STORIA PARTIGIANA DELLA VI DIVISIONE ALPIANA “ASTI-MAGGIOR HOPE”
Renzo Amedeo
CRONACA DEL 6 MARZO: LO SCONTRO DI CISTERNA SECONDO LE TESTIMONIANZE DEI PROTAGONISTI
Il 6 Marzo 1945 , alle ore del mattino la 21 brigata S. Damiano è a “ Lemonte “ con settanta uomini disposti in cinque gruppi a distanza di centocinquanta metri l’ uno dall’ altro per controllare Val Botassa e S. Matteo.
La 22° brigata Alba è a Bric Fre (Ferrere) e a Ronchesio.
La 23° brigata Canale è a Madonna delle Grazie di S. Stefano.
Alle ore 7 Dino Tartaglino è in piazza della parrocchia quando sente arrivare un ‘ autoblindo nemica e lui le spara contro bloccando la sua avanzata.
Si stupisce che le sentinelle non l’ abbiano avvisato.
Alle ore 9 la 21° brigata e tutta impegnata verso Ronchesio mentre a Cisterna viene catturato Domenico Bergamasco dalla brigata Renzo Cattaneo.
Verso le ore 12 arrivano verso Verzeglio due fascisti che fortunatamente erano ubriachi altrimenti avrebbero fatto una strage .
Uno dei due soldati è stato ucciso.
Nel frattempo Dino torna a Belriguardo dove viene a conoscenza di violenze e feriti nelle prime case di Verzelio.
Alla sera vengono a sapere che Rino Rossino mentre stava portando un messaggio alla brigata di Gino Cattaneo, in Val Botassa venne catturato dai Fascisti e fucilato in piazza alle ore sedici.
I Tedeschi stavano arrivando a Cisterna dalla strada di Val d ‘ Orta armati di mitraglia e tante altre armi pesanti.
I partigiani si buttano sulla strada che i Tedeschi stanno percorrendo gridando “ Savoia “ e si scontrano lanciando più di cento bombe a mano.
Luigi Remondino sale nella cabina di un camion dove il maggiore Maestroni si stava strappando i gradi per paura.
Maestroni viene ucciso e le 20.000 lire trovate nel suo portafoglio vengono distribuite alla popolazione di Valmellana a cui avevano bruciato le case.
Dino Tartaglino nella battaglia viene ferito e i partigiani hanno un grosso bottino di guerra.
I Tedeschi chiedono a Don Rossanino di andare dai partigiani a chiedere una tregua. I partigiani accettano pur sapendo che i fascisti si sarebbero rinforzati.
I FATTI DEL 7 MARZO A CISTERNA: INCENDI E FURTI DEI FASCISTI IN VALMELLANA E VARZEGLIO
Alla sera del sei Marzo i fascisti si ritrovano in castello e il mattino dopo saccheggiano e rubano tutto ciò che trovano.
Bruciano alcune case a Cisterna per poi brucarne altre a Valmellana e a Verzeglio.
Verso le ore 14 arrivano i rinforzi e riprende la battaglia .
Per tutto il giorno si combatte pesantemente.
Bruciano in tutto 20 case a Valmellana più la chiesa e 5 case a Roncheisio.
I partigiani si spostano e nascondono le armi.
La popolazione li aiuta non rivelando i nascondigli.
Per tutta la notte le postazioni partigiane sono allertate per scongiurare gli attacchi del nemico.
8 Marzo: l’epilogo vittorioso di Santo Stefano Roero
I fascisti non possono portare a termine il piano perché hanno tanti morti e feriti. Decidono quindi di tornare a Torino passando da S. Stefano Roero.
Al mattino dell’8, sulla piazza di Cisterna, i fascisti obbligano le donne a ripulire i morti per poi ripartire per Torino.
Si dirigono verso S. Stefano Roero e verso le 16 in località Madonna Delle Grazie vengono attaccati dai partigiani che bloccano l’autoblindo con le bombe a mano e il carro armato va fuori strada.
I partigiani mettono fuori uso il mitragliatore nemico che però uccide un partigiano.
La testimonianza di questa battaglia è visibile nei tronchi degli alberi di quella zona.
Alla fine della battaglia i partigiani hanno un gran bottino d’ armi con dei prigionieri.
Fra i morti trovano il partigiano Domenico Bergamasco, catturato a Cisterna il 6 Marzo dai fascisti.
I fascisti accompagnati da Don Viglino, parroco di S. Stefano Roero, chiedono una tregua e promettono di non danneggiare più case e popolo.
Solo andando via bruciano un casolare disabitato.
Lavoro di gruppo svolto dai bambini delle classi IV e V della scuola primaria di Cisterna d’Asti
Ilaria, Letizia, Diego, Vittorio, Simone, Moreno, Andrea, Luca, Enrico, Sara, Chiara, Ester, Agnese, Alessia