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Sabato,10 Novembre 2012 | Scritto da: govone

IL GELSO DA NOI ADOTTATO LO SCORSO ANNO SCOLASTICO CONTINUA A CRESCERE, L’AUTUNNO HA FATTO CADERE ANCHE LE SUE FOGLIE!

ORA SONO ARRIVATI A SCUOLA ANCHE QUELLI ADOTTATI DALLE NOSTRE FAMIGLIE:

  

GRAZIE AI DIPENDENTI DEL COMUNE CHE HANNO RITIRATO I NOSTRI GELSI ALLA FORESTALE E CE LI HANNO PORTATI A SCUOLA

 

COSI’ FINALMENTE SONO STATI RITIRATI DALLE FAMIGLIE CHE VOLEVANO ADOTTARLI!

    

    

scuola infanzia di Govone

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Sabato,7 Luglio 2012 | Scritto da: cisterna

Venerdì 10-02-2012 siamo andati a chiedere ad alcune tra le persone più anziane della frazione di Craviano informazioni sull’allevamento del baco da seta e sugli utilizzi della pianta del gelso.

La maggior parte di queste persone parla solo il dialetto piemontese per questo motivo troverete alcuni termini in corsivo che non abbiamo voluto sostituire con il corrispondente termine in italiano.

ECCO COSA CI HA RACCONTATO…

Maria Vercelli  (1934)

Può raccontarci, per favore, ciò che si ricorda sul gelso?

“Sì, tutte le famiglie avevano delle piante “ed mur” (di gelso), le usavano come confine tra i prati e la sua foglia veniva raccolta per dare da mangiare ai bachi. Questi si nutrivano di foglie fresche che dovevano essere regolarmente raccolte ogni giorno”.

Si ricorda delle cose sull’allevamento del baco da seta?

“Sì, quando ero piccola tutti allevavano i bachi da seta; si andava a comprare le uova in un negozio a Govone, poi si portavano a casa e si mettevano nella stalla su un asse coperto di foglie al caldo dove poi schiudevano. Quando schiudevano le uova, i bachi venivano tenuti su un telaio sempre pulito su cui si mettevano le foglie di gelso. Dopo circa 20 giorni i bachi salivano su una specie di telaio fatto di rami di piante di ceci; lì sopra i bachi facevano il “cuchet” (bozzolo). Quando il bozzolo era pronto veniva pulito a mano o con una macchina perché era ricoperto da una specie di lana che rovinava il filo. Il bozzolo pulito poi veniva fatto bollire per far morire la farfalla dentro e infine venduto. Una piccola parte dei bozzoli veniva tenuta e filata per fare delle calze. La seta che si produceva poteva essere di colore giallino chiaro oppure bianca.”

I frutti del gelso venivano usati in casa?

“No, non li usavamo perché non erano buoni da mangiare!”

Carmina Gallo (1934)

ECCO COSA CI HA RACCONTATO…

Può raccontarci, per favore, ciò che si ricorda sul gelso?

“Sì, la maggior parte delle famiglie aveva delle piante di gelso perché venivano usate per allevare i bachi da seta.

Si ricorda delle cose sull’allevamento del baco da seta?

“Sì, quando ero piccola si andava a raccogliere le foglie sul gelso per dare da mangiare ai bachi che da piccoli mangiavano molto. La mia famiglia allevava una o due “puntà” (telai di bachi) di bachi che teneva al caldo sotto il portico. Quando dovevano fare il bozzolo noi costruivamo dei telai con i rami di ceci su cui si arrampicavano e poi andavamo a vendere il bozzolo al mercato a Magliano o a Priocca.”

I frutti del gelso venivano usati in casa?

“No, non li usavamo perché non erano buoni da mangiare!”

Questa attività era molto redditizia?

“Sì, i miei nonni vivevano per lo più dell’allevamento del baco da seta!”

Ai suoi tempi era ancora molto diffuso o si iniziava a guadagnare facendo altre attività?

“Ai miei tempi l’allevamento del baco da seta non era più molto diffuso, il più era alla fine dell’800.”

Angela Bussolino (1917)

Può raccontarci, per favore, ciò che si ricorda sul gelso?

“Sì, c’erano molte piante qui intorno.”

Si ricorda delle cose sull’allevamento del baco da seta?

“Sì, mi ricordo che quando ero piccola si andava a comprare i bachi già schiusi al mercato a San Damiano, poi li portavamo a casa e li mettevamo in una cesta di vimini con un letto di foglie di gelso. La mia famiglia di solito ne comprava “n’unsa ” (un’oncia, circa 30 g). Man mano che crescevano venivano spostati in una stanza su dei piani più larghi in modo che non stessero ammassati. Ogni due o tre giorni tutta al famiglia puliva i piani e metteva delle foglie nuove. Dopo facevano il bozzolo su fascine di rami di ceci. Il bozzolo veniva venduto al mercato a San Damiano. In media tutto l’allevamento si svolgeva tra aprile e giugno.”

I frutti del gelso venivano usati in casa?

“No, non li usavamo, venivano lasciate cadere a terra dove poi marcivano.”

Questa attività era molto redditizia?

“Sì, la mia famiglia usava i soldi guadagnati dalla vendita dei bozzoli per pagare le tasse!”

Giuliana Bolla  (1937)

Può raccontarci, per favore, ciò che si ricorda sul gelso?

“Sì, quasi tutti avevano almeno una fila di piante, le foglie dovevano essere sempre abbondanti perché al baco bisognava darle verdi, fresche, asciutte, senza animaletti, né semini perché potevano fargli male. Chi aveva più piante e quindi avanzava delle foglie le vendeva a chi ne aveva poche.”

Si ricorda delle cose sull’allevamento del baco da seta?

“Sì, mi ricordo che compravamo le uova nel periodo di S. Marco e poi venivano portate in processione; il numero minimo di bachi da comprare era “ses utau” (sei ottavi) o “n’unsa” (un oncia, il doppio). A casa venivano messe al caldo in una cesta che era sistemata nella camera da letto in modo che ci fosse una temperatura ideale per la schiusa; le uova erano nere e molto piccole e schiudevano dopo circa 40 giorni. Successivamente venivano puliti per tre o quattro volte prima che fossero pronti per fare il bozzolo. In seguito si costruivano delle “canise ” cioè dei telai fatti di rami di ceci o di “ravise (rami di erbacce dure), su cui i bachi si arrampicavano. Se il tempo era bello e non faceva freddo in due giorni erano saliti tutti, se invece faceva freddo bisognava accendere un fuoco con lo zolfo in modo da scaldarli. Se anche dopo questo tentativo non “salivano” voleva dire che erano malati e quindi non c’era più nulla da fare. La malattia principale era “el marin” (mal bianco), quando si ammalava il baco diventava bianco come  fosse stato infarinato. Se tutto andava bene in due giorni i bachi avevano fatto il loro bozzolo che solitamente era di colore giallino chiaro. Quando era secco lo staccavamo e poi lo mettevamo in una macchina che lo puliva. Se qualche bozzolo rimaneva attaccato dopo 40 giorni si vedeva nascere la farfalla. La seta veniva filata e la maggior parte veniva venduta a un commerciante che passava casa per casa a comprarla. Una parte di seta invece veniva tenuta dalla famiglia e usata per fare delle maglie.

I frutti del gelso venivano usati in casa?

“No, in casa non li usavamo anche se da bambini ne mangiavamo molti.”

Come si faceva a raccogliere le foglie? Era meglio usare foglie di gelso bianco o di gelso nero?

“Quando si era in tanti si legava un sacco sotto l’albero e poi si scrollava il ramo facendo cadere le foglie, quando invece si era in pochi o si aveva fretta si tagliava direttamente il ramo che poi veniva liberato a casa dalle foglie.

Come tipo di foglia era uguale, l’importante è che bisognava dargliela tutta intera.”

Domenico Lano  (1916)

Può raccontarci, per favore, ciò che si ricorda sul gelso?

“Sì, qui c’erano tanti gelsi… chi ne aveva di più era un signore che si chiamava Clemente, lui affittava le piante a chi non le aveva e poi verso maggio vendeva le foglieche aveva avanzato a chi non ne aveva.”

E invece si ricorda delle cose sull’allevamento del baco da seta?

“Quando ero piccolo compravamo le uova da un signore di San Pietro che passava casa per casa a venderle. Le mettevamo in ceste di vimini quadrate con delle foglie tagliate sotto e le lasciavamo nella stalla o in casa, poi dopo quattro o cinque giorni venivano messi in uno spazio più largo e puliti. Quando mangiavano i bachi producevano un rumore simile a quello delle api nell’alveare. Da grandi venivano messi sopra a dei telai fatti di “ravise” su cui i bachi si arrampicavano. Per capire se il baco era malato bisognava vedere se saliva sul telaio. Quando era pronto il bozzolo veniva staccato e ripulito con una macchina che toglieva la lanugine che si era formata intorno; infine i bozzoli venivano venduti a “Madama Guido” al mercato dei bachi che si trovava dove c’è ora “la Serra”.

I frutti del gelso venivano usati in casa?

“No, non li usavamo perché non erano buoni da mangiare!”

Secondo lei era meglio usare foglie di gelso bianco o di gelso nero?

“Era uguale, bastava che non fosse gelso selvatico…”

Quanti tipi di bachi conosce?

“Nella mia famiglia abbiamo sempre allevato due tipi di bachi, quelli bianchi e quelli rigati che si credeva fossero più forti; il colore della seta però era sempre uguale e tendeva al giallino chiaro.”

Lucia e Giorgio Raspino  (1938)

Potete raccontarci, per favore, ciò che  ricordate sul gelso?

“Sì, la maggior parte delle famiglie aveva delle piante di gelso perché venivano usate per allevare i bachi da seta.”

Ricordate delle cose sull’allevamento del baco da seta?

“Sì, nella nostra famiglia compravamo le uova ancora da schiudere e li mettevamo al caldo, poi quando schiudevano venivano spostate su degli assi grandi circa 1,50 m x 0,50 m quando erano grandi salivano su dei telai fatti di rami di ceci e facevano il bozzolo che poi veniva pulito e venduto al mercato ad Alba. Alcune persone allevavano i bachi da seta per la Chiesa, infatti il ricavato veniva usato per comprare oggetti per la chiesa.”

A chi era affidato il compito di allevare i bachi?

“Di solito nella nostra famiglia se ne occupavano i bambini, le donne e gli anziani mentre i più giovani lavoravano nel campo.”

Aquilante Emanuele, Cuniberto Elisabetta e Ponchione Giulia

Sabato,30 Giugno 2012 | Scritto da: govone

 

AL NOSTRO ARRIVO  LA SIGNORA ODILLE CI HA ACCOLTI CON ALCUNE SQUISITISSIME TORTE CHE NOI ABBIAMO MOLTO GRADITO E POI CI HA MOSTRATO I SUOI TANTI AMICI ANIMALI

 

CI HA INTRODOTTO NEL MONDO DEI BACHI DA SETA RACCONTANDOCI LA LORO VITA … E NOI SIAMO DIVENTATI GLI “ATTORI” DI QUESTA STORIA!!

UNA PRINCIPESSA UN PO’ ESIGENTE DESIDERA UN NUOVO VESTITO DA BALLO E CHIEDE ALLA SUA SARTA DI PROCURARLE LA STOFFA ADATTA …

   

… MA NIENTE DI CIO’ CHE LE PROPONE PIACE ALLA PRINCIPESSA …

… FINO A QUANDO NON TOCCA LA SETA!!!

 

ALLA SARTA, PER PROCURARSI LA STOFFA NECESSARIA, NON RESTA CHE CHIEDERE AIUTO AL CONTADINO E AL SUO AMICO GELSO! 

IL CONTADINO CURA E PROTEGGE LE PICCOLE UOVA DI BACO DA SETA …

  

 DA QUESTE NASCERANNO LE PICCOLE LARVE DI BACO DA SETA …

… CHE NUTRITE DAL CONTADINO CON LE FOGLIE DELL’ALBERO DEL GELSO, COMPLEANNO DOPO COMPLEANNO CRESCERANNO …

 

… FINO A TRASFORMARSI IN CRISALIDE, TESSENDO IL LORO BOZZOLO CON  DELL’OTTIMO FILO DI SETA…

…PER POI DIVENTARE INFINE FARFALLE!!

   

ED ECCO ATTORI E SPETTATORI INSIEME 

 ORA FINALMENTE DOBBIAMO ANDARE A SCOPRIRE I VERI BACHI DA SETA, MA PRIMA OCCORRE PROCURARGLI DA MANGIARE.

LA SIGNORA ODILLE CI ACCOMPAGNA ALL’ALBERO DI GELSO  DA CUI ABBIAMO RACCOLTO TANTE BUONE FOGLIE … 

 

… PER SFAMARE I NOSTRI AMICI BACHI DA SETA!

 FINALMENTE … SI MANGIA !!

 

 CHE TAVOLATE !!

 

 E POI SI GIOCA !

 

INFINE ABBIAMO PAZIENTEMENTE AVVOLTO ATTORNO AL CARTONCINO TANTI FILI COLORATI, SIMILI A QUELLI DEL BACO,  PER COSTRUIRCI DEI BELLISSIMI PON PON!

   

 DOPO TANTO LAVORO … UN RINFRESCANTE GHIACCIOLO!!

 E’ STATA UNA GIORNATA, UN PO’ FATICOSA … MA FANTASTICA!!

GRAZIE SIGNORA ODILLE E NONNA CARLA!

Giovedì,14 Giugno 2012 | Scritto da: govone

Noi ragazzi della 2^ A abbiamo aderito al progetto “Adottiamo un gelso” e vogliamo raccontarvi quello che abbiamo imparato. Il gelso in antichità veniva chiamato Morus Celso e ne esistono di due tipi il Morus Alba (gelso bianco) e Morus Nigra (gelso nero). Il gelso bianco e il gelso nero sono simili. Possono raggiungere un altezza massima di 10 m. I bachi da seta sono ghiotti delle loro foglie. I gelsi sono stati diffusissimi per molto tempo proprio grazie all’allevamento del baco, ma poi durante la metà del ‘900 il gelso scomparve piano piano insieme ai bachi. La differenza fra questi due alberi sta nel colore dei frutti: il gelso bianco, come dice la parola produce dei frutti bianchi molto dolci usati anche come dolcificante; invece il gelso nero dà dei frutti nero-violacei più saporiti. Abbiamo fatto, durante il corso dell’anno anche delle interviste alle persone che coltivavano il gelso ecco cosa abbiamo appreso di nuovo da loro. Oltre a questo abbiamo imparato una leggenda.

C’erano una volta due giovani Priamo e Tisbe. Due giovani Babilonesi innamorati l’uno dell’altra, c’era però un problema: non potevano vedersi perché le loro famiglie erano rivali da moltissimo tempo e quindi ostacolavano il loro amore. Un giorno i due decisero di incontrarsi sotto un grande gelso. Tisbe, arrivata per prima, incontrò un leone che stava sbranando un bue e si spaventò molto, allora fuggì a nascondersi, ma mentre scappava trafelata il velo le cadde e si sporcò del sangue dell’animale.

Priamo arrivò un po’ più tardi e vedendo il velo dell’amata, sporco di sangue, pensò che la sua fidanzata fosse morta e così dal grande dispiacere si uccise con il suo pugnale. Dopo un po’ Tisbe ritornò e vedendo il suo amato morto si uccise anche lei. Si narra che il sangue di questi due giovani morti per amore abbia colorato i frutti del gelso di rosso e le radici di arancione.

Lunedì,4 Giugno 2012 | Scritto da: cisterna

Durante quest’anno scolastico abbiamo svolto molti progetti tra cui uno riguardante la natura e gli animali: il progetto “adotta un gelso”.

Attraverso informazioni da internet e interviste sull’argomento agli anziani del paese in cui abitiamo, abbiamo potuto conoscere le caratteristiche della pianta del gelso e degli animali che vivono al suo interno, in modo più approfondito.

Il gelso in antichità veniva chiamato Morus Celso e ne esistono di due tipi il Morus Alba (Gelso bianco) eMorus Nigra (Gelso nero). Il gelso bianco e il gelso nero sono simili. Possono raggiungere un altezza massima di 10m. I bachi da seta sono ghiotti delle loro foglie. I gelsi sono stati diffusissimi per molto tempo proprio grazie al baco, ma poi durante la metà del ‘900 il gelso scomparì piano piano insieme ai bachi. La differenza fra questi due alberi sta nel colore dei frutti: il Gelso bianco, come dice la parola produce dei frutti bianchi molto dolci usati anche come dolcificante; invece il Gelso nero dà dei frutti nero-violacei più saporiti.

Era molto diffusa in Cina perchè le foglie venivano usate per allevare il baco da seta. In Italia, invece, il gelso è stato introdotto nel XV secolo e presso i romani è conosciuto con il soprannome di “albero dalla chioma d’oro” perchè serviva per allevare i bachi che producevano l’”oro vegetale” (la seta). Oltre che per allevare i bachi da seta il gelso veniva anche usato per separare il confine dei campi. Anche il frutto del gelso veniva usato per le marmellate, mentre la corteccia veniva usata per fare la carta. Inoltre abbiamo trovato delle informazioni sul baco da seta: ha una vita media di un mese. Dopo un periodo di crescita si chiude nel bozzolo per poi trasformarsi in farfalla e deporre le uova.

Intervistando invece gli anziani del paese che hanno vissuto in prima persona le esperienze dell’allevamento del baco da seta, abbiamo imparato come si allevavano nelle piccole famiglie.  Solitamente ogni famiglia comprava circa dodici bachi già schiusi, li metteva poi su dei telai in legno con un letto di foglie di gelso che cambiavano ogni giorno. Venivano puliti due o tre volte alla settimana e poi messi su delle graticole dove si appendevano per fare il bozzolo. Quando i bozzoli sono formati le famiglie li raccoglievano e li andavano a vendere al mercato della foglia a San Damiano. Alcune famiglie a volte tenevano alcuni bozzoli, li facevano bollire per uccidere i bachi in modo che non rompessero il filo. Dopo li filavano e poi li usavano per fare maglie e calzoni. A volte i bachi si ammalavano del “marin” e quindi morivano prima di poter fare il bozzolo. Se si dimenticava di raccogliere dei bachi questi bucavano il bozzolo e usciva la farfalla che poi faceva le uova.

Tutte queste informazioni che abbiamo imparato durante l’anno le abbiamo scritte nel copione di un piccolo spettacolo che è stato presentato in occasione della festa di fine anno scolastico: “Conclud-End”.

Gelso bianco                                                                         Gelso nero

Scuola secondaria di I grado di Govone Classe II A

Martedì,22 Maggio 2012 | Scritto da: govone

MOSTRA FINALE LAVORI SUL PROGETTO: “ADOTTA UN GELSO”

 IN OCCASIONE DELLA FESTA FINALE CHE HA VISTO COINVOLTI GLI ALUNNI DI TUTTI GLI ORDINI DELLA SCUOLA DI GOVONE, DALLA SCUOLA DELL’INFANZIA ALLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO, E’ STATA ALLESTITA UNA MOSTRA DI TUTTI I LAVORI ESEGUITI PER IL PROGETTO “ADOTTA UN GELSO”.

SCUOLA DELL’INFANZIA:

 

 

SCUOLA DELL’INFANZIA E CLASSE PRIMA SCUOLA PRIMARIA:

 

CLASSI SECONDA E TERZA SCUOLA PRIMARIA:

 

CLASSE QUARTA SCUOLA PRIMARIA:

 

CLASSI QUARTA E QUINTA SCUOLA PRIMARIA:

 

SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO:

Sabato,19 Maggio 2012 | Scritto da: govone

GLI ALUNNI DELLE CLASSI QUARTA E QUINTA DELLA SCUOLA PRIMARIA DI GOVONE, DURANTE LA VISITA AL CASTELLO, HANNO POTUTUTO AMMIRARE SULLE ANTICHE CARTE DA PARATI DELLE SALE CINESI LE IMMAGINI CHE DESCRIVONO L’ALLEVAMENTO DEL BACO DA SETA NELL’ANTICA CINA.

ECCONE ALCUNI PARTICOLARI DA LORO RIPRODOTTI:

  

     

  

  

  

Venerdì,18 Maggio 2012 | Scritto da: govone

… INTERPRETATO DA

 

 

 

 

 

 

Giovedì,23 Febbraio 2012 | Scritto da: govone

IL GELSO DI VINCENT VAN GOGH

SCUOLA DELL’INFANZIA DI GOVONE

 

   

CLASSE TERZA SCUOLA PRIMARIA DI GOVONE

Venerdì,10 Febbraio 2012 | Scritto da: govone

  

Lavorando insieme, alunni della classe prima della scuola primaria e i bambini dell’ultimo anno della scuola dell’infanzia…

 

… hanno “ricostruito” la pianta del gelso osservata in inverno …

 

… riproducendone i rami ormai spogli e incollando le foglie ormai secche ai piedi del tronco … 

 

… ricoprendolo tutto con la neve come quella che e’ caduta abbondante da pochi giorni!!