Riflessioni a cura della cl. 2^ scuola Primaria di CIsterna d’Asti, a.s. 2009/2010
12-marzo-2010-regole-dentro-di-noi-cl-2-scuola-primaria-di-cisterna-dasti-2009-2010
Riflessioni a cura della cl. 2^ scuola Primaria di CIsterna d’Asti, a.s. 2009/2010
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La maestra Nadia ci ha raccontato la storia di un pittore di nome Kandinski e ci ha fatto vedere alcuni suoi quadri.
Quando era un bambino Kandinski sentiva molto la mancanza del suo papà perché lavorava molto portando the in giro per il mondo e quindi stava poco a casa. Quando il papà rientrava a casa Kandinski lo riconosceva perché si sentiva un forte odore di the.
Siccome la mamma lavorava e il papà era lontano, la zia andava a prenderlo a scuola e poi lo portava a casa sua. Questa zia si occupava di lui e gli regalò il suo primo set di colori e gli insegnò a disegnare. Quando era ragazzino Kandinski dice al papà che vuole fare il pittore, ma il papà gli risponde: “No, tu devi fare l’avvocato”. Kandinski quindi va alla scuola per avvocati e diventa molto bravo. Veniva richiesto come avvocato da tante persone e un giorno venne chiamato in un casetta di campagna. Entrando vide gli uomini e le donne vestiti con colori vivaci e si ricordò di quanto gli piacesse colorare.
Ma si ricordò anche che aveva fatto una promessa al papà e che quindi non poteva fare il pittore. Un giorno andò a sentire un’orchestra e per seguire meglio la musica chiuse gli occhi. Iniziò ad immaginare che la tromba tingesse tutto di giallo, il tamburo tutto di blu … A quel punto Kandinski decise di diventare pittore perché gli piaceva troppo. Così andò a riferirlo a suo padre che gli disse che ormai poteva scegliere perché era un uomo. Allora Kandinski frequentò una scuola di pittura e poi ne aprì una tutta sua, dove lasciava che gli studenti disegnassero con la propria fantasia. Kandinski ha inventato la pittura astratta, cioè trasmette le sue emozioni attraverso i colori. Per questo è diventato molto famoso.
Con Nadia abbiamo provato a lavorare come Kandiski ricavando dalla carta velina colorata tante forme e con queste creando i nostri capolavori!!
Riflessioni a cura della cl. 2^ della Scuola Primaria di CIsterna d’Asti, a.s. 2009/2010
8-marzo-2010-ancora-regole-delle-api-cl-2-scuola-primaria-di-cisterna-2009-2010
5-marzo-2010-le-regole-delle-api-cll-2-scuola-primaria-di-cisterna-dasti-2009-2010
Riflessioni degli alunni della cl. 2^ scuola Primaria di CIsterna d’Asti, a.s. 2009/2001
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2-marzo-2010-scuola-dell-infanzia-cl
Riflessioni a cura del gruppo farfalle della Scuola dell’ Infanzia e della cl. 2^ della scuola Primaria di Cisterna d’Asti, a.s. 2009/2010
La maestra Nadia ci ha raccontato la storia di un pittore di nome Matisse e ci ha fatto vedere alcuni suoi quadri.
Matisse era un bambino a cui non piaceva disegnare e che non voleva proprio fare il pittore ma il giudice. Un giorno però si ammala di polmonite ed ha dovuto stare per tantissimo tempo a letto. Per farlo guarire più in fretta i suoi genitori pensano di mandarlo a casa dei nonni in campagna e così lo caricano su una carrozza coprendolo bene. Quando è quasi guarito , siccome si annoia, la nonna gli compra un album e delle matite colorate e così lui piano piano incomincia a disegnare, copiando le cose che aveva sul comodino: i fiori, la bottiglia, il pesce nella boccia. Poi esce e inizia a copiare i fiori del giardino.
Così decide di fare il pittore, va dalla mamma e glielo dice, ma i genitori non sono d’accordo. Alla fine fanno un patto: Matisse avrebbe potuto fare il pittore solo se fosse diventato molto bravo da poter anche vendere i suoi quadri. Così Matisse andò in un paese dove c’erano tanti pittori e ne incontrò alcuni che dipingevano non con i colori della realtà, ma accostando colori che secondo loro stavano bene insieme.
Provò anche la tecnica del collage, ma dal momento che non trovava nei negozi la carta con i colori che a lui piacevano, cominciò a prepararsela dipingendosela come piaceva a lui.
Con Nadia abbiamo provato a lavorare come Matisse colorandoci la carta con tanti colori e tante sfumature, da questa abbiamo ritagliato tante forme con cui abbiamo dato vita ai nostri capolavori.