Quest’anno abbiamo veramente aperto le porte della scuola materna ai nonni, invitandoli a raccontarci “pezzi” della loro vita e storie meravigliose che hanno popolato la loro infanzia maglianese. Vi lasciamo questa carrellata di racconti che hanno proprio incantato i bambini e vi diamo già un secondo appuntamento con i nonni di Magliano, per raccontarci “cosa facevano da bambini”…
AVVERTENZE ALLA LETTURA: il piemontese trascritto non è propriamente corretto, ci scusiamo in anticipo per le eventuali imprecisioni…
STORIA DEL CANE MALACO’
“Quando eravamo piccoli la sera non c’era la tv e ci radunavamo nella stalla perché era il posto più caldo della casa, con gli animali. Ci sedevamo sulla paglia e venivano tutti gli abitanti della borgata, eravamo 9 o 10 ragazzini. Si faceva la “vià”, cioè ci si andava a trovare…
Beh, mio nonno Giuvanin abitava in una casetta e aveva un cane molto intelligente che si chiamava Malacò: gli mancava solo la parola!
Mio nonno aveva un terreno che fruttificava poco, era povero, ci andava lì con un carretto e ci saliva sopra anche Malacò. Lì ci coltivavano la canapa. D’inverno alle quattro e mezza tornavano dalla campagna perché era già buio, non c’era la luce elettrica e si filava la canapa alla luce del lume a petrolio.
Malacò era un cane nero con un occhio nero, aveva 10 anni, era grosso, pesava 60 chili e lo tosavano d’estate perché aveva il pelo lungo.
Una domenica c’era solo la polenta per pranzo senza companatico.
-Eh beh, fuma finta ca sia vigilia… Duman et va mal anche a ti Malacò, iè mac dla pulenta!-
Alla messa della domenica c’era il parroco Don Mollo. Malacò aspetta che la gente è in chiesa che entrino tutti. Dove c’è il giornalaio adesso, dove c’è Franca che vende i giornali, c’era un signore che si chiamava Aristide che vendeva i salami e la domenica mattina metteva fuori le salsicce. Malacò prende la salsiccia, se la mette come una collana e… via! Aristide vede sto cane con la salsiccia, prende il tridente e si mette ad urlare: - An rubame la sausisa!-
Urlava talmente forte che il parroco in chiesa, durante la predica dice: - Che succede fuori, c’è Aristide che grida!- e sospende la messa!
- Chi è che ta rubate la sausisa?-
- En can, mai vist en can gros parei!!-
Malacò intanto si era nascosto, poi lo trovano e nonno Giuvanin dice: - Malacò, va bè che uma en mac la pulenta ma iè nen insegnote andè rubè!
Il cane piangeva, aveva capito la lezione. Nonno Giuvanin non dà più indietro la salsiccia perché ormai era sporca ma il giorno dopo si va a scusare e anche se povero va a pagarla.”
ALCUNE RIFLESSIONI-DOMANDE DEI BIMBI…
M.Chiara: il cane voleva essere gentile…
Martina: ma il cane non poteva andare in banca e prendere i soldi?
STORIE DI MASCHE
“Sapete chi sono le masche? No!?
Allora vi racconto delle storie…
1) C’era una pecora grossa, era il capo branco, si chiamava CIOTALINA. Le pecore erano in un prato, che non era il loro prato ma in quello del vicino. Il padrone del prato le vede e le sgrida per farle andar via. Le pecore si mettono a rincorrerlo. Lui aveva paura delle cornate! Riesce a entrare in casa e a chiudere la porta col bastone. Con le corna gli rovinano tutta la porta! Dopo un po’ più niente…allora lui toglie il bastone alla porta e invece dei segni delle cornate, c’erano segni di due mani sulla porta! Era una masca (una donna strega un po’ burlona che si era trasformata in una pecora).
2) Tre “matote” (signorine) di S. Giuseppe venivano a S. Maurizio, alla festa del paese a Magliano. C’era anche il ballo a palchetto. Era buio e quando arrivano vicino al cimitero, vedono dei cani che abbaiano. Loro si mettono a correre, mentre un cane le insegue e dice: - Cate chi ai sun!”
Arrivano poi dal muretto, si siedono, piangendo, mentre dei giovanotti chiedono loro cosa è successo…ma i cani erano spariti! Nessuno ci credeva! Così tornano a casa e non vanno più a ballare!
3) Di notte un carro coi buoi doveva andare a caricare della ghiaia in un campo in salita vicino alla Statale. Ad un certo punto si ferma e non si muove più! Sta fermo fino al mattino, allo spuntare del sole i buoi ripartono come per magìa. Gli uomini erano proprio arrabbiati! Era una masca invisibile che loro non vedevano ma i buoi sì!
4)Oltre alle masche burlone c’erano anche masche cattive come quella che si trasformava in albero ed impediva il passaggio dei buoi sulla strada di sera. I padroni dei buoi allora tagliavano un ramo all’albero, così passavano. Il giorno dopo in paese si vedeva una donna senza un braccio che camminava per il paese…