REGISTRAZIONE DELL’INCONTRO ALLA PAGINA:
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UR PARTIGIANO JOHNNY: QUANDO LA STORIA INCONTRA LA LETTERATURA.
PRESENTATO A CISTERNA D’ASTI IL LIBRO DI SERGIO FAVRETTO
17^ INCONTRO DEL POLO CITTATTIVA PER L’ASTIGIANO E L’ALBESE PER L’A.S. ‘15/’16
La pioggia non ha dissuaso i partecipanti all’affollatissimo incontro che si è tenuto 27 febbraio 2016 alCastello di Cisterna d’Asti per la presentazione del libro di Sergio Favretto “Fenoglio verso il 25 aprile narrato e vissuto in Ur il partigiano Johnny” (Ed. Falsopiano). L’ iniziativa, inserita nel calendario degli incontri di “RECUPERI –AMO – PARTE TERZA”, è stata organizzata dal Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese – I. C. di San Damiano d’Asti, con l’ Israt, il Museo e il Comune di Cisterna d’Asti, la Fondazione Crasti e l’Aimc di Asti.
Il dottor Mario Renosio, direttore dell’Israt di Asti, ha introdotto l’incontro con una riflessione relativa al rapporto tra memorialistica e storia. I libri che narrano il Fenoglio partigiano sono forse i meno conosciuti. Eppure Fenoglio, parlando di questa importante esperienza vissuta sulle colline di Langhe, Roero e Monferrato, esprime la sua nostalgia per le colline in cui è nato. Proprio questa parte compare in un racconto parzialmente inedito e scritto in inglese, pubblicato unicamente nel 1978 all’interno di una raccolta critica curata da Maria Corti con il titolo di “Ur partigiano Johnny”. È un diario partigiano che riguarda gli ultimi mesi di guerra. Nel suo libro, come ha sottolineato Renosio, Sergio Favretto compie unlavoro meticoloso mediante il quale ha studiato i riscontri storici relativi a quanto era narrato nel testo fenogliano. Favretto - avvocato e Giudice Onorario al Tribunale di Torino – è un appassionato studioso della Resistenza casalese. Molto difficile risulta utilizzare le fonti letterarie come storiche perché le prime sono intrise della ricostruzione dell’autore. Inoltre, non sempre è attendibile storicamente il confronto con la memoria. Tutto ciò, non rende inutile questo materiale basta avere la capacità di leggerlo con consapevolezza.
Questo lavoro – come ha sottolineato Favretto – nasce da un grande amore per l’opera fenogliana. Rispetto ad “Ur partigiano Johnny” nel corso del tempo, l’autore ha colto molti episodi della lotta partigiana avvenuti realmente. Questa coscienza ha portato Favretto a cercare di rendicontare ogni pagina di Ur partigiano mediante una verifica storica. Nel periodo narrato, è in corso un cambiamento nella lotta resistenziale. Infatti, dal febbraio del ’45, lo scontro si sposta dalle montagne alle colline e, successivamente, alle pianure al fine di impedire la fuga dei tedeschi e dei fascisti perché è alle porte la fine del conflitto. Questa fase è molto cruenta perché questi luoghi sono presidiati capillarmente da fascisti e tedeschi ed è molto difficile per i partigiani sia compiere azioni che sfuggire alla cattura. Fenoglio è ufficiale di collegamento tra gli inglesi e le formazioni dei banditi grazie alla sua conoscenza della lingua inglese. Proprio per questo motivo è impegnato nelle missioni del Maggiore Hope e del Maggiore Leach, in forza al SOE, l’ Esecutivo Operazioni Speciali inglesi. Emerge così l’importanza avuta dalle missioni alleate in Piemonte. Importante, da questo punto di vista, la testimonianza del partigiano Egidio Borio (Divisione Autonoma Monferrato) presente all’incontro. Non ancora ventenne, nel febbraio del ’45, partì da Verrua Savoia - con Giuseppe Rizzola e Carla Boattini - alla volta di Cisterna d’Asti dove dovevano “prendere in consegna una missione inglese”. Diverse le traversie incontrate a causa dell’ inverno e dei duri scontri, che imperversavano nella zona, tra partigiani e nazifascisti. Riuscì a raggiungere la frazione Verzeglio dove presero in consegna la missione, due radio trasmittenti e altro materiale. Quindi Langhe, Roero e Monferrato, territori legati oggi dall’ Unesco, erano già molto legati durante la Resistenza anche grazie al rapporto con gli Alleati. Cisterna ebbe un ruolo strategico grazie alla sua posizione geografica posta tra territorio astigiano, cuneese e monferrino. Proprio per questo ospitò missioni inglesi.
Durante l’incontro, grazie alla figura della partigiana Dea (Dea Rota in Melotti) narrata da Fenoglio, è stata ribadita l’importanza della Resistenza femminile ma anche il ruolo del clero nel Piemonte in guerra.
Purtroppo “Ur partigiano Johnny” non ha avuto, fino ad ora, successo a livello editoriale forse perché, come ha sottolineato Favretto, venne ritrovato dopo la morte dell’autore e, soprattutto, scritto in lingua inglese. La traduzione in italiano, non è opera di Fenoglio. Poteva essere considerato un’opera in lingua italiana? Inoltre, secondo la dott.ssa Giulia Carpignano, era ancora viva negli anni ’50 la polemica riguardante il ruolo degli Alleati nella lotta di liberazione.
Sicura è invece, come emerso da un precedente incontro, la presenza di Fenoglio sul territorio cisternese ed il suoi rapporti con i Maggiori Hope e Leach e tutto ciò è presente in “Ur partigiano Johnny” anche se, in alcuni tratti, emergono alcune discrepanze sui fatti realmente accaduti forse – a detta della Carpignano - per il desiderio dell’autore di fare emergere la sua esperienza di uomo prima ancora che di partigiano.
Per concludere l’incontro, Renosio ha invitato i presenti a visitare il Museo Multimediale dell’ Aeroporto partigiano di Vesime che, grazie all’ Associazione Terre Alte, dall’inizio di aprile 2016 sarà aperto tutti i sabati pomeriggio. Un modo per ricordare che molti degli episodi narrati da Fenoglio, ebbero il loro avvio proprio grazie a questo piccolo aereoporto nascosto tra le colline della Langa.
Il prossimo incontro si terrà al Castello di Cisterna d’Asti lunedì 7 marzo 2016 alle 21,00. Giancarlo Caselli presenterà il suo ultimo libro “Nient’altro che la verità” (Piemme). Introduce l’incontro il giornalista de “La Stampa” Marco Neirotti.
L’incontro è valido ai fini dell’aggiornamento degli insegnanti. L’ingresso è libero.
(n.d.r.: I materiali fotografici inseriti, sono stati realizzati su progetto grafico e impaginazione di Mauro Trevisan in collaborazione con Sergio Favretto).
Giovanna Cravanzola