Venerdì, 3 Giugno 2011 | Scritto da: govone

La storia che sto per raccontare è ambientata in un piccolo alveare di campagna, isolato da ogni essere vivente. In quest’alveare vivevano migliaia di api operaie, moltissimi fuchi scansa fatiche, ma tutti sottostavano ad un’unica imponente ape regina. Ora, però, voglio raccontare cosa sta accadendo nella zona delle cellette delle larve. Lì, un’anziana ape operaia sta per mettere a letto una piccola larva, che desidera sentire una bella storia prima di addormentarsi. Per questo l’ape operaia comincia a raccontarle una bellissima storia …

C’erano una volta due api gemelle, completamente diverse fra loro. La prima era una giovane ribelle che nessuno riteneva all’altezza dei suoi compiti, mentre l’altra era un’ape modello, che compiva perfettamente il suo lavoro senza mai dover essere ripresa da nessuno. Ella, però, non lasciava mai spazio al divertimento e per questo non risultava simpatica a nessuno. L’ape ribella si chiamava Libertà, mentre la sorella si chiamava Concreta, anche se tutti la appellavano con svariati dispregiativi a causa del suo carattere molto preciso e, a parere degli altri, troppo educato e poco divertente. Un giorno Libertà si assentò dal suo luogo di lavoro per parlare con un fuco, cosa che nel suo alveare era assolutamente proibita, causando così la morte di un’innocente larva. Durante la sua assenza, infatti, la larva era rimasta sola nella sua celletta ed una volta riuscita ad uscirne cadde nel vuoto morendo così, senza che nessuno se ne accorgesse. Quando Libertà si accorse di ciò che era accaduto si mise a gridare per lo shock provocato dalla vista di quel corpicino innocuo senza vita e perciò tutti si voltarono per vedere ciò che stava accadendo. In quel momento così tragico tutti si rivoltarono contro l’ape operaia incosciente e la portarono dall’ape regina. Quest’ultima, però, ripresasi dallo shock della morte di una delle sue migliaia di figlie comprese che Libertà era veramente dispiaciuta di ciò che aveva causato e chiese anche a sua maestà di essere punita per tutte le sue colpe. L’ape regina, però, non prese alcun provvedimento perché anch’ella, quand’era ancora una giovane ribelle, si era innamorata di un fuco. Ella tentò molte volte di fuggire con il suo amore segreto per tentare di non farlo uccidere, ma puntualmente sua madre la scopriva e la rinchiudeva nella sua celletta. Fu così che la regina non vide più Romeo, il suo amore, e da allora non si perdona ancora il fatto di non essere riuscita a salvarlo. Dopo aver raccontato la sua triste storia a Libertà, le raccomandò di essere più prudente e poi la fece uscire fingendo di averla punita a sufficienza. Nel frattempo Concreta stava svolgendo le sue mansioni quotidiane, quando fu avvertita dell’accaduto ed in quel momento fu disprezzata e derisa da tutti. Ella, però, volò immediatamente dalla sorella che, però, era felice perché aveva compreso che anche la grande Ape Regina era stata una giovane ribelle proprio come lei. Questo le diede molta fiducia ed il giorno successivo spiegò alla sorella che nel loro alveare si sentiva oppressa e priva di iniziativa e le propose di fuggire durante quella stessa notte, quando le api “sentinelle” dormivano. Immediatamente Concreta si rifiutò di fuggire con la sorella in un mondo a loro del tutto sconosciuto. Con il passare del giorno, però, Concreta ripensò a tutta la sua vita nell’alveare, nel quale era sempre stata derisa e lasciata da parte per il suo comportamento troppo educato, fin da quand’era una larva. Per questo decise di fuggire con la sorella, che ne fu sorpresa ma anche molto felice. In quella notte le due sorelle prepararono il piano di fuga e dopo si avviarono per l’alveare. Dopo alcuni minuti dalla loro partenza incontrarono Gemma, una loro amica e collega di lavoro, che chiese alle sorelle dove si stessero dirigendo a quell’ora di notte, ma le due le dissero che per l’accaduto del giorno precedente dovevano lavorare anche di notte. Gemma non era molto sicura che le due amiche le stessero raccontando la verità, ma per la sua buona fede e per la sua profonda amicizia le lasciò proseguire, prima, però, disse loro “ADDIO”, intuendo ciò che stava accadendo. Poi le sorelle si diressero all’uscita, dove, però furono scoperte dalle sentinelle, che cercarono di catturarle, senza però riuscirci. Concreta e Libertà furono così finalmente libere di volare verso un nuovo mondo, attraverso sconfinate pianure, i cui fiori stavano sbocciando per la primavera, così come le due sorelle stavano iniziando una nuova vita. Dopo varie ore di volo le due arrivarono finalmente in città, che non era però come le api operaie si aspettavano. Essa, infatti, non era un’”isola”felice come tutti raccontavano ma era un luogo il cui ritmo era insostenibile per tutti, tanto meno per degli esseri così fragili e minuti come delle api. In quella città non erano presenti alberi e tanto meno fiori, rendendo così quel luogo colmo di tristezza e di malinconia e rendendo così impossibile la vita ad uno sciame di api. Quella città era colma di sporcizia dovunque si guardasse e l’inquinamento dominava su tutto come un sovrano insormontabile ed non eliminabile. Ad un certo punto Libertà sentì un grido fortissimo provenire da dietro un cassonetto e si diresse subito lì per vedere ciò che stava accadendo. Arrivata capì che una banda di ragazzi stava picchiando un bambino innocente, che non aveva possibilità di scampo. Per questo si mise subito al lavoro e tentò di pungere un ragazzo, anche a costo della sua stessa vita, ma questo la colpì con una mano, facendola così atterrare inerme sul marciapiede. Concreta, visto l’accaduto, presa dal panico accorse immediatamente dalla sorella, che però le disse di salvare quel povero bambino. Perciò ella corse subito in aiuto di quel ragazzino e, cercando di colpire un ragazzo, che era allergico alle api, riuscì a far fuggire quei bulli. Il bambino, sanguinante ed in lacrime, ringraziò la sua piccola eroina e poi corse a casa. Concreta si diresse verso la sorella, la quale però si era già ripresa ed insieme ripresero il loro viaggio, che ora si presentava molto difficoltoso. Le due sorelle si diressero poi in prossimità di un albero eremita, le cui foglie erano appassite ed il cui respiro era molto affannoso. Libertà e Concreta andarono a vedere l’albero ed egli, capendo che le giovani api erano nuove di quel posto, disse loro di fuggire da quella trappola vivente, la cui aria era stata inquinata da quegli esseri spregevoli, che giorno per giorno causavano l’avvicinamento precoce delle loro morti. Egli spiegò che un tempo quel luogo era abitato da esseri felici che vivevano nella natura incontrastata, senza l’uso di materiali e di strumenti i cui usi causano l’inquinamento e la morte di ogni essere vivente della natura. Dopo, il saggio albero mise in guardia le due api, dicendo loro di fuggire perché rischiavano di essere uccise per disattenzione, o per pura crudeltà, così come gli uomini facevano insensatamente anche fra di loro. Infatti, lì accanto a loro si stava svolgendo un fatto che farebbe rabbrividire anche il più insensibile degli uomini. Una donna in cinta era picchiata dal suo stesso marito, che lo faceva solo perché la povera donna gli aveva chiesto di aspettarla. Egli, ubriaco fradicio e sotto l’effetto della droga, aveva cominciato a picchiarla con calci e pugni, causando così la sua morte, ma anche quella della loro futura figlia. Anche nell’alveare i fuchi venivano uccisi, ma non per piccoli screzi, bensì perché la loro presenza all’interno dell’alveare era irrilevante e perché le loro presenze pesavano a discapito della vita dell’alveare. Ciò che era accaduto aveva terrorizzato le due povere api, che si misero a fuggire da quel mondo tanto sognato, ma ora molto disprezzato. All’improvviso Libertà fu colpita da un uomo che, tentando di ucciderla, la colpì con un giornale. La povera ape operaia perse il controllo delle sue ali,finendo così incastrata in una gomma da masticare spiaccicata sul marciapiede. Libertà svenne momentaneamente, ma in quel preciso istante rischiò di essere travolta da un uomo che stava camminando, fino a quando Concreta, disperata per ciò che stava accadendo, la salvò con un gesto avventato, ma necessario affinché la vita della sorella potesse continuare. Da quel momento, come per incanto,le sorelle si trasformarono interiormente in due altre persone. Libertà comprese che la vita non deve essere sprecata inutilmente, ma che deve essere utilizzata a favore delle persone che ne hanno più bisogno. Concreta, invece, comprese che non doveva sprecare la sua vita solo per svolgere i soliti fatti quotidiani, ma che doveva utilizzarla per aiutare gli altri a crescere, senza però dimenticarsi di se stessi e farsi “calpestare”. Per questo motivo Libertà decise di ritornare all’alveare, per aiutare le povere larve a crescere forti e vigorose. Concreta, invece, decise di proseguire il suo viaggio, fino a quando non avrebbe capito come utilizzare la sua vita a favore di quel mondo buio, violento ed inquinato. La separazioni delle due sorelle fu molto dolorosa, perché solo allora erano riuscite a comprendere il modo di vivere reciproco e solo allora avevano capito che ogni metodo di lavoro è importante per la riuscita di uno scopo comune. Dopo, con lo sfondo del tramonto, ognuna si diresse verso la propria meta, una ad est ed una a ovest, e fu così che due sorelle compresero lo scopo per cui volevano vivere ed il loro obiettivo ora era comune: L’ALTRUISMO.

FINE

P. s. : Mi sono dimenticata di dire che, alla fine, l’anziana ape operaia ha confessato alla piccola larva che Libertà, una delle due protagoniste del racconto, era proprio lei e da allora non aveva più visto o sentito la sua amata sorella Concreta. Sapeva però con certezza che ora le loro vite avevano un senso ed entrambe avevano realizzato il sogno di una vita.

Govone Scuola secondaria di I grado

 

Parole chiave:
Partecipa alla discussione