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Venerdì,22 Ottobre 2010 | Scritto da: didattica

L’anno scolastico 2010/2011 ha preso il via con un nuovo progetto, che coinvolge più soggetti operanti sul territorio: Rete Museale Roero Monferrato, Ecomuseo delle Rocche del Roero, Aspromiele (scarica il progetto completo: progettoapiallalavagna .

I MATERIALI RELATIVI AGLI INCONTRI DI FORMAZIONE, REALIZZATI DALL’ASPROMIELE, SONO SCARICABILI ALLA PAGINA:http://www.mieliditalia.it/index.php/download/cat_view/66-mondo-delle-api

Mercoledì,5 Maggio 2010 | Scritto da: didattica

scarica il volantino: 11magg10

SULLE REGOLE: COSTITUZIONE, SOCIETÀ, PERSONA

Lo scorso Martedì 11 Maggio, presso il Castello Medioevale di Cisterna d’Asti, introdotto da Mauro Ferro è intervenuto il dottor Gherardo Colombo. Organizzato dal Polo Cittattiva, in collaborazione con il Museo Arti e Mestieri di un tempo, l’incontro sul “Vivere la Costituzione nel quotidiano” ha affrontato il 3° articolo: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge”.

Come mai si decide di lasciare la magistratura dopo più di trent’anni di professione? E’ forse un’utopia lavorare affinché nel nostro Paese vi sia il rispetto delle regole, ossia affinchè si possa avviare un cammino verso la legalità? La risposta a questi quesiti hanno rappresentato la apertura e la chiusura del vivace dibattito condotto dall’ex-magistrato divenuto famoso per aver contribuito ad inchieste sulla Loggia P2, il delitto Ambrosoli e “Mani Pulite”. Proprio allo scadere del 15° anno dall’inizio di quest’inchiesta, a metà Febbraio del 2007, il magistrato si ritira dal proprio servizio. Come quel giorno in cui, essendo il rubinetto del proprio appartamento milanese rimasto a secco, l’idraulico intervenuto risale al guasto seguendo le tubature scendendo fin giù in cantina, egli decide che sia giunto il momento di scendere nelle scuole, nei circoli, ovunque ce ne sia il bisogno: il rapporto con la giustizia è sterile se chi la amministra non dispensa prima ancora di verificare, se non esiste una comunicazione fra la magistratura ed i cittadini per comprendere il perchè delle regole.

Perchè l’Italia si è dotata di un insieme di regole che prende il nome di Costituzione? Qualcuno fra i presenti in platea suggerisce l’affermazione del principio di verità, qualcun altro ricorre alla serietà tout-cour. Ma siamo così certi che non sia relativa, ovvero che la verità non dipenda forse dal contesto o dal momento storico, e quindi non sia solamente la difesa dello status quo? Prima del 1 Gennaio 1948, data in cui entra in vigore la Costituzione Italiana, l’ordine costituito si basa su una struttura gerarchica alla cui base versa la maggior parte della popolazione, alla quale non vengono riconosciuti i più elementari diritti. La redazione della Costituzione assicura il riconoscimento di alcuni principi fondamentali irrinunciabili, inalienabili, insopprimibili: come il principio di laicità, il principio democratico, ed appunto il principio di uguaglianza, secondo cui tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge. (continua a leggere…) more…

Mercoledì,7 Aprile 2010 | Scritto da: didattica

SCARICA IL VOLANTINO: 16apr10

“GIORNALISMO E CITTADINANZA: QUALI REGOLE PER COMUNICARE E PERCHE’…”

ottavo incontro del Polo Cittattiva per l’ Astigiano e l’ Albese

della Direzione Didattica di S. Damiano d’Asti per l’a.s. ‘09/’10

Argomento scottante quello della comunicazione attraverso gli organi di stampa. Di questo si è discusso venerdì 16 aprile 2009 presso il Museo Arti e Mestieri di Cisterna d’Asti all’interno degli incontri di sensibilizzazione promossi dal Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese, che vede nella Direzione Didattica di S. Damiano la scuola capofila.

Ospiti della serata il dottor Carlo Cerrato, caporedattore della testata giornalistica di Rai 3 Piemonte intervistato dal dottor Mauro Ferro.

Il dottor Cerrato è partito da un breve storia dell’ informazione televisiva sottolineando anche i passaggi che hanno portato alla nascita delle televisioni locali. Fino a 35 anni fa circa il panorama era molto ristretto nel mondo dell’ informazione perché unica presenza era quella della televisione di Stato. Le regole su cui si basava questo mondo non erano molto diverse da quelle che avevano visto nascere l’informazione scritta e non vi erano ancora i presupposti di oggi.

Solo con l’avvento degli anni ’70 e, soprattutto, grazie ad una tecnologia meno costosa e più abbordabile, nasce la richiesta che la TV non sia più solo di Stato ma diventi anche dei privati.

Nascono in questo periodo moltissime emittenti private locali ( ad es.: Tam…), sviluppate con pochissimi mezzi ma moltissima inventiva da gruppi di appassionati sparsi nei diversi territori. Esperienze molto ricche anche dal punto di vista sperimentale ancora oggi da rileggere anche in chiave sociale.

Oggi la televisione cambia nuovamente per opera dell’ innovazione del digitale.

Dal momento in cui nasce la televisione privata non si parla più soltanto di informazione ma anche di comunicazione che non significano la stessa cosa. Per l’ imprenditore privato il mezzo televisivo, mediante la comunicazione, può attirare forti investimenti. Nasce, quindi, una nuova industria e un nuovo mezzo che sviluppa un genere che era già presente ma con canoni diversi: la pubblicità.

CONTINUA A LEGGERE: more…

Lunedì,22 Marzo 2010 | Scritto da: didattica

PER CHI SUONA LA CAMPANELLA – UNA SCUOLA PER TUTTE LE ETA’

Settimo incontro del Polo Cittattiva per l’ Astigiano e l’ Albese

Della Direzione Didattica di S. Damiano d’Asti per l’a.s. ‘09/’10

Una scuola speciale in un luogo minuscolo e particolare perché le esperienze importanti possono nascere anche in posti che mai si penserebbe. Il posto si chiama Acquaformosa e la scuola speciale è un piccolo miracolo che fa incontrare mondi ed epoche diverse in un medesimo spazio e in un medesimo tempo.

Una bellissima esperienza, presentata nel documentario: “PER CHI SUONA LA CAMPANELLA” e raccontata venerdì 26 marzo 2010 presso il Castello di Cisterna d’Asti, all’interno degli incontri di sensibilizzazione promossi dal Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese, che vede nella Direzione Didattica di S. Damiano la scuola capofila. Erano presenti il dottor Angelo Bottiroli, ex dirigente scolastico ed Alessandro Di Gregorio, regista che, insieme ad Emiliano Sacchetti (assente per motivi personali), ha realizzato il documentario. Quest’ultimo, nel mese nel settembre 2009 Doc3 è stato presentato come uno dei tredici migliori documentari della stagione.

Come sottolineato dai protagonisti, questa storia ha una premessa che parte nel novembre del 2008 quando, a causa delle misure della riforma Gelmini, la piccola scuola elementare di Acquaformosa, paesino Arberesh, di mille abitanti nelle montagne del parco del Pollino in Calabria, rischia la chiusura. Il sindaco propone allora ad un gruppo di anziani – analfabeti o semianalfabeti – di tornare sui banchi di scuola con i bambini per raggiungere il numero stabilito e scongiurare la chiusura. Gli anziani accettano questa proposta che parte non solo dalla volontà di mantenere il servizio scolastico ma anche dalla voglia di stare insieme agli altri, di imparare quanto non è stato possibile nella gioventù e di insegnare ai ragazzi parti di un sapere che non è scritto. Tanto che l’ iniziativa prende ugualmente vita nel marzo del 2009 quando si ha ormai la certezza che la piccola scuola, essendo in territorio montano, potrà continuare le attività anche per l’anno scolastico successivo.

Inizia così un corso molto particolare, 4 mesi di scuola, 100 ore di lezione coordinate dal dottor Angelo Bottiroli che, volontariamente, diventa il maestro di questa classe che riunisce nonni e bambini per tre pomeriggi alla settimana. Gli anziani hanno il desiderio di fare la propria firma per ritirare la pensione, leggere il giornale. Ma ripropongono anche i loro saperi ai bambini: il formaggio, il lavoro in campagna, la pasta fatta in casa. Il film documenta tutto questo, in presa diretta, senza ripetizioni o prove preventive.Non solo, il maestro e la troupe sono entrati nelle case degli anziani, nei sentieri dove portano le pecore al pascolo… nelle loro vite semplici e spesso condotte in solitudine poiché i parenti prossimi o sono defunti o residenti in luoghi lontani. more…

Lunedì,4 Maggio 2009 | Scritto da: didattica

CON-VIVENZA E PROCESSI CO-OPERATIVI. EDUCARE ALLA CONVIVENZA O CONVIVERE L’EDUCAZIONE?

Professor Walter Fornasa

( docente di Ecologia dello sviluppo, Psicologia dell’ambiente e Psicologia dell’educazione alla Facoltà di Scienze della formazione dell’università di Bergamo)

SCARICA FILE PRESENTAZIONE: fornasa-maggio-09

“EDUCARE ALLA CONVIVENZA O CONVIVERE L’EDUCAZIONE?” domanda amletica a cui si è cercato di dare una risposta nel castello di Cisterna con il professor Walter Fornasa, docente di Ecologia dello sviluppo, Psicologia dell’ambiente e Psicologia dell’educazione alla Facoltà di Scienze della formazione dell’università di Bergamo incontro, ottavo appuntamento del POLO CITTATTIVA PER L’ASTIGIANO E L’ALBESE DELLA DIREZIONE DIDATTICA DI S. DAMIANO D’ASTI che si è tenuto venerdì 8 maggio 2009.

Molte le presenze a partire da una folta rappresentanza dell’ amministrazione del Comune di Cisterna d’Asti – che da sempre partecipa, condivide e accompagna le proposte della scuola - ai genitori, agli insegnanti a semplici cittadini attenti a queste tematiche.

Numerosi spunti sono stati offerti dal relatore a partire da una riflessione sul concetto di convivenza e dei luoghi comuni al riguardo. Ecco alcuni esempi: spesso si parla di convivenza civile ma la convivenza, in forza dello stesso termine, può essere incivile?

Con altrettanta frequenza si affrontano progetti sulla convivenza mentre non si parla di come si prepara pensando che sia un concetto che possa essere “insegnato e imparato” come una qualsiasi disciplina.

Ma che senso ha oggi parlare di convivenza in una società altamente competitiva? Com-petere o con-vivere? Siamo sistemi viventi o conviventi?

Si possono costruire azioni comuni solo mediante un lavoro in comune.

Può nascere un processo di con-vivenza nella scuola di oggi?

I ragazzi, talvolta, imparano a scuola ad essere cittadini con- viventi in una società con altri presupposti dove ci si basa prioritariamente sulla concorrenza.

La scuola co-operativa lavora sul senso dell’ altro e della solidarietà come presupposti essenziali nella consapevolezza che la co-operazione è fondamentale nella vita civile.

La co-operazione, infatti, è un processo evolutivo di co-costruzione di interdipendenze tra sistemi a fronte di un problema recepito come comune.

Il gioco ad esempio, è una costruzione sociale di competenze: se giochi, sai metterti in gioco.

La co-operazione sociale è la più difficile da costruire perché vuol dire cedere parti di se stessi per costruire con gli altri. Per farlo occorre essere in grado di costruire scambi guidati dalla reciprocità in una relazione di scambio paritario.

A volte non basta lavorare su un problema comune ma occorre saper costruire quel problema in comune.

Per far questo, in primo luogo, è essenziale lavorare sulla propria cultura per attrezzarsi a capire quella altrui.

Infatti per giocare in un gioco reciproco, occorre percepirsi simili agli altri per trovare risonanze. Nella paritarietà non vengono annullate le differenze ma si è in grado di comprendere l’altro. Nel modello competitivo tutto ciò non si verifica: o si vince o si perde anche se, come spesso ha sottolineato il prof. Fornasa, l’etimologia latina della parola competere sta a significare “chiedere insieme”.

Proprio questo, la formulazione di un problema “insieme” è presupposto di cittadinanza.

La co-operazione, inoltre, è fonte di regolazione (che sta a significare l’accordo di una misura), dissocia il soggettivo dall’ oggettivo: nella co-operazione si sperimenta la propria capacità di regolarsi con l’altro.

E infatti le regole sono indispensabili e fondamentali per mediare ma devono essere costruite e condivise proprio da chi le deve rispettare.

Nella competizione si risponde solo a regole esterne che pesano e spesso non sono comprese.

Nella CON- VIVENZA (o CITTADINANZA) ATTIVA, invece, le regole sono interne e non possono rimanere sempre identiche in un contesto che cambia.

Co-operare vuol dire prendersi carico di un altro che, comunque, invade il nostro spazio con la consapevolezza che anche l’altro ha un problema che sono io.

Un altro spunto di riflessione offerto dal prof. Fornasa è stata la considerazione che molte persone vivano l’ambigua situazione di sentire da un lato la necessità impellente di “connettersi, collegarsi…” ( pensiamo ad internet) mentre dall’ altro lato desiderino, con la stessa intensità, di scindersi. Come se vivessero al proprio interno un dissidio lacerante.

Invece per con- vivere, co-operare… occorre prendersi cura ma anche lasciarsi prendere in cura per costruire insieme un’ecologia sociale del Buon Vivere e delle Buone Relazioni di Vita.

Dall’ altro lato, il modello competitivo toglie questa sensibilità perché non attrezza a badare all’ altro.

Il BENE IN COMUNE è una costruzione lenta, che richiede tempi, spazi e costanza per poter mettere radici e anche germogli ma serate così partecipate, specie da parte di persone comuni, fanno ben sperare che qualcosa si possa costruire.

“Conviviamo in questa comunità di pratiche, di storie personali e di narrazioni del mondo… che emozioni!”.

8 maggio 2008: Intanto fuori splendeva una bellissima luna rossa che probabilmente avrà anche voluto dire qualcosa e sicuramente l’ha fatto…almeno per qualcuno in particolare.

Lunedì,27 Aprile 2009 | Scritto da: didattica

   “CITTADINANZA ED ECONOMIA”

 

SCARICA LE SLIDES DELL’INTERVENTO: rb-cisterna

Crisi, bioeconomia ed etica sono stati gli argomenti del settimo incontro del POLO CITTATTIVA PER L’ASTIGIANO E L’ALBESE DELLA DIREZIONE DIDATTICA DI S. DAMIANO D’ASTI che si è svolto venerdì 23 aprile 2009 presso la  CASCINA DEL RACCONTO DI ASTI, in via Bonzanigo.

Di tutto questo e di molto altro ha trattato il professor Roberto Burlando, docente di Economia politica all’Università degli Studi di Torino, autore di numerosi articoli su riviste nazionali e internazionali sui temi dell’economia sperimentale, psicologia economica, etica ed economia, economia gandhiana e solidale.

La serata è partita dalla considerazione che, nell’economia moderna, si possono distinguere due basi diverse, una etica ( che parte addirittura da Aristotele) ed un’altra, per così dire, più tecnica e meno attenta all’ uomo.

Negli ultimi decenni questa seconda visione dell’ economia ha avuto la preminenza rispetto alla prima, impoverendo l’economia stessa di significati e contenuti di senso come le domande: “Come bisogna vivere? Cosa serve davvero per fare una Buona Vita?”.

Le vicende dei mesi scorsi hanno portato alla ribalta i temi economici senza che, spesso, la maggior parte delle persone avesse gli strumenti adeguati per la comprensione delle informazioni che venivano diffuse.

Ciò ha favorito la scelta, anche da parte del mondo politico, di risposte semplici – come l’allontanamento degli immigrati…- a domande e problemi molto complessi.

Le ultime notizie di questi giorni, ad esempio, hanno portato alla ribalta l’ imminente fine della crisi ma possiamo effettivamente pensare che sia così?

A differenza di ciò che viene diffuso dai mezzi di informazione, secondo molti economisti accreditati, la fine della crisi è ben lontano dall’ essere raggiunta e potrebbe portare, come ulteriore esito, ad uno scontro di civiltà per l’appropriazione delle risorse.

Ciò non significa perdere di vista l’importanza dell’ economia ma definire ambiti di funzionamento del mercato, importanti al fine di stabilire delle regole che siano valide per tutti.

Possiamo applicare le regole dell’economia, oltre che ai beni privati, anche su altri beni e servizi per i quali i mercati non funzionano come strumenti?

Ad esempio in relazione all’ amicizia, ai sentimenti, la democrazia… oppure ai diritti umani?

In questi casi le regole di mercato non funzionano.

Se si perdono di vista questi presupposti l’economia non è più funzionale all’ uomo e alle sue esigenze.

Ad esempio la logica delle attività produttive è quella di produrre e mettere sul mercato solo ciò che serve mentre la logica meramente finanziaria ha come unico scopo quella di emettere sul mercato un titolo con l’intento di far aumentare in brevissimo tempo il suo valore, a qualsiasi costo arrivando alla mercificazione di tutto.

Proprio questi presupposti hanno portato alla crisi attuale per giungere alla quale si è arrivati alla mercificazione la vita stessa.

Attualmente il vero pericolo, oltre a quello finanziario, è una possibile deriva che potrebbe portare ad un’ancora maggiore concentrazione delle ricchezze in mano di pochi, cosa incompatibile con le basi stesse della democrazia.

Le scelte politiche possono rideterminare la distribuzione dei redditi nel futuro che come seconda possibilità, però, potrebbe  anche portare a sbocchi autoritaristici, accentratori e a possibili conflitti.

Ma la prima domanda che, anche a livello economico, dovrebbe essere posta è: “COSA CI INTERESSA DELLA VITA?” solo una discussione che porti alla condivisione di basi e culturali e principi può portare ad una nuova economia.

Un’economia che, come diceva Aristotele, parta per l’appunto da una buona etica per definirsi tale, per non cadere nella trappola di essere fine a se stessa ma solo mezzo per il raggiungimento del BEN- ESSERE, ossia di tutto ciò che rende migliore la qualità della vita di un numero sempre maggiore di persone.

Infatti, sempre citando Aristotele, i beni non sono un obiettivo ma solo uno strumento per raggiungere questo stato.

Nonostante un numero ridotto di partecipanti, la relazione del prof. Burlando è stata seguita da un dibattito molto serrato che ha protratto fino a tarda ora l’incontro.

Molteplici sono stati gli interrogativi tra i quali la responsabilità personale, le scelte, la capacità di partecipare attivamente alla vita del Paese, la consapevolezza…

Dubbi, domande e interrogativi suscitati, grazie alla competenza del relatore, intorno ad argomenti ritenuti spesso ostici o poco comprensibili alle persone comuni e che, invece, dovrebbero ricevere maggiori attenzioni da parte di ciascuno.

Una ventosa serata di aprile… economia ed etica: sicuramente parole che non cadranno nel vento.

 

Prossimo incontro del POLO CITTATTIVA, venerdì 8 maggio 2009, alle ore 20,45, presso il MUSEO ARTI E MESTIERI DI UN TEMPO DI CISTERNA D’ASTI, CASTELLO DI CISTERNA D’ASTI, PIAZZA HOPE.

Titolo della serata sarà: CON-VIVENZA E PROCESSI CO-OPERATIVI. EDUCARE ALLA CONVIVENZA O CONVIVERE L’EDUCAZIONE?che vedrà come relatore il Prof. Walter Fornasa dell’ Università di Bergamo.

 

G. Cravanzola

 

 

 

Lunedì,20 Aprile 2009 | Scritto da: didattica

“LA RESISTENZA NEL NORD OVEST: COME COMUNICARLA OGGI”

 

Prof. Alessandro Zannella

(Preside Istituto Leonardo da Vinci di Alba – Cn)

 

 

 

 

Appuntamento nuovamente molto partecipato il sesto incontro del POLO CITTATTIVA PER L’ASTIGIANO E L’ALBESE DELLA DIREZIONE DIDATTICA DI S. DAMIANO D’ASTI che si è svolto venerdì 17 aprile 2009 presso la BIBLIOTECA COMUNALE di Canale, organizzato dal Gruppo di supporto all’ Associazione partigiana “ Tonio Ferrero” di Canale d’Alba dal Museo Arti e Mestieri di un Tempo di Cisterna d’Asti.

Tema della serata: “LA RESISTENZA NEL NORD OVEST: COME COMUNICARLA OGGI” che ha visto come relatore il Prof. Alessandro Zannella, preside Istituto Leonardo da Vinci di Alba – Cn.

Punto di partenza è stata la riflessione che per tramandare la resistenza occorre innanzitutto essere consapevoli dei modi con le quali le diverse generazioni vivono e leggono il mondo. Un’analisi più approfondita permette di suddividere le diverse generazioni che si sono avvicendate dopo la fine della guerra: quella dei nati negli anni ’50,  negli anni ‘70/’80 per arrivare alle ultime generazioni.

La prima ha potuto fruire dei racconti di prima mano dei padri, degli zii… che spesso hanno vissuto in prima persona le vicende partigiane mentre le altre, con i passare del tempo, hanno conosciuto, nel migliore dei casi, i racconti tramite altre fonti meno dirette e, ovviamente, meno forti per quanto riguarda l’impatto emotivo.

Questa consapevolezza deve essere legata a quella che i giovani sono inseriti in situazioni di vissuto personale e storico molto diverse tra loro.

In passato, chi aveva vissuto in prima persona periodi bellici aveva avuto meno difficoltà a comunicare le proprie esperienze dovuto alla minor velocità con la quale si modificava il modo di esprimersi tra le varie generazioni.

Al contrario oggi ciò avviene a ritmi impressionanti.

Avvicinare i giovani a queste tematiche pretendendo che le comprendano unicamente perché tappe fondamentali della nostra storia, rischia di svilirle rendendole incomprensibili e relegate solo alle pagine dei libri di storia.

Come fare, allora?

Questo è l’interrogativo che si è posto ed ha posto il professor Zannella.

Partendo dalla traduzione di quel mondo e di quel periodo, esattamente come si fa utilizzando delle lingue diverse.

Questo, forse, è l’unico modo per far sì che della Resistenza si parli ancora anche in futuro, spostando in primo luogo l’attenzione dai fatti generali alle scelte personali, ai momenti di crisi – interna ed esterna – che hanno portato tanti giovani di allora a fare delle scelte difficili, sofferte ma anche consapevoli.

E proprio la metafora della scelta, del dubbio, del bivio… può essere una figura che può avvicinare anche i giovani di oggi e quelli di domani perché tutti, prima o poi, ci troviamo di fronte a delle scelte.

Il paragone con il passato attraverso dei percorsi di ricerca autentica, possono portare i giovani ad effettuare scelte critiche, appunto, di cittadinanza attiva.

Riflessioni queste che, se rivissute da questa nuova ottica, rivestono i fatti del passato di una luce sempre nuova e mettono in chiaro quelle figure di giovani di allora che diventano di nuovo attuali.

Quale scelta?

Decidere da che parte stare e cosa fare, spesso senza avere ben chiaro come le cose potrebbero andare a finire ma motivati unicamente da una spinta interiore che sollecita prendere una posizione.

Allora i fatti dei libri riescono a diventare metafore vive anche della propria esistenza che permettono – e permetteranno - di capire come, partendo dal vuoto – da qualsiasi vuoto – la propria vita può prendere un indirizzo di senso che la modifica per sempre.

Il rischio, altrimenti, è quello di allontanare proprio coloro che si intende avvicinare a tematiche così importanti.

La tematica interessante ha avuto come esito finale un dibattito che ha coinvolto il pubblico in particolar modo alcuni ragazzi presenti che, con domande finalizzate e ben poste, hanno saputo animare e sollecitare nuovi interrogativi e argomenti di discussione.

Proprio la loro presenza, quella di cittadini che si trovavano a dibattere su tematiche importanti, di un certo spessore culturale al termine di una faticosa settimana di lavoro, fa ben sperare sul fatto che già qui e oggi ci siano persone, momenti e luoghi di incontro dove sia ancora possibile tenere vivo molto più che un ricordo per le generazioni che verranno.

 

Prossimo incontro del POLO CITTATTIVA, giovedì 23 aprile 2009, alle ore 20,45, presso la CASCINA DEL RACCONTO, in Via Bonzanigo, 46 ad Asti.

Titolo della serata sarà: “ CITTADINANZA ED ECONOMIA” che vedrà come relatore il Prof. Roberto Burlando dell’ Università di Torino.

  

G. Cravanzola

 

 

Venerdì,3 Aprile 2009 | Scritto da: didattica

Cascina del Racconto, via Bonzanigo 46 Asti

BACKSTAGE

 DIETRO LE QUINTE DI MEDIA E COMPORTAMENTI A RISCHIO”
Dott. Luca Sibona e  Dott. Giuseppe Masengo

(Centro di documentazione e ricerca audiovisiva “Steadycam” – Asl CN2)

 

BACKSTAGE –

Appunti da dietro le quinte di media e comportamenti a rischio

 

In una società fortemente connotata come società dell’informazione della comunicazione e dello spettacolo (Rivoltella, 2001) dove:

·        le notizie sono un mare dal quale ne emergono solo alcune, a mò di onde e ondate;

·        questi movimenti possiedono una diversa intensità;

·        i messaggi ad esse correlate circolano e penetrano secondo logiche dettate dall’economia, dal mercato e dalla politica;

 

come orientarsi per ritrovare la rotta perduta, che delle notizie e della realtà ne ricostruisca una rappresentazione, pur sempre tale, ma non così manipolata da certi poteri, a loro esclusivo vantaggio?

(VAI AL DOCUMENTO COMPLETO: http://www.progettosteadycam.it/pagine/ita/approfondimenti_dettaglio.lasso?id=189)

 

Domenica,29 Marzo 2009 | Scritto da: didattica

 

 

 

CLASSI

TITOLAZIONE PROGETTO

DOCUMENTAZIONE

REFERENTE

 

1 F

LA CULTURA DELLE REGOLE

UNITA’ WEB – CD

BOERO CLAUDIA

http://www.smsgoltieri.it/pwpunitweb/pwpuw_page.php?UW classe 1^F

 

2 A

LA COSTITUZIONE

PRESENTAZIONE MULTIMEDIALE

FURNARI MANUELA

FILIPPONE ANNA

NEBIOLO ANTONELLA

Alcune pagine del CD saranno visibili sul sito della scuola

http://www.smsgoltieri.it/pwpunitweb/pwpuw_page.php?UW classe 2^A

2 C

LE FORME DI GOVERNO

UNITA’ WEB

TORRETTI GIULIA

Lavoro da completare

http://www.smsgoltieri.it/pwpunitweb/pwpuw_page.php?UW classe 2^C

3 H

ALCUNI ARTICOLI DELLA COSTITUZIONE

SUPPORTO CD

MASCARINO FEDERICA

Lavoro da completare

CITTADINANZA E COSTITUZIONE> cittad-e-cost

 

 

 

Domenica,29 Marzo 2009 | Scritto da: didattica
Per il progetto: “La memoria… del futuro” della scuola Primaria di Calosso questi sono gli indirizzi per collegarsi al sito che contiene la documentazione:
 
 
 
Per il progetto: ”     “DIRE, FARE  E … suonare,danzare e recitare”    della scuola Primaria di Motta ecco il collegamento:   
 
 
Per progetto: “Una scuola per una scuola” della Scuola Primaria di Costigliole:
 
 
Per i progetti di educazione alla cittadinanza attiva e alla pace questi sono i collegamenti:
 
Scuola Primaria di Isola:
 
 
 
 
 
Scuola Primaria di Costigliole: Progetto “Ti m.u.o.v.i?”