza di una prospettiva soprattutto a livello politico dove, quotidianamente, i cittadini possono riscontrare l’incapacità di proporre progetti lungimiranti. Occorrebbe invece l’abilità di guardare lontano, proprio come le montagne e di mantenere la loro stessa solidità anche nei tempi difficili che stiamo vivendo.

Il primo passo richiede il coinvolgimento critico delle persone e la loro capacità di dare una lettura più attenta ed anticonformista al mondo che li circonda. Il dogma dei nostri giorni è quello della crescita che, fino a qualche anno fa, sembrava fonte di benessere illimitato e diffuso. Oggi l’aumento dei consumatori in Paesi come la Cina e l’India devono portare ad una riflessione globale sulla possibilità del pianeta di sostenere sia la richiesta energetica che la produzione di rifiuti.

Ovviamente ciò è impossibile quanto il procrastinare delle decisioni fondamentali ma che appaiono, a volte, irrealizzabili in un mondo globalizzato dove viene  promosso un sistema che ha come unico valore quello economico e commerciale. Gli individui si illudono di diventare protagonisti esclusivamente nella misura in cui sono in grado di acquistare prodotti all’infinito. Oggi, però, questa società dello spreco, sta dando segni sempre più evidenti di scompenso per la sua incapacità di smerciare tutto quanto viene prodotto. La vera economia, invece, dovrebbe invece basarsi sulla salvaguardia – e non solo sullo sfruttamento – dei beni comuni come acqua, aria, terra.

Ma è ancora possibile dare una svolta positiva?  In un quadro così devastante la speranza in un cambiamento ci coinvolge tutti a partire dai nostri comportamenti quotidiani, dalle nostre scelte che, quando interessano molte persone, hanno una forze esplosiva. L’importante è comprendere che non è più possibile delegare le decisioni o perseverare in  scelte politiche ed economiche miopi,  inconsapevoli del fatto che si potrebbero creare molti più posti di lavoro - rispetto a tutti quelli che si sono persi, che si stanno perdendo e che si perderanno  a breve – investendo nelle tecnologie alternative ed anche nella riconversione professionale dei disoccupati. Una svolta, dunque, che potrebbe anche riuscire a ricompattare diverse realtà disgregate dove ciò che conta non è più la comunità ma l’individuo che, da solo, rimane indifeso ed esposto ad ogni vento contrario.

Oggi,  da più parti, si sta rendendo concreto lo sforzo di arginare il disastro cui stiamo assistendo producendo lavoro e un nuovo  di ben - essere che pone al centro non il denaro ma la persona. La Banca Etica, i Gruppi di Acquisto Solidali (Gas), i Gruppi di Acquisto di Terreni (Gat), il Credito Cooperativo e moltissimi altri, sono realtà consolidate cui è possibile accedere. Infatti, come ha sottolineato Ermani, per cambiare le cose non servono le sommosse ma semplicemente togliere il potere a chi lo gestisce male.

Al termine numerosi sono stati gli interventi da parte dei presenti che hanno ulteriormente sottolineato l’interesse per gli argomenti proposti. Paolo Ermani ed Andrea Bertaglio hanno avuto la capacità di raggiungere gli interlocutori con una serie di documenti ed argomentazioni tecniche presentate con un linguaggio semplice ma, soprattutto, hanno portato esempi concreti di ciò che ciascuno può fare per raggiungere un cambiamento.

Spesso, infatti, l’impressione da parte di chi non si occupa di temi ambientali è quella per cui, per difendere il pianeta, ci si debba trasformare in eremiti che vivono cibandosi di radici e conducendo una vita scomoda e grama. La serata, invece, ha avuto il merito di proporre un cambiamento di rotta che può essere praticato da ciascuno, senza la necessità di essere eroi o martiri che si imolano per il bene di tutti perché Ambiente non è solo una parola, un’etichetta o un vessillo. Ambiente, volenti o nolenti, siamo tutti noi ed il potere è nelle nostre mani.

Giovanna Cravanzola

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