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Mercoledì,22 Giugno 2016 | Scritto da: govone

RACCONTO DI NONNA MALVINA (91 ANNI)

“Tanti anni fa in località Valletta (proprio vicino al posto dove ora sorge la nostra scuola) c’erano solo boschi.

Passava, come oggi, la strada che portava in paese; i contadini passavano di lì con i loro carri carichi, tirati dai cavalli o dai buoi per andare in paese a fare il mercato.

Arrivati nei pressi dell’incrocio con San Defendente, i cavalli improvvisamente si fermavano e non volevano più saperne di proseguire.

Anche i buoi facevano lo stesso.

A volte i cavalli s’imbizzarrivano e non c’era nessuno capace a domarli.

Si diceva ci fosse una “MASCA” che, nascosta tra gli alberi, spaventava gli animali.

I contadini decisero di costruire una piccola cappella dedicata a Maria (la mamma di Gesù) e da allora gli strani avvenimenti non successero più.

RACCONTA NONNO “MENTIN” (CLEMENTE)

Un giorno qualche brigante bruciò la cappella che andò tutta in fumo. Solo la statua di Maria rimase intatta, il fuoco non l’aveva danneggiata!

Allora mio nonno ricostruì la cappella e mise all’interno la statua di quella Madonna.

Da allora quella cappella venne intitolata “Madonna delle Grazie” e a partire da mio nonno, poi mio padre ed ora io ci occupiamo di essa.

La gente di Govone può portare la foto dei bambini piccoli ai piedi della statua così la Madonna li proteggerà.

Molti anni dopo accanto alla cappella venne costruita la chiesetta.

i bambini del gruppo rosso della scuola dell’infanzia di Govone

Mercoledì,30 Marzo 2016 | Scritto da: govone

PRIMA SEQUENZA – La colpa

C’era una volta, nel lontano Castello di Govone, una regina di nome Vittoria che viveva insieme al marito, Giovanni e ai loro sette figli: Luigi, Silvano, Francesco, Giacomo, Maria, Antonietta e Margherita.

Entrambi i sovrani erano fieri dei loro figli, ma, soprattutto la Regina amava lodarli e vantarsene pubblicamente in ogni occasione. Luigi era erculeo, molto bello, ma poco intelligente; Giacomo era il più debole di tutti, ma amava studiare e conosceva tante cose; Silvano era sportivo e partecipava sempre alle gare di tiro con l’arco; Francesco amava la natura e coltivava un piccolo terreno ricavato nel giardino; Maria era un’ottima sarta; Antonietta era appassionata di moda ed era la più pettegola; Margherita (come sottolinea anche il suo nome) amava i fiori e, in particolar modo, i tulipani rossi.

Un giorno la Regina Vittoria decise di inviare un messaggero per invitare tutti i nobili del regno suoi amici ad un ricevimento reale. I cuochi prepararono un grandissimo banchetto ricco di dolci, salatini e altre squisitezze, mentre gli arredatori reali decorarono il salone delle feste e l’entrata principale con festoni bianchi e azzurri. Infine, i giardinieri furono impegnati a potare gli alberi e le aiuole del giardino, a cambiare l’acqua alle fontane e a pulire il viale principale da cui sarebbero arrivati gli ospiti.

Dopo aver fatto accomodare le nobili donne sue amiche, sorseggiando un buon thè caldo, la Regina Vittoria cominciò: “Allora, raccontatemi un po’…come stanno i vostri figli?” Una donna fece per rispondere: “Bene, pensa che l’altro giorno…” Ma venne subito interrotta, come sempre, da Vittoria: “Oh, i miei figli! Pensate, ieri hanno vinto una gara di caccia e poi…” E come tutte le altre volte non si poté parlare d’altro che dei figli della Regina.

SECONDA SEQUENZA – La rabbia

Non lontano da Govone, vi era un altro regno, quello di San Martino Alfieri dove viveva la Regina Elide. Il suo castello era bello quanto quello della Regina Vittoria: aveva un grande giardino rigoglioso di rose colorate e uno stagno dove nuotavano tre piccole anatre (Qui, Quo e Qua) e pesciolini rossi; all’interno del parco scorrazzava il cane Asso.

All’interno il castello era ricco di quadri rappresentanti membri della famiglia di Elide, venuti a mancare negli anni e che avevano reso potente il regno; le pareti erano ricoperte di affreschi colorati e le stanze erano curate nel dettaglio.

Elide era sposata, ma non aveva ancora avuto figli, era di origine francese, era alta, con i capelli biondi e gli occhi azzurri. Il suo carattere era piuttosto severo, serio e vendicativo.

Dopo la nascita dei sette figli di Vittoria, il rapporto tra le due regine, da amichevole divenne freddo e sempre più difficile: Elide tollerava a fatica il nuovo atteggiamento dell’amica e i suoi continui tentativi di vantarsi delle sue creature. Così, un giorno, non potendo più sopportare la situazione decise di vendicarsi e di far rapire i figli della Regina Vittoria.

Convocò in fretta e furia i suoi soldati e disse: “Soldati, da anni sopportiamo l’egoismo e la presunzione della nostra vicina ed è venuto il momento di farle capire i suoi errori e punirla per quello che ci fa sopportare: andate a rapire i figli della Regina Vittoria! Ve lo ordino!”

I soldati accettarono l’impresa e chiesero: “Dove troveremo i figli della Regina?” Ed Elide rispose: “Andate sulla collina più alta di Govone, oltre le mura del castello si trova Vittoria con tutta la sua famiglia. Sono soliti trascorrere il tempo nel giardino. Non deludetemi!”

Agli ordini Maestà” E i soldati partirono.

TERZA SEQUENZA - La vendetta

Nel castello di Govone, intanto, i sette figli della Regina Vittoria trascorrevano il loro tempo libero nel parco reale. Il giardino era ricco di fiori di ogni specie e un labirinto di siepi circondava un tranquillo laghetto di acqua cristallina e con numerosi pesci.

Giacomo cavalcava con Silvano, mentre Francesco e Luigi si allenavano per il prossimo torneo di tiro con l’arco; Maria, poco lontano, ricamava all’ombra di un albero secolare e Antonietta, la più piccola giocava con le sue bambole; Margherita era intenta a raccogliere tulipani rossi canticchiando una dolce melodia.

Al tramonto, mentre tutti erano assorti nei loro passatempi preferiti, arrivarono i soldati per portare a termine il piano della Regina Elide. Dopo aver preso la strada che passava tra gli alberi del sottobosco, un gruppo di soldati preparò una trappola tirando delle corde tra un albero e l’altro, scavando delle buche nel terreno e mettendoci dentro dei grandi sacchi vuoti. Dopo aver ricoperto le buche con foglie secche si misero ad aspettare l’arrivo dei giovani. Un altro gruppo di soldati salì fino al giardino e si fece vedere dai ragazzi che, presi dallo spavento cominciarono a correre all’impazzata proprio verso al luogo dove, tra gli alberi, era stata preparata la trappola. Inconsapevoli di tutto finirono nelle buche scavate dai soldati, furono rinchiusi nei sacchi e vennero portati verso il castello di San Martino.

QUARTA SEQUENZA – La comprensione dello sbaglio

Mentre nel giardino si consumava il rapimento, la Regina Vittoria stava riposando nella sua sontuosa camera da letto e non si accorse di nulla. All’ora di cena, però, non vedendo rientrare i suoi figli, si preoccupò e cominciò a cercarli per tutto il castello.

Quando ormai, al culmine della disperazione, si era convinta che fosse successo qualcosa di grave, tornò in camera sua e vide sul comodino una lettera misteriosa che aveva il sigillo reale di San Martino:

Cara regina,

ti volevo dire che ho rapito i tuoi figli per punirti della tua superbia e del male che hai fatto a tutti noi da quando non parli e non pensi ad altro che hai tuoi figli. Sei una Regina, hai dei sudditi di cui prenderti cura e non puoi pensare solo a te e alla tua famiglia! Ora è venuto il momento che tu capisca i tuoi errori e che soffri per questo! Solo quando avrai sofferto abbastanza deciderò cosa fare dei tuoi figli.

Chi sbaglia paga!

La Regina Elide

Non appena ebbe finito di leggere la lettera Vittoria, disperata, perse la ragione: prese un pugnale dal cassetto e se lo sarebbe conficcato nel petto se non fosse arrivato in quel momento il suo caro marito, Giovanni. Il Re e la Regina parlarono a lungo e capirono che Elide, forse, non aveva tutti i torti a lamentarsi del loro comportamento.

QUINTA SEQUENZA – La risoluzione

Vittoria si convinse ad andare personalmente a chiedere scusa all’amica di San Martino, che, vedendo il pentimento e presa da compassione decise di riconsegnare sani e salvi i figli alla madre.

Le due Regine, riappacificate, decisero allora di organizzare una grande festa al castello di Govone invitando tutti i nobili e gli abitanti dei due paesi confinanti. Furono chiamati i musicisti più bravi del Piemonte, venne allestito un sontuoso banchetto con i cibi più pregiati che si riuscirono a trovare e la sala delle feste venne decorata con fiori e festoni, come non si erano mai visti, in onore della Regina Elide.

Quando tutti gli invitati furono arrivati, Vittoria salì sul palco e cominciò: “Buonasera a tutti signore e signori, sono lieta di avervi qui a festeggiare con me ed Elide la nostra amicizia rinata e rinnovata. Ringrazio la mia cara vicina per avermi insegnato a non vantarmi di ciò che ho e ad avere rispetto per chi è meno fortunato. Ora che ho capito il mio errore chiedo ancora scusa a Elide e a tutti voi per essere stata così egoista e, finalmente, possiamo dare inizio alle danze!”

Alla fine della giornata, rimasta sola nella sua stanza, la Regina Vittoria ripensò a quanto accaduto e, essendo una grande lettrice e appassionata di miti, capì che la sua storia era simile alla tragica vicenda di Niobe e decise di rappresentare quest’ultima nel salone delle feste del suo castello a ricordo dell’insegnamento ricevuto.

Alunni della  classe IA della scuola secondaria di I grado di Govone

Mercoledì,24 Giugno 2015 | Scritto da: govone

LA PRESENZA SUL TERRITORIO DEL NOSTRO BELLISSIMO CASTELLO CI HA DATO LA POSSIBILITA’ DI UN’USCITA NON TROPPO LONTANA DALLA SCUOLA MA CON TUTTI GLI INGREDIENTI DI UNA GITA VERA E PROPRIA.

ATTRAVERSARE LE VIE DEL PAESE A BORDO DEL “PULMINO GIALLO” E’ STATO MOLTO EMOZIONANTE!

ABBIAMO RAGGIUNTO IL CASTELLO PASSEGGIANDO NEL GIARDINO, CON LO ZAINO IN SPALLA.

IL SIGNOR GIUSEPPE E LA SIGNORA CARLA, RESPONSABILI DELLA BIBLIOTECA, CI ASPETTAVANO PER ACCOGLIERCI TRA I LIBRI!

LA SIGNORA DORETTA, CUSTODE DELLA CHIAVE DEL CASTELLO, CI HA ACCOMPAGNATI A VISITARE TUTTE LE STANZE … PECCATO CHE IL RE E LA REGINA NON C’ERANO!

FINALMENTE, COMODAMENTE SEDUTI SUL PRATO, POSSIAMO APRIRE GLI ZAINI E DARE IL VIA AL NOSTRO PIC-NIC.

E POI ANCORA PASSEGGIATA NEL GIARDINO DOVE C’E’ LA VASCA CON I PESCI, PERCORSO NEL PARCO DOVE CI SONO LE  ALTALENE E LO SCIVOLO E ANCHE I CANNONI.

INFINE IL PULMINO CI HA RIPORTATI TUTTI A SCUOLA, STANCHI MA FELICI.

Sezione: Museo Govone, Scuole Govone  Parole chiave:  Scrivi un commento
Lunedì,22 Giugno 2015 | Scritto da: govone

Noi alunni di classe seconda, in collegamento al nostro lavoro di geografia, ci siamo recati mercoledì 15 aprile in visita ai servizi pubblici del nostro Paese.

Abbiamo cominciato la nostra indagine con la chiesa, la banca e l’ ufficio postale.

Ci siamo poi recati in piazza Roma dove abbiamo visto dov’è situata la biblioteca popolare e, nel castello, siamo entrati negli uffici comunali dove, sotto la guida della signora Doretta, abbiamo appreso quali documenti si possono richiedere e la loro utilità.

Abbiamo poi proseguito con la Casa di riposo, la caserma dei Carabinieri, la farmacia e il mercato che il mercoledì è situato lungo il viale del parco.

A conclusione abbiamo aggiunto il nostro edificio scolastico, la palestra e il campo sportivo che sono i servizi che noi usiamo tutti i giorni dell’anno scolastico e, a volte, anche quando siamo in vacanza!

È stata un’esperienza interessante e utile conoscere tutti questi servizi che il nostro paese di Govone, anche se piccolo, offre a tutti noi cittadini.

Sezione: Museo Govone, Scuole Govone  Parole chiave:  Scrivi un commento
Lunedì,22 Giugno 2015 | Scritto da: govone

Lunedì,22 Giugno 2015 | Scritto da: govone

Luigino al castello di Govone

Una volta al castello di Govone viveva un bambino di nome Luigino; lui stava tutto il giorno a giocare alla fontana. Un giorno un genio di nome Alì gli disse: <<Cerca alla fontana in cui giochi sempre, troverai un anello magico per sconfiggere l’orco che ti sta cercando >>. Qualche giorno dopo Luigino, mentre stava giocando alla fontana, trovò l’anello. In quel momento l’orco arrivò, Luigino fece in tempo a nascondersi, provò l’anello e si accorse che lo rendeva invisibile. Da quel giorno l’orco non lo trovò più e si stufò di cercarlo; se ne andò da Govone e Luigino continuò a vivere al castello tranquillo.

Lunedì,22 Giugno 2015 | Scritto da: govone

Le avventure di Rarity

Tanti anni fa nel paese di Govone viveva una bambina povera di nome Rarity. La sua casa era molto piccola, non aveva il riscaldamento e i suoi genitori non avevano lavoro. Allora Rarity decise di andare al castello per chiedere alla regina di dare un lavoro ai suoi genitori . Appena entrata nel giardino reale vide un gigante che le correva dietro per prenderla e imprigionarla, Rarity si nascose in un’aiuola piena di fiori; il gigante guardò in mezzo ai fiori e Rarity gli legò le gambe con una ghirlanda che aveva fatto. Il gigante si inciampò e morì. Rarity arrivò nella stanza della regina che le disse:<< Darò un lavoro ai tuoi genitori ma devi superare una prova: le statue del castello che io trasformo adesso in persone tu le devi ritrasformare in pietra. Per farlo devi trovare la piuma magica>>. Rarity iniziò a girare per il castello, ma era disperata perché non trovava la piuma. Ad un tratto vide un piccolo elfo che le disse:<< Ciao io mi chiamo Ronni e ti aiuterò a trovare la piuma>>. Andarono in una stanza piena di piume, ma solo una era di mille colori e brillante più delle altre. Ronni e Rarity la presero e la agitarono nell’ aria. Tutte le statue umane diventarono di nuovo di pietra. La regina disse:<< Brava, hai superato la prova e da domani i tuoi genitori saranno i giardinieri reali>>. Rarity e i suoi genitori comprarono una bella casa e la famiglia visse felice per molti anni.

Lunedì,22 Giugno 2015 | Scritto da: govone

La bambina povera

Tanti anni fa,in un bosco incantato, una bambina povera che si chiama Laura con il suo pupazzo era molto triste; lei aveva una bella coda di cavallo, degli occhi verdi, un naso piccolo, la bocca un po’ larga e delle mani con il pollice molto piccolo. Un giorno incontra la strega Gina che le dice: <<Oh! mia piccola bambina, mi potresti prendere un po’ di mele? >> La bambina dice:<<Si>> Allora va a prendere le mele ma non sapeva che erano le mele stregate. Lei nel frattempo ne mangia una e cade a terra, ma un topolino le fa bere una pozione magica e la bambina si risveglia. Il topolino le chiede:<<Sai che le mele non si mangiano perché ti fanno morire, capito??>>La bambina rispose:<< Non lo sapevo!>> Allora il topolino dice<<Per difenderti dalle persone cattive devi prendere questa piuma>>.Lei va dalla strega e la strega la porta in una casa e la bambina usa la piuma e si accorse che funzionava; si libera e così la strega muore e la bambina continuò a stare nel bosco incantato per tutta la sua vita.

Lunedì,22 Giugno 2015 | Scritto da: govone

LA PRINCIPESSA ZAIRA E IL PRINCIPE DAL CUORE D’ ORO

Una volta viveva nel castello di Govone una bellissima principessa di nome Zaira, la quale amava tutti gli animali. Un giorno, passeggiando nel bosco, incontrò un lupo molto affamato, Zaira si avvicinò a lui lentamente e gli diede un pezzo di pane. Dietro un albero era nascosta la fata Matilde che stava osservando il buon comportamento del lupo con la principessa. Con la sua bacchetta magica decise di trasformarlo in un principe dal cuore d’ oro, da quel giorno il principe, quando vedeva degli animali che erano stati catturati o erano in pericolo , li salvava . Dopo un paio di mesi la principessa Zaira e il principe dal cuore d’oro si sposarono e vissero felici e contenti nel castello con tanti bambini e tanti animali.

Lunedì,22 Giugno 2015 | Scritto da: govone

C’era una volta nel castello di Govone un orco di nome Joe che teneva in ostaggio una principessa di nome Mari. Mari era la più bella del paese, tutti la volevano come sposa. Un giorno il soldato Mark venne a sapere di questa storia e subito capì che doveva andare a salvarla. Allora si rivolse al mago Max che decise di aiutarlo rendendogli la sua spada magica. Un giorno dopo Mark si presentò al castello di Govone, si incontrò faccia a faccia con l’ orco che gli disse:<<Se vuoi la principessa devi duellare con me>>. Mark accettò la sfida, mentre duellavano la spada magica diede forza a Mark che sconfisse l’orco