“I DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO”
10^ INCONTRO DEL POLO CITTATTIVA PER L’ASTIGIANO E L’ALBESE PER L’A.S. ‘12/’13
Un nuovo appuntamento, inerente all’apprendimento, si è tenuto lunedì 3 dicembre 2012 presso il Teatrino Parrocchiale di Cisterna d’Asti. L’incontro è stato organizzatoPolo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese e del Museo Arti e Mestieri di un Tempo – rientra all’interno delle iniziative del “Progetto Beyou 2012 – Settimana del benessere psicologico in Piemonte” volute dall’Ordine degli psicologi, la Regione Piemonte, le Province, l’Unicredit e la Coop. La campagna Beyou è alla sua terza edizione e, per la prima volta, è aperta alle scuole.
Relatrice della serata la dott.ssa Barbara Digiovanni, psicologa specializzata nelle problematiche dell’ età evolutiva e dell’adolescenza. Insieme alla dott.ssa Stefania Poggio lavora al progetto Cassiopea.
La dott.ssa Digiovanni ha introdotto l’argomento a partire dalla considerazione che, negli ultimi anni, si è diffusa una maggiore consapevolezza in relazione ai disturbi dell’apprendimento.
In realtà la nuova linea di pensiero è che tutti, con problematiche o meno, apprendiamo in modo diverso perché nessuno è uguale a un altro e nessuna mente è uguale ad un’altra. Pertanto nella scuola non ha più senso parlare di programmi cui i bambini si devono adattare ma di una continua ricerca per offrire un apprendimento individualizzato e personalizzato per ogni mente.
Ovviamente tutto ciò comporta un nuovo atteggiamento delle famiglie nei confronti della scuola. Ma la scuola deve anche saper proporsi in modo diverso dove non valorizzando, inutilmente, la competizione con gli altri ma solo quella con se stessi. Tutto ciò è valido per ogni alunno ma lo è ancora di più per i bambini che presentano un Disturbo Specifico dell’Apprendimento (D.S.A) che richiedono approcci didattici appropriati.
Ma cosa sono i Disturbi Specifici di Apprendimento?
Innanzitutto, come ha sottolineato la dott.ssa Digiovanni, è troppo generico parlare semplicemente di difficoltà di apprendimento poiché sono manifestate in classe da circa il 70% degli alunni. Si parla di D.S.A. quando è riscontrabile un’alterazione specifica della corteccia cerebrale su base neurobiologica. Le cause possono essere diverse e vanno da quelle genetiche ai danni biologici in epoca neonatale oppure possono avere un ruolo anche quelle ambientali.
Rende più complesso e diverso ogni individuo che soffre di questo disturbo, il contesto scolastico, ma anche quello familiare e sociale. Infatti se gli ambienti di vita sono predisposti in modo da comprensare questi disturbi, i percorsi scolatici e, successivamente lavorativi, possono essere condotti con successo.
Tra i D.S.A. rientrano la dislessia, la discalculia, la disgrafia e la disortografia.
Una diagnosi appropriata ha lo scopo di dare una causa alle difficoltà di questi bambini. Talvolta alunni molto dotati a livello intellettivo, nonostante l’impegno e l’applicazione, vedono spesso scarsi risultati in ambito scolastico. Tutto ciò può generare depressione nel bambino ma anche nella famiglia che non riesce a spiegarsi questi insuccessi. Infatti il bambino, fin da piccolo, struttura una propria immagine di sé e può rischiare crisi e frustrazioni che, spesso, possono anche determinare l’allontanamento dalla scuola prima del completamento degli studi.
Per questo motivo un intervento tempestivo favorisce una promozione dell’autostima perché consente all’alunno di applicare metodi diversi e misure compensative e dispensative come l’utilizzo dei mezzi multimediali. La scuola, per quanto le compete, deve sempre motivare, valorizzare e rinforzare.
Questi disturbi, quindi, richiedono una particolare alleanza tra scuola e famiglia che, quando presenti, garantiscono davvero ottimi risultati.
Spesso per i genitori è sempre traumatico l’approccio con le strutture deputate alla comprensione di questi fenomeni. Al contrario, invece, una diagnosi precoce aiuta a comprendere che il limite che ciascuno di noi ha in qualche campo non deve risultare un’ostacolo per tutti gli altri. Quindi se la difficoltà diventa una risorsa per superare se stessi, i risultati possono essere davvero sorprendenti.
La storia, infatti, è piena di personaggi, diventati icone in molti campi della cultura, che soffrivano di questi disturbi, ad esempio: Albert Einstein, Hans Christian Andersen, Galileo Galilei… solo per citare pochissimi nomi.
Prossimo appuntamento del Polo Cittattiva, mercoledì 19 dicembre 2012 alle ore 17,00 presso la Scuola Secondaria di Primo Grado di S. Damiano d’Asti. Presentata da Roberta Arias, interverrà Susanna Raweh, autrice del libro “La storia della nonna bambina”, uscito in ebraico a Tel Aviv (Ha-Sippur shel Savtà Yaldà-The Story of Granny-Girl, Shufra for Fine Literature, 2004), da pochi giorni edito anche in lingua italiana a cura della Gilgamesh Edizioni. Il libro racconta la sua esperienza infantile all’interno di diversi campi di concentramento che si concluderà, fortunatamente, con il ricongiungimento della sua famiglia e, purtroppo, con la scomparsa in condizioni terribili di altri parenti. Illustrato dalla nipotina Dafna, il testo racconta in rima questa triste vicenda con l’intento di conservare la memoria di un periodo orribile della storia ma anche di aprire il cuore alla speranza. Oggi Susanna Raweh vive e lavora in Israele. L’incontro è aperto a tutti.
Giovanna Cravanzola