Sabato, 3 Novembre 2012 | Scritto da: didattica

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“IL BACIALE’ ”

5^ INCONTRO DEL POLO CITTATTIVA PER L’ASTIGIANO E L’ALBESE PER L’A.S. ‘12/’13

Scarica la registrazione dell’incontro alla pagina: http://www.scuolealmuseo.it/registrazioni_download.html

“Dedicato alle persone qualunque, che vivono una vita qualunque, in un posto qualunque. La loro esistenza non è inutile perché fanno da contrappeso al mondo e spesso lo mantengono in equilibrio”.

Parole semplici, specialmente in un mondo dove sembra indispensabile compiere gesti stravaganti o estremi per dimostrare di esistere davvero. Parole cariche di affetto che aprono alla lettura di un libro nel quale i personaggi riescono a prendere vita, in un modo così autentico e sorprendente, da uscire dalle pagine ed interloquire con il lettore. Allora, mentre questi uomini e quelle donne si affacciano in mezzo ai filari di parole, si riconoscono volti, odori… si sentono le loro voci mentre vanno nella vigna o ballano nell’aia.

“Il Bacialè” di Fermo Tralevigne (alias Franco Testore) racchiude come in uno scrigno questo piccolo mondo che potrebbe sembrare molto antico ma è lo specchio del nostro recente passato. Venerdì 9 novembre 2012, il Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese con il Museo Arti e Mestieri, ha avuto l’onore di presentare questo volume grazie alla Libreria Fenice di S. Damiano d’Asti che, da tempo, collabora alle iniziative. Una sorta di San Martino anticipato che ha permesso un tuffo in una storia che, in fondo, è la storia di tanti paesi e di tante persone. È la vera storia dell’ Unità d’Italia cento anni dopo.

La serata è stata introdotta dalla dott.ssa Gabriella Vaudano, vicepresidente dell’ Associazione Museo Arti e Mestieri di un Tempo di Cisterna d’Asti. Alla dott.ssa Tiziana Mo - esperta di tradizioni popolari, volontaria presso l’Associazione Museo Arti e Mestieri di un Tempo di Cisterna d’Asti ed insegnante presso la scuola dell’infanzia del paese - il compito di presentare il libro e l’autore. La Mo ha evidenziato le analogie con la realtà cisternese, i suoi modi di dire e le tradizioni. Ha poi sottolineato la capacità dell’autore di rendere il lettore partecipe alle vicende del libro come attore dello stesso film.

Ha preso poi la parola Fermo Tralevigne ossia Franco Testore, un  medico con molti interessi nel tempo libero, tra i quali la musica leggera. “Il bacialè” è la sua seconda fatica letteraria facendo seguito a “Zero all’alba” (Ed. Impressioni grafiche) dove aveva utilizzato un altro pseudonimo: Felice Travaglio.

L’utilizzo di nomi fittizi (sempre a partire dalle iniziali del proprio nome), partono dalla convinzione che i racconti prendano vita già dal nome dell’ autore e, infatti, non è difficile pensare ad un contadino degli anni ’60 del secolo scorso, fermo tra le vigne con lo sguardo disperso tra la terra e il cielo. L’autore ha sottolineato come la scrittura per lui significhi mettere insieme pensieri e ricordi rimasti dentro, situazioni vissute che indugiano nella memoria per le quali si rende imprescindibile una trasposizione scritta. In effetti le situazioni del libro partono da questo bagaglio di emozioni giovanili vissute da Fermo Tralevigne. Infatti, anche se nello specifico la storia narrata è frutto di fantasia, i personaggi, le atmosfere partono proprio da situazioni reali di un paese della Langa astigiana di qualche anno fa. Ed è proprio questo che rende davvero speciale questo libro che ha ricevuto anche il Premio Cesare Pavese 2012 per opere edite da medici scrittori. La storia si svolge in soli tre giorni, durante i quali, però, si ha modo di conoscere gli abitanti di un piccolo paese di campagna dove le cose si sanno solo per sentito dire e, spesso, si trasformano in episodi epici. Un paese a cavallo tra passato e futuro dove, ad un certo punto, diventa difficile per i contadini riuscire a trovare moglie perché le ragazze del posto aspirano a sistemarsi con qualcuno che non abbia legato il suo destino alla terra.

In paese è presente un carabiniere calabrese che riuscirà a far carriera diventando maresciallo e, soprattutto, a sposare la ragazza più bella del paese: Ottavia. Scarcella, questo è il nome del maresciallo, si rende conto, a poco a poco, che una soluzione per gli scapoli del posto potrebbe essere quella di sposare le ragazze del suo paese d’origine in Calabria. Così si ritrova – con l’aiuto della moglie – investito del ruolo del combinamatrimoni, ossia del bacialè.

Proprio il Maresciallo Scarcella impersonifica l’uomo qualunque che, ad un certo punto della sua vita, assume un ruolo speciale. Infatti, come ha precisato l’autore, tutte le persone hanno una o più storie che dovrebbero essere raccontate ma, spesso, non c’è nessuno che le ascolta. Come se le persone qualunque non avessero niente da dire. Nascono e muoiono quasi senza nessuno che si accorga del loro passaggio. Quelle persone, in fondo, siamo noi. Un tempo queste storie venivano custodite dagli anziani, dalle comunità che affibiavano a ciascuno un soprannome che, nella famiglia, si passava di padre in figlio ed era riferito a qualche episodio particolare della vita di un antenato. Proprio allora si smetteva di essere qualunque per diventare qualcuno che aveva la certezza di essere ricordato. L’impegno del libro è  raccontare proprio queste storie.

Un libro, come ha sottolineato la dott.ssa Mo, che dà un grande contributo a mantenere viva la memoria del passato.

Non solo, l’autore e Silvana Bego, attrice, durante la presentazione sono riusciti a “far parlare” il libro con una lettura teatrale di parti, in cui si è data voce ad alcuni dei molti personaggi, modalità che è stata molto apprezzata dal pubblico.

Una serata davvero speciale che ha regalato ai presenti molte emozioni e che spiega anche il successo che sta raccogliendo “Il bacialè”. Il libro, autoprodotto, ha consentito all’autore una certa autonomia di scelta. Ad  esempio il carattere utilizzato consente una comoda lettura. Dal momento della pubblicazione il libro ha già scalato la classifica dei più venduti del sito (www.lulu.it) – attualmente è al primo posto tra i primi dieci della settimana ed è disponibile anche in formato ebook al medesimo indirizzo.

Prossimi incontri – organizzati dal Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese con il Museo Arti e Mestieri – giovedì 15 novembre 2012 con Domenico Quirico, inviato del quotidiano La Stampa. Titolo della serata “La speranza negata. La Primavera Araba un anno dopo”. Introduce Sandro Cerrato.

Venerdì 23 novembre 2012 alle ore 21,00 presso il Castello di Cisterna d’Asti, la dott.ssa Annalisa Casoni, psicologa, tratterà “Emozioni ed apprendimento”. L’incontro rientra all’interno della “Settimana del benessere psicologico in Piemonte” organizzato dall’ Ordine degli psicologi, la Regione Piemonte, le Province, l’Unicredit e la Coop.

Giovanna Cravanzola

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