A cura dei bambini della classe 4^ della scuola primaria
CENNI STORICI
Il palazzo – castello di Magliano Alfieri era la residenza estiva degli Alfieri che da Asti la raggiungevano con poche ore di carrozza.
Esso ha vissuto un secolo e mezzo di splendore e un secolo e mezzo di decadenza.
Sorge in una posizione felice e suggestiva, è un’imponente costruzione barocca e venne edificata per volontà del conte Catalano Alfieri, signore di Magliano e generale di fanteria del duca Carlo Emanuele II.
facciata-est
Catalano Alfieri, intorno al 1660, affidò il progetto e l’esecuzione dei lavori ad un architetto finora sconosciuto. La costruzione delle parti principali del castello è stata conclusa dal figlio di Catalano, Carlo Emanuele Alfieri, intorno al 1680.
I conti successivi hanno fatto decorare gli interni e completare la struttura durante tutto il XVIII secolo.
L’edificio volge alla valle verso S. Antonio un’ampia e armoniosa facciata con cinquanta finestre, due torricelle rotonde laterali e tre corpi principali.
Il castello è una tipica costruzione di fine Seicento, di architettura barocca piemontese; è un edificio che non è più un edificio di difesa, ma non è ancora una villa di soggiorno.
Le linee del castello sono monumentali, ma sobrie.
facciata-nord
L’interno è vuoto perché il palazzo è passato in più mani non sempre rispettose.
Nel 1797, dopo la morte dell’ultimo Alfieri di Magliano Giacinto Ludovico, la proprietà si avvia verso il declino passando ai Birago e poi ai Pagliani.
Dal 1843 diventa una proprietà privata del marchese Cesare Alfieri di Sostegno, ospita le scuole comunali e viene riaperto in occasione di feste, ricorrenze e balli paesani.
Nel 1952 l’ultima discendente della nobile casata, la marchesa Margherita Visconti Venosta Pallavicino Mossi, offre l’edificio in dono al Comune, che lo rifiuta, mentre lo accetta il Parroco di S, Andrea.
In seguito, il 23 dicembre 1986, l’Amministrazione Comunale accetta la residenza in donazione dalla Parrocchia.
facciata-ovest
Nel 1975 sei sale del piano nobile, affittate dal Comune, vennero destinate al costruendo “Museo di arti e tradizioni popolari di Magliano Alfieri”. Nell’ultimo decennio svariati finanziamenti della Regione Piemonte e del Ministero dei Beni Culturali hanno permesso: il restauro del portone barocco, che costituisce uno degli esempi più interessanti della provincia di Cuneo; il recupero conservativo delle tre grandi tele dell’oratorio gentilizio, attribuite al pittore braidese Pietro Paolo Operti; il rifacimento delle coperture; l’allestimento del museo; l’impianto di illuminazione monumentale.
L’interno, sia pure rimaneggiato, conserva ancora lo scalone d’onore, il salone centrale delle feste con soffitto adornato dello stemma degli Alfieri e di Famiglie nobiliari imparentate, due saloni con affreschi settecenteschi e la pregevole cappella gentilizia di casa Alfieri con affreschi e motivi sindonici.
facciata-sud