Dalla Scuola dell’infanzia di Magliano Alfieri…
Abbiamo inventato una filastrocca della settimana con l’ape Angelina!!! Un grazie alla maestra Carola che ha illustrato la filastrocca!!
Abbiamo inventato una filastrocca della settimana con l’ape Angelina!!! Un grazie alla maestra Carola che ha illustrato la filastrocca!!
Abbiamo chiesto ai bambini di 5 anni che cosa conoscono delle api…
IRENE:LE API FANNO IL MIELE GLI UOMINI PRENDONO LE LORO CERE E PRODUCONO UNA CREMINA CHE PROFUMA DI MIELE E LA SI METTE SOPRA ALLE LABBRA PER NON FARCI SCREPOLARE
NICCOLO’:LE API PRODUCONO LA CERA PER LE CANDELE
AURORA: LE API PRENDONO IL NETTARE DAI FIORI
GIULIO: LE API CERCANO IL POLLINE NEI FIORI
MARTINA: LE API QUANDO FANNO IL MIELE GLI UOMINI LO METTONO NEI
BARATTOLI E LO VENDONO E LO MANGIANO
VERONICA: IL MIELE SI METTE SUL PANE
ALESSANDRA: CI SONO API CHE DANNO DA MANGIARE AI PICCOLI
AURORA: QUANDO I SIGNORI GRANDI PRENDONO IL MIELE DANNO UNA
CARAMELLINA ALLE API
IRENE:GLI UOMINI PRENDONO IL MIELE ALLE API PERCHE’GLI DANNO UNA CASETTA E POI LE API CREDONO CHE SIA CASA LORO CONTINUANO A FARE IL MIELE, POI GLI ALLEVATORI LE LASCIANO ANDARE
MICHELE: APE REGINA PUO’ ANCHE FARE LE UOVA
ENRICO: LE API MANGIANO I FIORI
ALESSANDRA: MA E’ VERO CHE IL FUCO NON FA NIENTE?
MAESTRA:CHI E’ IL FUCO?
AURORA: IL FUCO E’ IL MASCHIO DELL’APE
IRENE:VISTO CHE IL FUCO NON FA NIENTE DOPO UN PO’ MUORE E LA REGINA NE DEVE CERCARE UN ALTRO
MICHELE: LE API MANGIANO IL NETTARE
FLAVIO: SE QUALCUNO PRENDE UN FIORE CON L’APE DENTRO LEI LI MORDE
IRENE: QUANDO DALLE UOVA DELLA REGINA NASCE UN ALTRA REGINA LA REGINA GRANDE DEVE PRENDERSI UN GRUPPO DI API E FARSI UN ALTRO ALVEARE
MARTINA: LE API CHE SONO LI’ CHE GIRANO E QUALCUNO LE STUZZICANO UN PO’ LE API MORDONO O PUNGONO
NICCOLO’: LE API DENTRO AL LORO ALVEARE HANNO TANTE PICCOLE CELLE
IRENE: LE CELLE SONO ESAGONALI CON 8 LATI. DENTRO CI METTONO IL POLLINE PER FARE IL MIELE E POI GLI UOMINI LI PRENDONO IL MIELE
MICHELE: LE API CI GUARDANO CON DEI QUADRATINI (VEDONO COME DEI QUADRATINI)
MICHELE: LE API PUNGONO SE NON LE LASCI STARE
IRENE: LE API QUANDO PUNGONO QUALCUNO LASCIANO IL LORO PUNGILIONE E DOPO UN PO’ MUOIONO
MARTINA: LE API QUANDO PUNGONO A VOLTE MUOIONO
ALESSANDRA: CERTE API NON TI LASCIANO IL PUNGILIONE QUANDO TI PUNGONO
MICHELE: LE API QUANDO SE NE VANNO L’UOMO PRENDE IL NETTARE CHE HANNO RACCOLTO E PRODUCE IL MIELE
IRENE: (NON E’ D’ACCORDO CON L’AFFERMAZIONE DI MICHELE, E CHIEDE: COME FAL’UOMO A TOGLIERE IL POLLINE DALLE ZAMPETTE DELLE API?)
IRENE, NICCOLO’: POLLLINE E NETTARE SONO LA STESSA COSA
AURORA: LE API QUANDO TORNANO SI RICORDANO QUAL’E’ LA LORO CASETTA.
MARTINA: SI RICORDANO LA LORO CASETTA PERCHE’ SONO TUTTE COLORATE DIVERSAMENTE
MICHELE: LE API ENTRANO NEL FIORE SOLO PER PRENDERE IL NETTARE
MAESTRA: COME SONO FATTE LE API?
IRENE: E’ PICCOLA COSI’
NICCOLO’: L’APE REGINA E’ LA PIU’ GRANDE
ENRICO: L’APE E’ NERA E GIALLA
MICHELE: LE API CERTE VOLTE FANNO COSI’(STROFINANO LE ZAMPE) PER PULIRSI
IRENE: PENSANO CHE CE LA POSSONO FARE A NON FARSI AMMAZZARE
AURORA: L’APE REGINA STA SEMPRE NELL’ALVEARE PERCHE’ DEVE FARE LE UOVA E LE ALTRE API LE PORTANO DA MANGIARE
IRENE: L’APE REGINA VOLA SOLO QUALCHE VOLTA PERCHE’ LE ALTRE API DEVONO AIUTARLA A VOLARE
ALESSANDRA:TUTTE LE API HANNO UNA MAMMA?
AURORA:E’ L’APE REGINA CHE E’ LA LORO MAMMA
ALESSIA: LE API SONO GIALLO E NERO E PRENDONO IL POLLINE DAI FIORI
VALE: LE API HANNO UN PUNGILIONE CHE QUANDO SI ARRABBIANO PUNGONO LE PERSONE.
CLASSE 5^ SCUOLA PRIMARIA MAGLIANO
La giornata della matematica
Chi ha rubato il gesso del castello?
Sarà stato il re?
Raccogli quanti più oggetti puoi seguendo il percorso giusto e avrai un indizio.
Oppure il cavaliere?
Gioca al memory delle tabelline e guadagnerai un altro indizio
E perché non la regina?
Se dal labirinto uscirai, un nuovo indizio riceverai
Quella strega ha gli occhi un po’ sospetti, ma un aiuto ti darà se l’enigma risolverai
Quale volto si nasconde sotto la barba del mago?
Trova l’orologio giusto che svela l’ora esatta del furto e l’ultimo indizio ti darà
Nella pausa di riflessione …. si balla
Soluzione: il colpevole è….
IL CAVALIERE
NAVIGANDO SU INTERNET PER AMPLIARE LE NOSTRE CONOSCENZE, CI SIAMO RESI CONTO CHE IL GESSO NON ERA UNA RISORSA SOLO DEL NOSTRO TERRITORIO, MA ANCHE DI ZONE MOLTO PIU’ LONTANE DA NOI, COME L’EMILIA ROMAGNA…DOVE, IN UN PICCOLO PAESE DI COLLINA, BORGO TOSSIGNANO, IL LAVORO PRINCIPALE PROVENIVA PROPRIO DALLE CAVE.
PENSATE CHE DALLA CAVA DI BORGO SONO NATI I GESSETTI PER TUTTE LE SCUOLE ELEMENTARI D’ITALIA!
LA POESIA NARRA DI QUESTO PICCOLO PAESE:
SE DALLA PIANURA DI ROMAGNA SALI VERSO LA COLLINA
E LASCI L’ EMILIA ANDARE VERSO IL MARE
A VOLTE DI NOTTE I FANTASMI PUOI VEDERE
GIGANTI E BIANCHI
DI FORME STRAMPALATE
APPAIONO ALLE CURVE DELLA PROVINCIALE
CHIAZZE CHIARE
CHE ANCHE UNA LUNA INCERTA SVELA
E LA NEBBIA AMMETTE
QUANDO SI DISTRAE,
STANNO CRESCENDO
I FANTASMI DELLA VALLE,
APPARTENGONO ALLA MONTAGNA,
UNA MASCHERA
LA FATICA
POLVERE DI GESSO
CI SEGNALA
FORTE BIANCO CATTURA
LA LUCE
ACCECA IL CIELO
INTORNO SOVRASTA
IL PAESE DI BORGO
POCO FUORI
ACCOGLIE, CONSENTE
IN SILENZIO ANNUISCE
SONO I FANTASMI DELLA VALLE.
UN PO’ DI STORIA SUL GESSO
LA PIETRA DI GESSO COTTA O CRUDA FU UTILIZZATA FIN DAI TEMPI ANTICHI.
GLI EGIZI CON ACCURATE TECNICHE DI
PREPARAZIONE UTILIZZAVANO QUESTO MATERIALE PER INTONACI, STATUETTE, INVOLUCRO PER CORPI MUMMIFICATI.
ROMANI E GRECI NE CONOSCEVANO BENE L’USO.
LA PRIMA TESTIMONIANZA DELL’ATTIVITA’ DEL “GESSAROLO”, UNO DEI TANTI MESTIERI ORMAI SCOMPARSI, RISALE AL 1764, ANNO IN CUI APPARE IN UN LIBRO IL NOME DI “PADANO GESSAROLO”CHE RITROVEREMO ANCORA PER ALTRI 150 ANNI.
ERA UN’ATTIVITA’ TRASMESSA DI PADRE IN FIGLIO, FATICOSISSIMA, CHE COINVOLGEVA ANCHE DONNE E BAMBINI.
ERA UN MESTIERE INSICURO POICHE’ NON SI POTEVA SOPRAVVIVERE CON ESSO E PER MOLTI ERA UN’ATTIVITA’ SALTUARIA, SOPRATTUTTO PER I CONTADINI CHE NEI MESI DOVE NON C’ERA LAVORO NEI CAMPI POTEVANO ARROTONDARE I LORO MAGRI PROVENTI.
STORIA DI TUNIN
DAL MESTIERE DI “CAVATORI DEL GESSO” ALLO SMERCIO DEL PRODOTTO, IL PASSO FU BREVE.
ALTRI, I CARRETE’, VIVEVANO DEL MESTIERE DI “CORRIERI”, TRASPORTANDO IL GESSO NELLE FORNACI CON IL BARROCCIO, PROPRIO COME ABBIAMO VISTO NELLA STORIA DI TUNIN.
MA COME SI ESTRAEVA E SI TRASPORTAVA LA PIETRA CALCAREA?
L’ESTRAZIONE DELLA PIETRA DI GESSO AVVENIVA PRESSO LE CAVE ESISTENTI, QUI VENIVA ESTRATTA FACENDO ESPLODERE DELLE MINE, COSTITUITE DA POLVERE DA SPARO.
I PEZZI, DI CIRCA VENTI CHILI CIASCUNO, VENIVANO CARICATI SUGLI ASINI E TRASPORTATI NELLE CARCARE.
GLI ASINI SVOLGEVANO UNA FUNZIONE DETERMINANTE, POICHE’ ERANO L’UNICO MEZO DI TRASPORTO SIA DELLA PIETRA SIA DELLA MATERIA FINITA.
LE CARCARE
LE CARCARE ERANO COSTRUITE SUL PENDIO STESSO DELLA COLLINA DA CUI SI ESTRAEVANO LE PIETRE CALCAREE.
CONSISTEVANO IN PICCOLE CASETTE DI 10 MQ CIRCA COSTRUITE CON PIETRA E MALTA DI GESSO, COL TETTO RICOPERTO DA CANALI.
QUASI TUTTE LE CARCARE SONO STATE ABBATTUTE
E AL LORO POSTO SONO STATE EDIFICATE CASE IN CEMENTO ARMATO.
SAREBBE BELLO RECUPERARE LE POCHE CARCARE ESISTENTI COME TESTIMONIANZA DI UN LAVORO CHE HA CARATTERIZZATO UNA PARTE DELL’ECONOMIA DEL PAESE PER SECOLI.
ANCHE NELL’ARTE SONO STATE RAPPRESENTATE DA IMPORTANTI ARTISTI, LE FORNACI DI GESSO…COME TESTIMONIANZA DEL MONDO CONTADINO.
AL MUSEO DEL LOUVRE DI PARIGI SI PUO’ AMMIRARE QUESTO IMPORTANTE DIPINTO SU TELA AD OLIO DEL PITTORE FRANCESE THEODORE GERICAULT.
IL CASTELLO DI MAGLIANO ALFIERI
MAGLIANO ALFIERI SORGE SU UNA COLLINA DELLA SPONDA SINISTRA DEL FIUME TANARO, SETTE CHILOMETRI A NORD-EST DI ALBA.
E’ IN ETA’ ROMANA CHE IL TERRITORIO DI MAGLIANO ACQUISISCE IMPORTANZA.
GLI ALFIERI NEL 1240 ACQUISTANO IL CASTELLO E, NEL 1910, MAGLIANO D’ALBA
PRENDE IL NOME DEGLI ALFIERI.
NEL 1937, CON LA MORTE DELLA MARCHESA ADELE ALFIERI, SI ESTINGUE ANCHE QUESTO CASATO.
NEL 1952 L’EDIFICIO E’ OFFERTO IN DONO AL COMUNE, CHE LO RIFIUTA, MENTRE LO ACCETTA IL PARROCO DI SANT’ANDREA.
INFINE, NEL 1986 L’EDIFICIO PASSA IN DONO DALLA PARROCCHIA AL COMUNE.
DAL 1975 IL CASTELLO OSPITA IL MUSEO DI ARTI E TRADIZIONI POPOLARI
DOVE SONO CONSERAVTI RARI SOFFITTI IN GESSO.
TRA LE SALE PIU’ SIGNIFICATIVE UN SALONE DEGLI STEMMI IN GESSO DELLA FAMIGLIA ALFIERI E IL SALONE DELLE AQUILE.
DAL 2007 FA PARTE DEL CIRCUITO DEGLI 8 CASTELLI MEGLIO NOTI COME CASTELLI DOC.
LA RETE DEI CASTELLI INCLUDE I MANIERI DI GRINZANE CAVOUR, BAROLO, SERRALUNGA, GOVONE, MAGLIANO ALFIERI, RODDI, MANGO E BENEVELLO.
PROPRIO UNO DI QUESTI E’ STATO VISITATO DA NOI, ALL’INTERNO DI UN PROGETTO SCOLASTICO IN RETE. ABBIAMO POTUTO CONFRONTARLO COL NOSTRO DI MAGLIANO E NON SOLO…L’ABBIAMO COSTRUITO IN 3D!!!
IL MUSEO DEI GESSI
GIOVEDI’ 29 APRILE: ECCOCI DI FRONTE AL CASTELLO DI MAGLIANO!
AD ACCOGLIERCI C’E’ SILVANA, CHE CI ACCOMPAGNERA’ IN QUESTO INTERESSANTE VIAGGIO ALLA SCOPERTA DEI GESSI…
ENTRIAMO E OSSERVIAMO SULLO SCALONE IL BUSTO DI VITTORIO ALFIERI, ANTICO PROPRIETARIO DEL CASTELLO…COME ABBIAMO GIA’ SCRITTO NELLA STORIA PRECEDENTE.
ENTRIAMO NEL SALONE DEGLI STEMMI E SILVANA CI RACCONTA COME HA AVUTO ORIGINE LA SCOPERTA DI QUESTI MERAVIGLIOSI SOFFITTI IN GESSO CHE ANDREMO A VEDERE.
LA STORIA INCOMINCIA COSI’:
IN UN POMERIGGIO D’AGOSTO DEL LONTANO 1971, UN GRUPPETTO DI CINQUE AMICI STAVA SISTEMANDO UN VECCHIO BARROCCIO CUSTODITO SOTTO IL PORTICO DI UNA VECCHIA CASA DISABITATA DI SANT’ANTONIO DI MAGLIANO.
TUTO QUESTO IN OCCASIONE DI UNA FESTE CAMPESTRE CHE SI SAREBBE TENUTA A NEIVE.
ORNATO CON FRASCHE E CONDOTTO DAL CAVALLO, IL BARROCCIO SAREBBE ANDATO ALLA FESTA.
QUEL GIORNO, PERO’, SOPRAGGIUNSE UNA GRADITISSIMA SORPRESA!
QUALCUNO ALZO’ GLI OCHI E NOTO’, SU UN FRAMMENTO DI PIETRA BIANCASTRA, UN’ ASSAI STRANA FIGURA: UN ALLEGRO PUTTINO, UN PO’ NASCOSTO DAI MATTONI,CHE TENEVA IN MANO UN NASTRO COME UN BAMBINO CHE SALTELLA LA CORDA.
QUEL GIORNO LA COSA FINI’ LI’, MA PRESTO AVREBBE AVUTO UN SEGUITO CHE PORTO’ IL GRUPPO DI AMICI ALLA SCOPERTA DEI SOFFITTI IN GESSO DELL’ALBESE.
Dal salone degli stemmi ai soffitti in gesso…
NEL SALONE DEGLI STEMMI SI PUO’ NOTARE LO STEMMA DEGLI ALFIERI, SIMBOLEGGIATO DALL’AQUILA, SIMBOLO DI FORZA E DI POTERE.
I MOTIVI CHE RICORRONO MAGGIORMENTE NEI SOFFITTI, SIMBOLI DI ABBONDANZA,DI RINASCITA E DI DECORO: IL SOLE, I GRAPPOLI D’UVA, GLI UCCELLI,I FIORI,LA TESTA DI UN IMPERATORE….
PROPRIO COME ABBIAMO VISTO LEGGENDO LA STORIA DI TUNIN,ECCO LA MACINA A CUI SI LEGAVA L’ASINO PER TRITURARE I PEZZI DI GESSO…
DALLA MATRICE…ALLA COLATA DI GESSO….AL LAVORO ULTIMATO.
…continua classe 5^ Magliano…
Una seconda attività con Carola è stata la pittura su stoffa di alcuni fregi in gesso.
Carola ha proiettato sulla stoffa i motivi scelti e noi abbiamo disegnato i contorni.
In seguito abbiamo colorato i disegni con i colori per stoffa.
Il risultato è stato buono; è bello il nostro telo tutto colorato!!!
COME SI FORMA
Il gesso è una roccia sedimentaria di origine chimica formato prevalentemente da solfato di calcio biidratato con piccole quantità di argilla.
Appartiene alla classe delle evaporiti perché deriva dall’evaporazione e trasformazione di Sali marini come il salgemma, la calcite e l’aragonite.
Le rocce di gesso si presentano a strati.
COME DI PRODUCE
Per produrre il gesso in polvere, che poi viene usato, si segue un percorso di lavorazione:
1. macinazione della roccia
2. cottura fino a 250° C per eliminare l’acqua
3. macinazione del gesso cotto finemente e raffinazione.
GLI USI
Il gesso viene utilizzato in edilizia come materiale di finitura delle pareti e in arte per la realizzazione di calchi, modelli e statue.
DOVE SI TROVA
In Italia gli affioramenti di gesso si trovano in Piemonte, nella zona di Asti e Torino, in Val Canonica (Lombardia), nell’Appennino tosco-emiliano e in Sicilia.
Il ritrovamento del gesso a Magliano è stato puramente casuale. Un giorno, alcuni ragazzi che stavano addobbando un carro per una festa popolare, alzando gli occhi in alto per bere, videro qualcosa che luccicava.
Soltanto nei mesi successivi seppero che si trattava di pezzi di soffitto in gesso, si appassionarono e andarono alla loro ricerca.
In seguito allestirono nel castello di Magliano Alfieri il museo dei soffitti in gesso.
La costruzione dei soffitti in gesso si sviluppò tra la fine del 1500 e l’inizio del 1800.
Era il risultato di operazioni ripetitive:
- costruzione di una matrice lignea, lo stampo;
- colata di gesso nello stampo;
- spostamento della matrice fra il trave successivo;
- nuova colata.
Visitando dei soffitti in gesso è possibile trovare disegni diversi perché, dovendo sostituire elementi deteriorati, non è più stata ritrovata la matrice iniziale.
Tra gli elementi decorativi più comuni, possiamo ritrovare fiori, foglie, rosoni, geometrie, cornici ed animali.
IL LAVORO CON CAROLA
Dopo esserci conosciuti e aver presentato il lavoro, Carola ci ha dato un pezzo di creta ciascuno tagliandola con un filo di ferro.
Subito abbiamo modellato la creta trasformandola in una tavoletta quadrata.
In seguito ci ha fatto scegliere l’immagine di un fregio di gesso che noi abbiamo trasferito sulla tavoletta forando il contorno dell’immagine con un chiodo.
Poi abbiamo unito i buchi con una linea e abbiamo scavato all’interno del disegno: lo stampo era pronto.
Da ultimo Carola, aiutata da Antonino, ha colato il gesso liquido negli stampi.
Abbiamo lasciato indurire il gesso per qualche giorno, poi abbiamo tolto lo stampo di creta e sono rimasti i nostri rilievi in gesso.